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Cornelio NepoteDe Viris Illustribus - MiltiadesCapitolo IVVai al brano corrispondente in LatinoMa Dario, essendo tornato in Asia dall'Europa, visto che gli amici lo esortavano a ridurre in suo potere la Grecia, allestì una flotta di cinquecento navi e a capo di questa mise Dati e Artaferne, diede loro duecentomila fanti e diecimila cavalieri adducendo il prestesto che era nemico degli Ateniesi, poiché con il loro aiuto gli Ioni avevano espugnato Sardi e ne avevano ucciso i corpi di guardia. I generali regi, fatta approdare la flotta in Eubea, presero velocemente Eretria e, catturati tutti i cittadini di quella città, li inviarono in Asia al re. Da lì entrarono in Attica e condussero le loro truppe nella pianura di Maratona. Questa si trova a circa dieci miglia dalla città. Gli ateniesi, sbigottiti da questa invasione tanto vicina e poderosa non chiesero aiuto a nessuno se non agli Spartani e inviarono a Sparta Fidippo, un corriere di quel genere che vengono chiamati emerodromi, per annunciare quanto era necessario un aiuto rapido. Intanto in patria nominano dieci strateghi per comandare l'esercito, fra i quali c'era Milziade. Fra questi ci fu una grande disputa, se dovevano difendersi da dentro le mura o dovevano andare incontro ai nemici e combattere in un campo di battaglia. Il solo Milziade insisteva moltissimo affinché il prima possibile venisse costruito un accampamento: se fosse stato fatto ciò, sia i cittadini, vedendo di potere contare sul loro valore, avrebbero ripreso coraggio, sia i nemici, per la stessa ragione, sarebbero stati più cauti se vedevano che si osava combattere contro di loro con truppe tanto esigue.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Cornelio Nepote |