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Cornelio NepoteDe Viris Illustribus - HamilcarCapitolo IIVai al brano corrispondente in LatinoMa quando egli arrivò a Cartagine trovò lo Stato in una situazione molto diversa da quanto aveva sperato. Ed infatti a causa della durata di quella esterna scoppiò una guerra civile così grave che Cartagine non si trovò mai in un pericolo del genere, se non quando venne distrutta. Dapprima si ribellarono i soldati mercenari, che erano stati contro i Romani; il loro numero era di ventimila. Essi sollevarono l'Africa intera e assaltarono la stessa Cartagine. I Cartaginesi furono così sbigottiti da queste disgrazie al punto che chiesero anche delle truppe ausiliarie ai Romani e le ottennero. Ma finalmente, quando ormai erano quasi giunti alla disperazione, nominarono Amilcare comandante supremo. Egli non solo respinse i nemici dalle mura di Cartagine, nonostante ve ne fossero più di centomila armati, ma addirittura li mise alle strette, al punto che, bloccati per la strettezza dei luoghi, morirono più per la fame che per la spada. Restituì alla patria tutte le città che si erano ribellate, fra queste Utica e Ippona, le più potenti di tutta l'Africa. Né si accontentò di questo, bensì allargò anche i confini dell'impero, ristabilì una tale pace in tutta l'Africa al punto che in essa sembrava non ci fosse stata nessuna guerra da molti anni.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Cornelio Nepote |