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Cicerone

De Re Publica - Somnium Scipionis

Capitolo X


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Poi, accolti con splendore regale, continuammo la discussione fino a notte inoltrata, mentre il vecchio non parlava di nulla se non dell'Africano, e si ricordava non solo tutte le cose che aveva fatto ma anche tutto ciò che aveva detto. Quindi, quando andammo a dormire, visto che ero stanco per il viaggio ed ero stato sveglio fino a tarda notte, mi avvinse un sonno più profondo del solito. A questo punto - ritengo senza dubbio per ciò di cui avevamo parlato; spesso infatti accade che i nostri pensieri e discorsi producono durante il sonno qualcosa tale e quale a quello che Ennio scrive a proposito di Omero, del quale certamente da sveglio era assai spesso solito parlare e pensare - l'Africano si mostrò a me in quell'aspetto che mi era più noto dalla sua effige che da lui stesso. Quando lo riconobbi, di certo fui terrorizzato; ma lui disse: "Rincuorati e abbandona la paura, o Scipione, e ricordati bene ciò che ti dirò".




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