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Lisandro, Spartano, lasciò una grande fama di sé, guadagnata più con la fortuna che con la virtù. E' noto, infatti, che egli sconfisse gli Ateniesi dopo venticinque anni che combattevano gli Ateniesi. Come sia riuscito ad ottenere tale vittoria è risaputo. Ciò non accadde per il valore del suo esercito, bensì per l'indisciplina degli avversari, che, trasgredendo gli ordini dei propri comandanti, sparpagliati per i campi dopo avere abbandonato le navi, caddero nelle mani dei nemici. Per questo evento gli Ateniesi si arresero agli Spartani. Esaltato da questa vittoria, nonostante che già in precedenza fosse sempre stato sedizioso e senza scrupoli, si abbandonò al suo istinto a tal punto che gli Spartani, a causa sua, si guadagnarono il massimo odio della Grecia. Infatti mentre gli Spartani avevano detto che la ragione che gli spingeva alla guerra era contrastare il potere dispotico degli Ateniesi, Lisandro, dopo essersi impadronito della flotta dei nemici presso Egospotami, non fece altro che concentrare i suoi sforzi per tenere sotto la sua autorità tutte le città, fingendo di fare ciò per il bene degli Spartani. Ed infatti, cacciati dovunque coloro che avevano parteggiato per gli Ateniesi, aveva scelto per ogni città dieci uomini per affidare loro il sommo comando civile e militare. Nessuno era ammesso nel numero di questi, se non coloro che gli erano legati da vincoli di ospitalità o chi gli aveva assicurato la propria fedeltà con un giuramento.




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