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Cornelio Nepote

De Viris Illustribus - Phocion

Capitolo IV


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Quando poi si giunse in città, e Focione era portato su un carro perché a causa dell'età non riusciva più a camminare, vi fu un grande afflusso di persone: alcuni, ricordando l'antica fama, avevano pietà dell'età, ma la larga maggioranza bruciavano di rabbia per il sospetto del tradimento del Pireo e soprattutto perché nella vecchiaia si era schierato contro gli interessi del popolo. Per questo non gli venne concessa neppure la possibilità di concludere la sua arringa difensiva. Poi, condannato, sbrigate alcune formalità giuridiche, fu consegnato dal tribunale agli Undici, ai quali, secondo l'usanza degli Ateniesi, si consegnano di solito i condannati pubblici per essere giustiziati. E mentre costui veniva condotto a morte, gli si avvicinò il suo vecchio amico Eufileto. Poiché costui gli aveva detto piangendo: "Quale sorte indegna subisci, o Focione!", questi: "Ma non inattesa", gli rispose. "Una fine come questa infatti l'hanno avuta la maggior parte degli uomini illustri di Atene." Tale fu l'odio della folla nei suoi confronti, che nessun uomo libero osò portarlo alla sepoltura. Perciò fu seppellito da degli schiavi.




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