Viaggio USA agosto 1998

13 agosto

Il tempo oggi è buono e forse è l’ultimo giorno che passiamo sulla costa. Perciò dopo aver parcheggiato l’auto, parcheggiato la Barbara in spiaggia, facciamo il solito giro del “pier”. Nella moltitudine di negozi c’è sempre modo di far passare il tempo, anche solo per ricercare cose strane (ad esempio la t-shirt di Vincent Vega UCSC). La spiaggia è colma di ragazzi e surfisti, così malgrado l’acqua fredda e le discrete onde, faccio l’ultimo bagno tra le immancabili alghe e i bambini con i loro piccoli surf (gasati più che mai). Alle 15 partiamo per San José, il limite sud della mitica “Silicon Valley”: anche qui una breve camminata nel parco dove sta per iniziare un concerto, cena a base di panini, poi al “Vagabond Inn” per la notte.

Di fianco alla strada si vede un grosso campo di aviazione, dove spicca un enorme hangar affiancato da una gigantesca galleria del vento (per aerei...) usata anche dalla NASA. Poco distante sorge uno stabilimento della altrettanto famosa “Lockheed Martin”: come città a base di tecnologia, direi che si presenta decisamente bene!

 

14 agosto

Dopo esserci svegliati (un po’ lentamente), come prima cosa visitiamo il museo della Intel, abbastanza interessante e pieno di marchingegni interattivi per spiegare il funzionamento di ogni componente del computer. C’è anche un moderno chip con a fianco un barattolone pieno di chip di dieci anni fa: il “gioco” consiste nell’indovinare il numero esatto di chip oggi miniaturizzati nell’unico integrato! Poi è la volta della base aerospaziale, dove fuori troviamo modellino scala 1:3 dello “Shuttle”, un “U2” e un razzo “Titan” a due stadi, mentre dentro molti souvenir in tema. Escursione veloce a Palo Alto, sede della famosa “Stanford University”: il campus è veramente un grande parco con edifici immersi in oasi di prati, alberi e fontane (che invidia...).

Proseguiamo per San Francisco e la prima preoccupazione è il motel. La situazione è critica, ma il nostro amico “Ricky” ci sistema in un motel un po’ fuori città, ma per $60. Parcheggio custodito e via verso “Marker st.”. La citta si presenta subito cosmopolita e piena di homeless, tanto che sono titubante ad usare la telecamera. Il termometro è sceso fino a 15° e il vento ci peggiora la situazione, visto che stiamo passeggiando in costume e sandali!



Tornati all’auto, ci spariamo il giro del “Bay Bridge”, con vista della baia e di “Alcatraz” (2,5 miglia dalla costa, eppure nessun evaso l’ha mai raggiunta... vivo!), quindi attraverso il “Golden Gate” calato in una nuvola, raggiungiamo il motel.

15 agosto

Ritorniamo a S.Francisco (dista 30 minuti) per visitarla un po’. Finalmente passiamo il confine e siamo a “North Beach” nel quartiere italiano.
Ogni palo è colorato con il tricolore e i negozi hanno un’aria familiare.
In corso Cristoforo Colombo ne troviamo uno pieno di salumi, formaggi e vino Chianti: finalmente scatta un panino col prosciutto!



Con l’auto facciamo alcune delle famose strade con delle pendenze da discesa libera, tra cui la fiorita “Lombard st.” e andiamo a parcheggiare vicino al “Moma”. Dopo aver fatto i biglietti per il “Cable Car”, il mitico tram a fune caratteristico della città, vediamo che c’è troppo fila per salire, così ci incamminiamo a piedi. Dopo aver tentato di prenderlo al volo invano, cambiamo strada tagliando per “Chinatown”.



La strada è piena di negozi multicolore con insegne fittissime scritte in cinese, ma la merce che vendono è poco interessante. Stupiscono i negozi di “macelleria”, dove si trovano pollai per le uova fresche, vasche per il pesce vivo e tartarughe squartate! Vedendo come gli acquirenti toccano un po’ tutto quello esposto, penso che farò fatica a tornare in un ristorante cinese.

Torniamo questa volta con la “Cable Car” e raggiungiamo in serata Sacramento, per una rilassante seduta idromassaggio.


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