Coordinamento Iniziative Umanitarie Inverigo




Resoconto della missione fatta a fine gennaio da Luigi Folcio e Giuliano Galbiati nello Sri Lanka.

Dopo più di due settimane di permanenza in Sri Lanka, vogliamo stilare un piccolo bilancio del lavoro fatto. Nella prima settimana abbiamo visitato le località colpite dalla tragedia dello Tsunami.
Siamo stati nella zona sud dell' isola e in particolare ci siamo fermati nei villaggi devastati lungo la costiera che da Colombo porta fino a Matara e Hambantota. Poi ci siamo spostati ad est e abbiamo percorso la costa da Kalkudah, a nord di Batticaba, fino a Sammanturai a sud di Kalmunai. Quello che abbiamo potuto vedere e' stato l' effetto di un disastro, capitato repentinamente e senza preavviso su una popolazione inerme e completamente ignara. Non c'era un solo centimetro di costa che non fosse stato violentato dalle onde impazzite: case distrutte, muri piegati a terra, mobili sfasciati, vestiti semi sommersi dal fango, buttati in tutti gli angoli dei muri in cui si potevano impigliare o scaraventati sui rami degli alberi di cocco, di mango o di papaia che circondano sempre le baracche dei pescatori. Colpiva e rattristava il vedere gli oggetti cari e ricchi di ricordi buttati quà e là dalla insensibilità delle onde: fotografie di momenti felici, quelle del giorno del matrimonio, libri e quaderni di scuola riempiti da frasi ormai sbiadite, macchiate, quasi illeggibili, ma che esprimevano ancora la voglia dei bambini di imparare, di migliorare, simboleggiando la loro speranza per il futuro riportata sulla carta in caratteri cingalesi o tamulici, così diversi dai nostri. Infine la presenza dei sopravvissuti, a cui toccava vivere una sofferenza grandissima senza capire il perchè.
La repentinità e l' ignoranza del fenomeno tsunami ha avuto tre momenti drammatici che hanno colpito una popolazione ignara e impreparata. Un primo momento in cui il mare, calmo e tranquillo, si e' improvvisamente ritirato per decine e decine di metri dalla costa, lasciandola inspiegabilmente all'asciutto: i pesci e altri animali acquatici sono rimasti intrappolati nelle secche del fondo, facile richiamo per bambini e adulti che sono corsi dentro a prenderli. Subito dopo, all' orizzonte, si e' profilata una montagna d'acqua, dalla forma di onda, alta parecchi metri e che correva a una velocità spaventosa verso la riva.
Dicono a parecchie centinaia di chilometri all'ora. Arrivando in prossimità della costa, l'onda raschiava i bassi fondali e si arricchiva di terriccio e di sabbia. L'urto violento di un tal impasto contro la gente e in particolare i bambini e' stato un terribile abbraccio mortale. Dopo questa prima onda, ne è comparsa una seconda, più spaventosa. Ha sfondato le barriere della costa e ha travolto le case per quasi un chilometro all'interno. La gente, che cominciava la propria giornata nelle vicinanze o all' interno delle mura domestiche, se l' e' viste crollare addosso per poi essere sommersa dal fango. Infine, una terza onda, meno potente, ma in grado di cancellare quanto si era salvato dalle prime due. La dinamica della tragedia ci è stata raccontata dai sopravvissuti. Questi ultimi sono stati ammassati, coi pochi mezzi a disposizione, nei templi, nelle chiese, nelle scuole e nei collegi rimasti in piedi perché, costruiti più all'interno. Intanto la macchina dei soccorsi si e' mossa in modo disorganico all'inizio, e poi sempre più ordinatamente. Da ogni parte del mondo si sono mosse molte organizzazioni portando aiuto fisico e denaro per l' emergenza.
Noi abbiamo visitato solo due zone colpite, una nel profondo Sud dell'isola e l'altra ad Est: comunque due zone tra le più martoriate. Abbiamo però potuto osservare una disparità di "presenze": mentre nel sud c'erano moltissime macchine di movimentazione terra, moltissime ONG, con centinaia di volontari, e persino la marina americana con mezzi potentissimi, la parte est, al contrario, ci e' sembrata un poco lasciata a sé stessa. La gente era stata comunque evacuata in posti sicuri, dotati di acqua potabile, con distribuzione di viveri e vestiti, con presidi sanitari, ma mentre nel sud le macerie venivano portate vie e si intravedevano le prime ricostruzioni, nell' est tutto era fermo come nei primi giorni.
Questa lunga premessa serve per spiegare le motivazioni che stanno alla base delle scelte operative che abbiamo adottato in favore della popolazione locale colpita. I nostri interlocutori locali sono stati scelti tra le istituzione che operano in Sri Lanka da molto tempo e che conosciamo da dieci anni per aver collaborato in altri progetti a favore dei poveri. La validità e la serietà del loro impegno e' fuori discussione ed e' documentata da numerosi interventi fatti in anni passati, e nei progetti in atto prima che capitasse la tragedia dello Tsunami.
Abbiamo speso 40.000 Euro per l'acquisto di tre grosse macchine per la movimentazione terra. Sono stati date ai salesiani di don Bosco, presenti nello Sri Lanka da oltre trent'anni. Con le macchine sbancheranno la terra per la costruzione di case ai senzatetto di Negombo e dei villaggi immediatamente a Nord di Trincomalee, secondo progetti che noi abbiamo potuto vedere e verificare sul posto. Abbiamo ritenuto l'acquisto delle macchine un buon investimento perché, in questo momento di grandi richieste di ricostruzione, potranno anche essere affittate per realizzare i progetti di altre organizzazioni.
Il ricavato permetterà la costruzione di altre case e creerà altri posti di lavoro, che qui sono una emergenza del dopo Tsunami. 20.000 Euro sono stati dati alla organizzazione Shanty, creata 25 anni fa e tuttora gestita dal suo fondatore padre Michele Catalano, gesuita. La somma serve all' acquisto di reti per i pescatori della costa a sud di Colombo, nelle vicinanze di Morotuwa. Qui le onde dello Tsunami hanno portato via quasi cinque chilometri di baraccopoli costruita ai lati della ferrovia che costeggia l' oceano. I sopravvissuti si sono trovati senza gli strumenti di lavoro quotidiano: sono andate distrutte tutte le loro piccole imbarcazioni e hanno perso le reti. Oltre a questo e' stato acquistato pentolame per cucinare: nell' emergenza alcune organizzazioni hanno portato riso e cibo "crudo" che gli interessati poi non sapevano come cucinare. 30.000 Euro sono stati dati ai salesiani per l'acquisto di 10 barche, robuste e di media pezzatura, capaci di affrontare l' oceano anche al largo. Ognuna di queste e' dotata di un motore fuoribordo da 30 cavalli e di un set di reti idonee alla pesca. Appena pronte, le barche saranno portate nei villaggi intorno a Trincomalee e date a dieci famiglie di pescatori che hanno perso tutto. 50.000 Euro sono stati dati alla congregazione " Apostolic Carmel " da sempre presente nello Sri Lanka con collegi e orfanotrofi. Le suore lavorano soprattutto nelle zone disagiate e periferiche dell' isola, dove nessun altro vuole andare. Hanno già case lungo la costa devastata. Dopo aver verificato sul posto, abbiamo deciso, con la loro madre Provinciale suor Sunitha, ed in accordo con la madre generale di Madras in India, la costruzione di un nuovo orfanotrofio per accogliere nuovi bambini. La località scelta è Kalumunai, a sud di Batticaba, nella costa est, dove già le suore gestiscono un collegio e un vecchio orfanotrofio con circa 50 bambine. Questi soldi hanno permesso l'inizio immediato dei lavori di muratura su un progetto redatto dalle suore stesse e da un tecnico locale. Noi abbiamo accantonato altri 50.000 Euro da pagare durante lo stato di avanzamento lavori dell' opera. Oltre a questo siamo in trattativa per acquistare un terreno a Sammanturai, 20 chilometri a sud di Kalmunai. Qui le suore hanno già un orfanotrofio. In previsione di un inevitabile ampliamento, le abbiamo consigliate di acquistare il terreno confinante. Ovviamente la trattativa è portata avanti dalle suore e noi non vogliamo comparire, altrimenti i prezzi andrebbero alle stelle. A cose fatte e se il prezzo sarà ragionevole, noi pagheremo.
Noi pensiamo di aver fatto del nostro meglio per aver concretizzato, nell'arco di due settimane, quanto le nostre comunità ci hanno affidato, e questo grazie a una conoscenza decennale dello Sri Lanka e delle istituzioni che vi operano. Abbiamo privilegiato per il momento gli investimenti, e di questi una grossa fetta l'abbiamo riservata ad esclusivo favore dei bambini orfani. Abbiamo voluto privilegiare la costa est dello Sri Lanka, quella di Trincomalee, di Batticaba, che, alla data odierna, è la meno aiutata e servita rispetto a quella a sud di Colombo, Galle, Matata e Ilambantota.

Giuliano Galbiati.


Galleria fotografica del viaggio in Sri Lanka di L. Folcio e G. Galbiati.



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