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Cornelio Nepote

De Viris Illustribus - Iphicrates

Capitolo III


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Fu inoltre grande di animo, di corporatura e nell'aspetto maestoso, al punto che con il solo vederlo destava ammirazione in chiunque, mentre, come ci ha tramandato Teopompo, era poco portato alla fatica e poco resistente; ciononostante fu un cittadino buono e molto onesto. Dimostrò ciò anche in altre situazioni, ma soprattutto nel proteggere i figli del macedone Aminta. Ed infatti Euridice, madre di Perdicca e di Filippo, dopo la morte di Aminta, si rifugiò da Ificrate e venne difesa con i suoi mezzi. Visse fino alla vecchiaia nella benevolenza dei suoi concittadini. Una sola volta, durante la guerra sociale, si difese in un processo capitale e, assieme a Timoteo, fu assolto. Lasciò un figlio, Menesteo, nato da una donna Trace, figlia del re Coti. Quando a costui si chiese se stimava maggiormente il padre o la madre, egli rispose "La madre". E poiché a tutti sembrava strana quella risposta, aggiunse: "Ma lo affermo per un valido motivo. Infatti il padre, per quanto è dipeso da lui, mi ha generato Trace, mentre la madre Ateniese".




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