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Cornelio Nepote

De Viris Illustribus - Thrasybulus

Capitolo IV


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Per i suoi grandi meriti gli fu conferita come onorificenza dal popolo una corona, composta da due ramoscelli di olivo. Poiché essa era espressione dell'amore dei cittadini e non di imposizione, questa non gli suscitò alcuna invidia, anzi, fu per lui fonte di grande gloria. Disse bene, dunque, quel celebre Pittaco, che fu annoverato tra i sette sapienti, quando gli abitanti di Mitilene volevano dargli in dono molte migliaia di iugeri di terreno: "Non mi date, vi prego, ciò che molti potrebbero invidiare, parecchi persino desiderare. Per tale motivo di questi io non voglio più di cento iugeri, perché essi simboleggino la mia equità e il vostro affetto". Infatti i doni piccoli sono di solito duraturi, quelli ricchi instabili. Appagato pertanto da quella corona, Trasibulo né ricercò di più né ritenne che nessuno fosse stato più onorato di lui. Egli, in seguito, in qualità di stratega compì uno sbarco in Cilicia, ma siccome i turni di guardia nel suo accampamento erano fatti con scarsa diligenza, i barbari fecero irruzione nel corso della notte dalla loro roccaforte e lo uccisero nella sua tenda.




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