l'Orrido d'Inverigo
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LE SORGENTI, I FONTANILI, LE ROGGE
Sorgenti. Tra gli elementi che costituiscono l'idrografia superficiale bisogna ricordare, oltre al fiume Lambro e ai suoi affluenti, anche il sistema di sorgenti, fontanili e rogge. Si intende come sorgente l'emergenza in superficie di acqua sotterranea per cause naturali, connesse con l'assetto idrogeologico strutturale locale. Le sorgenti possono essere distinte in normali, termali, minerali e termominerali; inoltre possono essere classificate in temporanee e perenni. Normalmente nel territorio che stiamo considerando ci sono delle sorgenti normali perenni; le sorgenti normali possono essere classificate anche dal punto di vista quantitativo in base alla loro portata di magra annua. I fattori principali che determinano la formazione di una sorgente sono: la differenza di permeabilità degli acquiferi, la struttura idrogeologica e la morfologia della superficie topografica. Questi fattori sono quelli che danno luogo ad una classificazione di tipo qualitativa (idrogeologica o genetica). Esempi di sorgenti lungo la valle del Lambro sono quelle che si possono osservare lungo gli affioramenti di ceppo, più in particolare in prossimità della zona di contatto con l'argilla sotto il ceppo. In alcuni punti il grado di fessurazione del conglomerato è particolarmente elevato, a tal punto che a Carate Brianza ha dato luogo alle 'Grotte di Realdino', con emergenza di alcune sorgenti naturali. Le acque meteoriche, penetrando nel sottosuolo, circolano lungo le fratture del ceppo; arrivate in prossimità dei depositi delle argille sotto il ceppo (idrogeologicamente impermeabili) si ha un cambio di permeabilità che fa emergere queste sorgenti. Anche l'Orrido d'Inverigo presenta in parte queste caratteristiche e deve la sua formazione all'azione di avanzata e ritiro dei ghiacci. Geograficamente questo luogo si estende in prossimità delle cascine Alzacoda, Gheglio, Duno, Molinello e Pompello. Oltre agli affioramenti di ceppo, esso è caratterizzato dalla presenza di alcune sorgenti che si formano in prossimità del contatto con l'argilla sotto il ceppo e dalle sue particolari condizioni microclimatiche locali (con estati fresche ed inverni miti); a luglio ed agosto, per esempio, la temperatura non supera mai i 20 gradi. Fontanili. Tra i vari tipi di sorgenti che si possono formare, i fontanili, caratteristici dell'area milanese, sono tipiche sorgenti di pianura dovute alla concomitanza di più fattori. L'affioramento dell'acqua avviene infatti in aree più depresse della superficie topografica, per l'intersezione della superficie freatica con il piano campagna, dovuta anche al passaggio tra terreni di origine fluvio-glaciali e alluvionali, a granulometria prevalentemente ghia-iosa-sabbiosa, con terreni più fini argillosi-limosi. Per motivi geologici connessi con la modalità di formazione, l'area della Pianura Padana si presentava ricca di vegetazione, prevalentemente paludosa, per l'emergenza della falda superficiale che non trovava un naturale deflusso verso il fiume Po. Per eliminare tali problemi si svilupparono nel tempo delle imponenti azioni di bonifica, con la realizzazione dei fontanili e delle relative marcite tipiche della campagna a sud di Milano. Nel fontanile si distingue normalmente una testa, depressione poco profonda di alcuni metri di diametro, ed un'asta che, estendendosi verso valle, può congiungersi con altre aste e costituire un corso d'acqua di risorgiva. In prossimità della testa del fontanile, alcune volte, per facilitare l'emergenza dell'acqua di falda, venivano inseriti dei tubi di rovere o di ferro. Questi tubi venivano spinti fino alla profondità della falda superficiale (falda libera o freatica); alcune volte, però, potevano raggiungere anche profondità maggiori ed andare ad intestarsi nelle falde artesiane sottostanti (falde confinate). Esempi di fontanili sono quelli che si possono osservare nella zona del Piano d'Erba. Essa è dominata dalla presenza di un classico conoide di deiezione, dalla classica morfologia a ventaglio con apice rivolto verso monte. Questo deposito si è formato allo sbocco del fiume Lambro in un'area pianeggiante dopo un percorso montano e ha diviso l'intera piana d'Erba separando i laghi, un tempo uniti, di Pusiano e Alserio. Litologicamente questo conoide è dato da depositi ghiaiosi e sabbiosi con ciottoli (zona più superficiale e apicale), mentre più a meridione prevalgono depositi limosi-argillosi più impermeabili. È proprio in corrispondenza del passaggio tra queste due zone con litologie differenti che abbiamo la formazione di questa fascia dei fontanili del Piano d'Erba. Poco a sud di Erba, alcuni fontanili, collocati da una parte e dall'altra del Lambrone, alimentano la Roggia Gallarana; in tutta questa zona si possono osservare numerosi fontanili, come quello posto in prossimità della trattoria 'Gringhellon' e che alimenta la Roggia Ghiringella, oppure quello in prossimità del Piano d'Erba di Alserio, in zona cascina del Molino. Va qui ricordato che sulla collina di Alserio sgorga un buon numero di rogge che hanno avuto grande importanza sia per il funzionamento dei mulini della zona sia per l'approvvigionamento idrico ad uso civile. Non va dimenticato, infine, che questi fontanili formano delle zone umide molto importanti dal punto di vista naturalistico. Per le loro caratteristiche idrochimiche queste acque permettono il proliferare di particolari forme di vita animali e vegetali, come un particolare tipo di pianta galleggiante del genere Lemma, detta comunemente 'lenticchia d'acqua'. Questa pianta esercita un importante effetto di autodepurazione di queste acque, sottraendo fosforo e azoto e impedendo, di conseguenza, l'eccessivo proliferare di alghe nei livelli sottostanti; essa, in sostanza, fa da tampone nei confronti dell'eutrofizzazione, che costituisce un serio problema per tutte le acque stagnanti. Oggi i fontanili hanno perso la loro originaria funzione, ma nuovi possibili orizzonti si aprono per queste importanti opere idrauliche. Essi potrebbero essere utilizzati come zone pregevoli dal punto di vista naturalistico, da adibire a visite guidate onde favorire l'educazione ambientale. Per le particolari caratteristiche idrochimiche (acque con temperatura più o meno costante tra inverno ed estate) questi luoghi potrebbero anche essere utilizzati per l'allevamento di pesce pregiato; inoltre i fontanili costituiscono come delle ideali finestre sullo stato di salute della falda freatica (zone di biomonitoraggio della falda). Compito del Parco sarà anche quello di effettuare un censimento ed uno studio specifico su queste aree, onde potere intervenire con specifici piani di recupero per effettuare uno spurgo delle teste dei fontanili, in modo da eliminare l'eccesso di vegetazione che si è formata e che crea un possibile ostacolo al regolare deflusso delle acque. Rogge. Con il termine di roggia si indicano invece delle diversioni o derivazioni del corso d'acqua principale, cioè un sistema di canali artificiali costruiti dall'uomo per scopi plurimi. Mentre nel passato preindustriale le acque delle rogge servivano alla produzione di forza motrice per i mulini, e fornivano acqua alle industrie (tintorie, candeggi, ecc.), alle lavanderie e all'irrigazione per le colture foraggere, negli ultimi cinquant'anni, con l'affermarsi della grande industria e con il deteriorarsi delle risorse idri-che, si è assistito ad una perdita dell'antica funzione che il fiume e il suo sistema di rogge avevano esercitato su tutto il territorio. Ci sembra interessante rammentare il caso della Roggia del Principe. Essa aveva inizio in territorio di Sovico, sulla riva destra del fiume, in corrispondenza dello scarico del Molino Bassi. La Roggia scorreva da nord verso sud, mantenendosi parallela al fiume Lambro, passando per cascina Canova, cascina Biraghi, cascina Grugagna e cascina Mantova, in territorio di Biassono. In prossimità delle mura del Parco di Monza essa veniva fatta scorrere verso ovest, in direzione di Costa Bassa. Mentre il cavo principale alimentava il laghetto nella Villa Reale, una deviazione raggiungeva il manufatto di governo delle acque di piena, ubicato presso cascina Frutteto. Dopo avere alimentato il laghetto, il canale principale attraversava i giardini della Villa con percorso piuttosto tortuoso, immettendosi nella Roggia della Pelucca in località 'Valle dei Sospiri'. A partire dagli anni '70 -'75 all'interno del Parco di Monza e a Nord dello stesso (in territorio di Vedano e Biassono), l'alveo della Roggia del Principe, disattivata a metà degli anni '50, è stato occupato in parte dal condotto fognario realizzato dal Consorzio di Bonifica Alto Lambro. In questa stessa zona, meritano di essere ricordate, come importanti fonti di approvvigionamento idrico a scopo irriguo, la Roggia Ghiringhella e la Roggia Gallarana, che avevano la loro origine in Comune di Arcore, nonché la Roggia detta 'del Parco', che iniziava il suo percorso a sud della località S. Giorgio. A cura del Geologo Roberto Redaelli tratto da ´IL PARCO REGIONALE DELLA VALLE DEL LAMBRO´. |