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Cornelio Nepote

De Viris Illustribus - Hannibal

Capitolo IV


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Aveva combattuto presso il Rodano contro il console Publio Cornelio Scipione e lo aveva respinto. Si misurò con questo stesso a Casteggio, vicino al Po, e lo lasciò andare ferito e in fuga; per la terza volta lo stesso Scipione giunse contro di lui presso il fiume Trebbia con il collega Tiberio Longo. Venne a battaglia con loro e li sconfisse entrambi, da lì oltrepassò l'Appennino attraverso il territorio dei Liguri, dirigendosi verso l'Etruria. Durante questo viaggio venne colpito da una malattia degli occhi tanto grave che in seguito non usò più bene l'occhio destro allo stesso modo. Sebbene soffrisse ancora della malattia e si facesse portare in lettiga, uccise il console C. Flaminio dopo averlo accerchiato con un'imboscata con l'esercito, e non molto tempo dopo uccise il pretore C. Centenio con delle truppe scelte mentre stava occupando i valichi. Da lì giunse in Puglia: là gli vennero incontro due consoli, C. Terenzio e L. Emilio. Mise in fuga gli eserciti di entrambi durante una battaglia, uccise il console Paolo ed alcuni ex consoli, tra cui Gneo Servilio Gemino che era stato console l'anno prima.




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