Vi consigliamo di evitare:

a) di filmare o fotografare in luoghi dove è espressamente o meno vietato.

In effetti gli egiziani conoscono molto bene il vizio nippon-europeo di filmare ogni istante. Ma d'altronde...sono luoghi così unici che si spera di portarne a casa almeno un ricordo. Ed ecco ovunque divieti e balzelli o salassi veri e propri, per chi usa o vuole usare telecamere o macchine fotografiche. Nel museo del Cairo L.50.000 per telecamera e 25.000 per macchina fotografica.

Non ci siamo arresi e abbiamo pagato, ma ...non bastava, c'erano alcune sale- vedi quella delle mummie- dove filmare era comunque vietato. Noi non lo sapevamo o non l'abbiamo visto, e la guardia per un pelo ci sequestra la telecamera; per essere certo che non si fosse ripreso niente (in effetti era solo stata puntata), ha voluto  visionare personalmente più volte tutta la pellicola...e a nulla valevano le nostre spiegazioni...però alla fine ci ha lasciato andare.

b) escursioni in cammello vicino alle piramidi.

Ecco questa è una di quelle cose al limite. Quando ti portano via con il cammello, c'è il rischio di non tornare. Ti conducono in groppa al cammello su uno spiazzo lontano o comunque controvento, dove non puoi chiedere aiuto e ti riportano indietro o ti fanno scendere dal cammello, solo quando hai sborsato un bel po' di soldi. Ho visto persone che avevano dovuto consegnare persino gli occhiali da sole!!

c) gite notturne sui calessi

Evviva! Una serata libera e non più scandita dalla voce della nostra guida. Usciamo "furtivi" dall'Hotel e prendiamo uno di quei calessi, per andare a visitare Luxor di notte. L'ometto che ci accompagna ci fa fare dapprima un giretto nei pressi della Tebe antica e poi mano a mano si inoltra sempre più nella città, e sembra quasi che giri a vuoto, fino ad evitare di rispondere ad ogni nostra  richiesta di capire dove siamo. Alla fine si ferma in uno dei vicoli, dove ci saranno stati almeno una cinquantina di egiziani, tutti in tunica (o galabeia!), che erano seduti qua e là ad oziare. Allora iniziamo ad avere paura e chiediamo di tornare a gran voce. Noi ragazze, già pensiamo  di doverci difendere a morsi, e i maschi hanno più paura di noi. Alla fine, e lentamente, il dannato riprende la strada e noi, soprattutto per scendere, ci facciamo lasciare in un negozio. Acconsente subito e lì riusciamo persino a distrarci e comperare dei souvenir, chiedendoci quali intenzioni avesse avuto poco prima. Poi ci  riaccompagna  all'Hotel lì vicino. 

 

 

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