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Cicerone

De Re Publica - Somnium Scipionis

Capitolo XXIV


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Dopo che ebbe detto queste cose, dissi: "O Africano, se è vero che per chi è benemerito della patria si apre una via per entrare in cielo, io, nonostante fin dall'infanzia abbia camminato sulle orme di mio padre e sulle tue, non sia venuto meno al vostro decoro, ora tuttavia, promessomi un grande premio, mi adopererò con molto più impegno". E lui: "Sforzati, dunque, e considera per certo questo, che tu non sei mortale, ma lo è questo corpo; infatti tu non sei ciò che questo tuo aspetto esteriore manifesta, ma ognuno è ciò che è la propria anima, e non l'aspetto fisico che può essere indicato con un dito. Sappi allora che sei un dio, se è davvero un dio colui che continua a vivere, che è cosciente, che ricorda, che prevede il futuro, che regge, regola e muove quel corpo, a cui è preposto, così come quel sommo dio governa questo mondo; e come quello stesso dio eterno fa muovere il mondo in un certo senso mortale, così l'animo immortale muove il fragile corpo.




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