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Cornelio Nepote

De Viris Illustribus - Cimon

Capitolo III


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Essendo il solo in città a distinguersi in modo tanto eccellente grazie a queste imprese, cadde nella stessa ostilità in cui erano incappati suo padre e gli altri capi ateniesi. Venne così condannato ad un esilio di dieci anni con il voto dei cocci , che chiamano "ostracismo". Gli Ateniesi, però, si pentirono di ciò ancora prima di lui. Infatti, nononstante egli si fosse piegato con animo forte all'ostilità dei suoi ingrati concittadini, subito si rimpianse il suo ben noto valore, poiché gli Spartani avevano dichiarato guerra agli Ateniesi. Così, cinque anni dopo essere stato cacciato, fu richiamato in patria. E dal momento che aveva rapporti di ospitalità con gli Spartani, ritenendo fosse meglio dirigersi velocemente a Sparta, di sua volontà partì e ottenne la pace tra le due potentissime città. Non molto tempo dopo, inviato a Cipro in veste di comandante con duecento navi, dopo aver sottomesso la maggior parte dell'isola, ammalatosi, morì nella città di Cizio.




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