il lavoro di recupero e di mantenimento |
Sorge sul più alto colle (376 metri) ed è l'edificio più
imponente di Inverigo. E’ opera del marchese ed architetto Luigi Cagnola
(ideatore dell’Arco della Pace a Milano), che l’aveva progettata e costruita
come sua personale residenza a partire dal 1813. Sul colle da diversi secoli
sorgeva il Palazzo dei Caravaggio, una casta di eminenti matematici. Il
Cagnola ne era diventato proprietario grazie alla madre Emilia Serponti,
della stessa famiglia della moglie dell’ultimo erede dei Caravaggio. Questo
palazzo aveva una corte interna e il Cagnola pensò di trasformarlo in un
salone circolare coperto da una gigantesca cupola rotonda che permettesse
l’illuminazione degli interni. |
Morto il Cagnola, la Rotonda passò in eredità alla
moglie e poi ai parenti di questa, marchesi d'Adda. Nel giugno del 1941, a
causa dello stato di guerra esistente tra l’Italia e la Francia, la
Rotonda, di cui era proprietaria la contessa francese Maria Luisa De Pange
(ultima discendente dei marchesi d’Adda), venne posta sotto sequestro e
affidata, per l’amministrazione, alla Cassa di Risparmio delle Provincie
Lombarde (ex CARIPLO). Terminata la guerra tornò in proprietà ai De Pange,
che nel 1949 la vendettero per 12 milioni di lire al fondatore della "Pro
Juventute" don Carlo Gnocchi, che due anni dopo vi installò il suo
Collegio di giovani mutilati di guerra e civili e poliomelitici, opera che
tuttora continua anche dopo la scomparsa del fondatore (1956). |
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Il Cagnola volle condensare nella sua villa una serie
di motivi tratti dai monumenti dell'antichità e di elementi propri
dell'architettura rinascimentale. L'inusitata costruzione dovette
suscitare una certo stupore anche tra i contemporanei, che però ammiravano
a tal punto l'edificio da farne uno dei soggetti più frequentemente
riprodotti nelle vedute paesaggistiche dell'epoca. Se l’interno riesce un
poco arido e freddo, non animato da particolari trovate architettoniche e
privo com’è di quella suppellettile e di quella decorazione che pure i
tempi sapevano produrre elegante e raffinata, l’esterno sfoggia una
fantasia inusitata e una abbondanza di motivi mai prima dispiegata dal
Cagnola. |
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Infatti ebbe grande cura negli aspetti che riguardavano
le visione d’insieme a scapito dei particolari. Il lato settentrionale,
quello che guarda verso le Alpi, è complesso rispetto alla semplicità
degli altri tre lati. Propone al centro un tempio con pronao a frontone
triangolare e sostenuto da sei colonne ioniche; ai suoi piedi giace un
terrazzo su cui si accede dopo un’imponente ed amplissima scalinata.
Lateralmente si ergono due tempietti sostenuti da due ali di colonne. Nel
tempio di sinistra (verso ponente) è stata sistemata una statua
raffigurante il marchese. Sulla facciata meridionale si trova la loggia,
detta dei Giganti, sostenuta da sei giganteschi telamoni scolpiti da
Pompeo Marchesi nel 1830. |
All’attuale accesso da Via d’Adda, vi era anche un
piccolo Arco della Pace, ma il ciclone del 1910 lo abbattè e non venne più
ricostruito. Una lapide ricorda l’evento. Particolarmente bello doveva
essere anche il grande giardino, adornato da cipressi e pini marittimi.
Le sei immagini presenti nella pagina sono i visi dei Telamoni. |