Viaggio USA agosto 1998

9 agosto

Colazione sempre al “Keefer’s”, dove la cameriera di ieri sera non ci considera proprio, poi tagliamo la montagna per arrivare sulla “Highway 1”.
 
Passiamo a fianco di basi e depositi militari, vigneti, praterie con le   mucche e boschi incendiati! La temperatura, sempre fresca fino ad oggi, sale in certi punti sino a 35°, poi dopo poche miglia ritorna sullo standard. Ci sono molti scoiattoli che attraversano la strada, uno purtroppo ha avuto un incidente con la ruota della jeep. 

 

La “Hwy 1” è una “scenic route” veramente emozionante, con passaggi sulla costa rocciosa mozzafiato.Cerchiamo una spiaggetta a “Big Sur”, dove preso da un raptus mi immergo nelle acque un po’ freddine dell’Oceano, giusto il tempo di tuffarmi in qualche bella onda e congelarmi le gambe. Sulla sabbia ci sono alghe a forma di frusta (sembrano tubi di gomma per innaffiare) lunghe quattro metri. Arriviamo a Carmel, cittadina famosa perché non ha i numeri civici ed ha avuto come sindaco Clint Eastwood. Facendo shopping incontriamo un maestro americano innamorato dell’Italia (si scioglie ogni volta che ricorda i suoi viaggi a Roma, Pompei, ecc.), che ci consiglia un ristorantino poco lontano. Lo “Stravaganza” sarà ricordato per la pizza mattone e per l’incontro con cinque ragazzi di origine messicana che ci offrono aiuto sia per calcolare la mancia che per trovare un volo fino a NY. Dopo aver passato un bel numero di motel, troviamo una camera al “Pacific Inn”, ma purtroppo torniamo a Carmel troppo tardi per vedere il famoso tramonto nella baia (da solo vale la visita alla città...).
 

 

10 agosto

Ormai il jet-lag non ci tocca più, ci alziamo con calma e andiamo al molo di Monterey. Mentre giriamo tra negozi e pescatori, la Barbara rimane a rosolare in spiaggia. E’ divertente vedere le baruffe tra i gabbiani, le foche e i pellicani che si contendono il pesce scartato. Torniamo dopo aver constatato come anche questo “wharf” si distingua per la pulizia e l’efficienza, e vediamo Barbara parlare con una ragazza.  E’ italiana, si chiama Margherita ed è in spiaggia siccome oggi non deve lavorare. Subito si dimostra entusiasta di aiutarci e ci porta in agenzia viaggi, dove Heather, una sua grande amica, ci prenota il volo da Las Vegas a NY facendoci un ottimo prezzo.Dopo un caffè a casa sua, molto carina e ben curata, andiamo a fare compere. Prima in un “tv store”, poi da “Macy’s”, dove (attirati anche dagli sconti) diamo via libera alla carta di credito. Per cenare, ci fermiamo al “Safe store” a comprare “steak”, “sour cream” e “baked potato” quindi siamo spiti di Margherita per gustare una vera “american dinner” preparata con barbecue e forno a microonde. Trascorriamo piacevolmente la serata parlando delle peripezie passate da Margherita in questi anni.  Rincasiamo al motel “Super 8”, dove faccio una rilassante seduta di idromassaggio all’aperto sotto le stelle...

11 agosto

La prima preoccupazione della giornata è trovare un altro motel, visto che decidiamo di rimanere un altro giorno. Il “Magic Carpet” è caro (110$) ma “No Vacancy” campeggia un po’ ovunque. Pensando di fare una buona cosa, torniamo da Heather e approfittiamo della sua bravura per farci prenotare un hotel a NY e lo “stratosphere” a Las Vegas.
 
Il tempo è uggioso, ma ci fermiamo lo stesso in spiaggia, sull’erba di “lover’s point”, dove passiamo quasi tutto il pomeriggio. Facciamo poi il giro della “17 miles drive”, strada che attraversa un’oasi privata piena di megaville con annessi campi da golf (famoso il torneo di “Pebble beach”) e dove si vedono scoiattoli e cervi gironzolare liberi per i prati!

Questa sera abbiamo appuntamento con Margherita e, come al solito, ci presentiamo in ritardo. Facciamo un rapido giro tra le bancarelle del mercatino serale di Monterey, Margherita si compra una dozzina di rose e ci porta a cenare al “Tutto buono”. Il ristorante è decisamente chic, ma la cucina italiana... è decente fino all’antipasto, mentre il risotto speciale viene proprio bocciato. Per concludere degnamente, torniamo a Carmel al “Hog’s Breath”, il risto-pub di Clint, per un caffettone gustato di fianco al fuoco.
 
 

12 agosto

Dopo questo soggiorno prolungato a Monterey, ripartiamo verso nord e facciamo tappa a Gilroy. Lungo la strada vediamo una vallata coltivata a fragole: non resistiamo e ne compriamo una cassettina dagli operai che le stanno raccogliendo. Ci dicono che grazie al clima favorevole la raccolta si estende da aprile a ottobre! Gilroy presenta due caratteristiche: è la capitale del “garlic” (appena entrati si sente odore di aglio...) e c’è un grande “outlet”. Quest’ultimo è una raccolta (tipo centro commerciale) di negozi, tra cui c’è il “Royal Doulton” in cui lavora Margherita. E’ incredibile quanto questi centri attirino turisti e li inducano ad acquistare, tanto che anche noi ci facciamo contagiare e spendiamo ancora...Salutiamo Margherita con la promessa di risentirci e andiamo a Santa Cruz. Appena arriviamo, ci imbattiamo in una serie di tipi “scoppiati”: tutta la città ha un’aria decisamente trasgressiva. Trovato il motel andiamo a cenare al “Burgher King” e facciamo un giro sul lungomare. C’è molta nebbia e ormai è buio, ma dalla costa sotto il faro si scorgono ancora molti surfisti che cercano le ultime onde della giornata. Abbiamo anche visto un parco giochi stabile con almeno 3 diverse montagne russe e un casinò: decisamente una città votata alla gioventù.


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