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Livio

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Scalata a una rupe strategica


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In Africa i disertori, che allora si trovavano fra le truppe ausiliarie Romane, scorsero una zona altissima della cittā, che era protetta da una molto alta, non difesa da alcuna fortificazione e sguarnita di difensori. Gli uomini dai corpi leggeri e rapidi per il molto esercizio, la scalano portando con loro, dove vi riuscivano per la sporgenza in modo disuguale della rupe, dei chiodi di ferro. Dovunque si presentava una pietra sdrucciolevole e scoscesa, piantando dei chiodi ad intervalli non eccessivi, visto che avevano fatto quasi degli scalini, i primi tirando su a mano coloro che seguivano, gli ultimi sollevando coloro che li precedevano, arrivano in cima; quindi corrono con grida verso la cittā ormai conquistata dai Romani. Allora in veritā fu evidente che la cittā era stata espugnata dall'ira e dall'odio. Nessuno si ricorda di prigionieri vivi, nessuno del bottino. Trucidano gli inermi accanto agli armati, le donne allo stesso modo degli uomini: l'ira crudele giunse fino alla strage dei bambini. In seguito danno fuoco ai tetti e distruggono tutte le cose che non possono essere distrutte con un incendio, al punto che stette a cuore dei vincitori persino estinguere le tracce della cittā e cancellarne il ricordo.




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