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Cornelio NepoteDe Viris Illustribus - AlcibiadesCapitolo IVai al brano corrispondente in LatinoAlcibiade, figlio di Clinia, Ateniese. In lui sembra che la natura abbia sperimentato le sue possibilità. Difatti, fra tutti coloro che ne hanno tramandato la memoria, risulta evidente che nessuno più di lui è stato eccellente o nei vizi o nelle virtù. Nato in una grandissima città, di nobilissima stirpe, era di gran lunga il più bello di tutti nella sua epoca, abile in ogna cosa e pieno di senno - ed infatti fu comandante supremo sia sul mare sia sulla terra, tanto eloquente da essere fra i primi a parlare, in quanto era tanto il fascino del suo linguaggio e della sua oratoria che nessuno riusciva a resistergli -, ricco; quando il momento lo richiedeva, laborioso, paziente, generoso, signorile non meno nella vita pubblica che in quella privata; affabile, seducente, abilissimo ad adattarsi alle circostanze: ma egli stesso, non appena aveva allentato la tensione e non aveva ragione per applicarsi, si trovava lussurioso, dissoluto, libidinoso, senza regole, a tal punto che tutti si stupivano che nella medesima persona ci fosse una così grande contraddizione e una natura tanto varia.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Cornelio Nepote |