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Cicerone

De Re Publica - Somnium Scipionis

Capitolo XVI


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"Così, o Scipione, come questo tuo antenato e come io che ti ho generato, coltiva la giustizia e la devozione, che, se è grande verso i genitori e i parenti, allora deve essere immensa nei confronti della patria; una vita di tale genere è la via verso il cielo e verso quella folla di coloro che hanno già vissuto e che, svincolati dal corpo, abitano quel posto che vedi - era infatti questo un cerchio che splendeva di un candore abbagliante tra le fiamme -, e che voi, come avete appreso dai Greci, chiamate Via Lattea". E a me, che da quel posto contemplavo l'universo, tutte le altre cose mi prevano magnifiche e straordinarie. C'erano, d'altra parte, quelle stelle che non vediamo mai dalla Terra, e le dimensioni di tutte erano maggiori di quanto mai abbiamo sospettato, e fra queste c'era quella più piccola che, essendo la più lontana rispetto al cielo, ma la più vicina alla Terra, risplendeva di luce non propria. I volumi delle stelle, d'altra parte, superavano di gran lunga le dimensioni della Terra. Anzi, la Terra mi sembrò talmente piccola che mi vergognai del nostro dominio, con il quale tocchiamo a malapena un punto di questo globo.




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