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Cornelio NepoteDe Viris Illustribus - CononCapitolo IIVai al brano corrispondente in LatinoNonostante la situazione fosse disperata e avendo sentito che la patria era sotto assedio, non cercò un posto dove potesse vivere tranquillo, ma un modo con cui potesse essere a difesa dei suoi concittadini. Così si recò da Farnabazo, satrapo della lonia e della Lidia e al tempo stesso genero e parente del re; e per guadagnarsi buon credito presso di lui affrontò molta fatica e molti pericoli. Gli Spartani, una volta sconfitti gli Ateniesi, non facevano più parte dell'alleanza che avevano stipulato con Artaserse e avevano spedito Agesilao a combattere in Asia, sollecitati soprattutto da Tissaferne, il quale, una delle persone più vicine al re, aveva abbandonato la sua amicizia e aveva stretto una alleanza con gli Spartani: contro di lui fu nominato comandante in capo Farnabazo, ma in pratica capo dell'esercito fu Conone e tutte le operazioni si svolsero in base ai suoi ordini. Egli creò molte difficoltà al generale Agesilao e spesso ne fece saltare i piani; fu chiaro che, se non ci fosse stato lui, Agesilao avrebbe strappato al re l'Asia fino al Tauro. E quando quello fu richiamato in patria dai suoi concittadini, poiché i Beoti e gli Ateniesi avevano dichiarato guerra agli Spartani, Conone continuava allo stesso modo la sua attività presso i satrapi del re e a tutti loro offriva i suoi preziosi servigi.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Cornelio Nepote |