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Cornelio NepoteDe Viris Illustribus - IphicratesCapitolo IVai al brano corrispondente in LatinoIficrate, Ateniese, viene celebrato non tanto per la grandezza delle imprese quanto per la disciplina militare. Fu infatti un comandante di tale valore che non solo era paragonato ai migliori condottieri del suo tempo, ma non gli veniva anteposto nemmeno qualcuno nato prima di lui. In verità trascorse gran parte della sua vita in guerra, spesso fu al comando di eserciti; in nessun luogo gestì male un'impresa per un suo errore; vinse sempre con senno, e grazie a ciò fu così capace che in parte innovò e in parte migliorò molte cose nell'arte militare. Infati cambiò le armi della fanteria. Mentre i fanti, prima che egli divenisse comandante, utilizzavano scudi grandissimi, aste corte, spade piccole, lui al contrario sostituì la pelta alla parma - per tale motivo in seguito i fanti vengono chiamati "peltasti" - affinché essi fossero più leggeri nei movimenti e negli assalti; raddoppiò la lunghezza dell'asta, fece più lunghe le spade. Allo stesso modo cambiò il tipo di armature, e al posto di quelle intrecciate e di bronzo ne diede altre di lino. In tal modo rese i soldati più liberi da impacci: infatti, tolto il peso, procurò qualcosa che allo stesso tempo proteggesse il corpo e fosse leggero.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Cornelio Nepote |