Statte portata ad esempio nella lotta autonomistica


Il curatore di questo sito è stato contattato da attivisti per la lotta autonomistica di Palese e Santo Spirito per alcuni chiarimenti su quella che è stata la "nostra battaglia" per la conquista dell'autonomia comunale. Riportiamo stralci di detta corrispondenza:

13/07/2006. Egregio Signor Del Giudice, in questo periodo stiamo combattendo una battaglia simile alla vostra per distaccare e rendere comune autonomo i quartieri Palese e Santo spirito da Bari. In Regione è stato presentato un disegno di legge ad Hoc. Il Comune latita. Le chiedo: al vostro referendum parteciparono solo gli stattesi (come io penso) o tutta la città di Taranto? Le chiedo questo perché al Comune di Bari fanno i finti tonti !
Grazie. Gaetano Macina


Gentile signor Macina,
innanzi tutto mi devo scusare per il ritardo con cui le rispondo: per varie ragioni ho aperto la posta solo ieri.

Ebbene, la risposta secca al suo quesito è la seguente: al referendum partecipano soltanto i cittadini della borgata interessata all'autonomia.

Detto questo le dirò che, come avete avuto modo di constatare, le procedure sono meno semplici di come possano apparire. Innanzi tutto occorrono alcune condizioni di base: la distanza tra il comune principale e l'aspirante all'autonomia, dovrebbe essere di almeno 6 chilometri. Affinché possa essere autorizzato il referendum occorre una apposita legge regionale, la quale regione, prima ancora di emanare la legge, può sentire il parere del comune principale (il quale parere pur non essendo formalmente indispensabile, ma di questo non sono sicurissimo, per ovvie ragioni di opportunità politica spesso diventa determinante).
Tutte le altre procedure (definizione dei confini territoriali che sono parte integtrante della stessa legge regionale e definizione del patrimonio del neo aspirante comune ecc.) pur essendo alquanto complesse, sono superabili rispetto alle precedenti (parere di comune e regione).

Ovviamente nemmeno la nostra lotta è stata facile; abbiamo avuto la fortuna di avere le persone giuste al posto giusto. In particolare il presidente del Comitato Autonomia, Orazio Marinò, poi diventato il primo sindaco di Statte, è riuscito a coinvolgere tutte (o quasi) le forze politiche del territorio, (anche provinciali, regionali nonché parlamentari di ogni colore) ed ha quindi avuto quelle doti diplomatiche per essere ed apparire al di sopra di ogni schieramento; ma la chiave di tutto è riuscire a coinvogere concretamente tutti i cittadini dell'aspirante neo comune e non contrapponendosi frontalmente al comune capoluogo, bensì prospettando agli amministratori di questo anche il vantaggio di scrollarsi di dosso un peso scomodo.

In ogni modo, i pareri migliori ve li potrebbe dare il suddetto Orazio Marinò e se in futuro avrete necessità di contattarlo si può vedere di organizzare un incontro.

Intanto un grosso in bocca al lupo.

Leonardo Del Giudice Statte

Caro Leonardo,consentimi il tu; grazie per il "in bocca al lupo" e per le notizie che mi hai fornito. Mi sono letteralmente spolpato dal tuo sito la storia dell'autonomia di Statte che incredibilmente presenta delle similitudini con Palese in maniera impressionante anche per quanto riguarda il vecchio sistema di smaltimento dei liquami che da voi si chiamava "carrizze" e da noi "u'caratidde". Ti posso dire che faccio parte del comitato "Insieme per l'autonomia di Palese -Santo Spirito e che grazie al Gruppo per l'autonomia presente alla Regione Puglia è stato presentato un disegno di legge apposito. Per non complicarti la vita ed anche per aggiornare le tue conoscenze ti allego in formato.pdf N°1 articolo uscito sulla Gazzetta del mezzogiorno ed un altro su Barisera dove troverai molte notizie in merito.In ultimo un mio articolo sul tema in cui mi riferisco anche Statte e dove ho ricalcato la vostra storia che vi fa tanto onore.
Statte la nominiamo sempre nei nostri convegni .
Un caro saluto

Ciao Gaetano Macina



 

Ed ecco l'articolo pubblicato su Bari Sera e sulla Gazzetta del Mezzogiorno (edizione di Bari)
 

La storia dell'ex frazione Statte rinata dopo il distacco da Taranto - BARISERA 23/07/2005

 


La storia dell'ex frazione Statte, rinata dopo il distacco da Taranto, e le analogie con la lotta per l’Autonomia di Palese e Santo Spirito

 

"La cosa più importante al mondo è essere autosufficienti". Questo pensiero filosofico attribuito al viaggiatore e moralista Michel de Montagne antesignano del "filosofo ideale" degli illuministi, potrebbe rappresentare il motto dei fautori dell'Autonomia di Palese - Santo Spirito. Le ragioni esposte dai sostenitori del distacco da Bari sono ben note come lo sono anche le motivazioni contrarie di chi si oppone. Statisticamente tra i primi più numerosi sono i palesini e santospiritesi nativi, tra i secondi i cittadini ora residenti a Palese ma provenienti da altre zone di Bari e provincia. Per obbiettività dovremmo considerare anche lo scetticismo e le perplessità di molti giovanissimi (nativi e non) residenti nella prima Circoscrizione.

Per capire la questione, bisognerebbe osservare altre esperienze simili già divenute realtà negli ultimi anni che possono fornire utili e concrete indicazioni per la convenienza "Autonomistica"..C’è l’esperienza di Fiumicino…..(omissis) e più vicino a noi, nel tempo e nel luogo, c’è l’esperienza di Statte in provincia di Taranto: la conquista dell'autonomia è stato l'evento più importante della storia di questo centro, ha dato decoro e dignità ai suoi cittadini; ha rappresentato un segno di unità di tutte le sue forze, molla per la rinascita e il riscatto dopo secoli di abbandono. E questo lo asseriscono gli stattesi. Per analogia con la storia di Statte è facile intuire le ragioni della nascita del movimento autonomistico di Palese e Santo Spirito. I cittadini del quartiere Statte di Taranto cominciarono a riunirsi anni fa, per rivendicare, se non ancora l'Autonomia, il diritto ad avere l'acqua e fogna nel paese, servizi che tutti i comuni, anche i più isolati, già avevano (mentre loro: vergogna delle vergogne, ancora avevano, la carrizza, da noi a Palese "u caratidd"). Il malcontento cresceva: Taranto aveva assegnato a Statte il ruolo di "dormitorio" con progetti che prevedevano centinaia di appartamenti da assegnare agli sfrattati di Taranto compresi quelli che provenivano dalle case pericolanti della città vecchia senza che il paese avesse servizi e strutture per sopportare questo impatto.(Enziteto docet !) Nel frattempo i bisogni dell'edilizia residenziale crescevano e non trovavano

sfogo e spazio nel piano regolatore che aveva praticamente ignorato questo aspetto; si innescò così una deprecabile, ma inevitabile, corsa all'abusivismo. Questo quadro peggiorò ancora, perché, a causa della mancata vigilanza sulle "case dormitorio" costruite ma ancora non assegnate e senza allacciamenti, le stesse venivano occupate abusivamente da cittadini tarantini poveri e diseredati, con tutti i problemi sociali, economici, sanitari e di ordine pubblico che è facile immaginare ( Enziteto ridocet). In questo quadro prese concretezza nel 1986 l'azione di pochi encomiabili cittadini e il 27 novembre 1986 nacque il comitato per l'autonomia con lo scopo di di non subire più le lungaggini della burocrazia tarantina. La maggior parte dei politici locali (in quell'occasione Pci, Psi, Msi, Pri, parte della Dc) si dichiararono pronti a sostenere il comitato per arrivare a fare di Statte un Comune autonomo. L'Autonomia era diventata una strada obbligata senza ritorno. L'iter successivo non fu molto breve, ma il 7 e 8 Giugno 1992 finalmente si tenne a Statte il tanto sospirato referendum: fu un plebiscito: 92,5 per cento di Sì.

Statte è il Comune più giovane della Regione Puglia (14.000 abitanti), ha infatti ottenuto l'autonomia il 1° maggio 1993. Sino a

quella data era una borgata del Comune di Taranto, poco valorizzata anzi considerata "discarica" del vicino capoluogo, periferia bistrattata. Questi sono fatti e non risulta che i cittadini residenti stiano rimpiangendo l'appartenenza al Comune di appartenenza originaria.

Un cittadino della borgata Statte (prof. Giuseppe Mastromarino n.d.r.) agli inizi della lunga lotta sull'autonomia espresse in questi termini un principio di alta democrazia partecipata: "La nostra Comunità è un non popolo, in quanto altri decidono per noi...Siamo maturi per passare dalla condizione di sudditi a quella di cittadini liberi". Tale principio sicuramente indurrà a profonde riflessioni i promotori ed i detrattori del distacco di Palese e Santo Spirito da Bari.


 



 

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