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Cesare

De Bello Gallico

Libro VII - Paragrafo LXXXVI


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Venuto a conoscenza di queste cose, Cesare invia Labieno con sei coorti a soccorso di coloro che si trovano in difficoltà: ordina, se non riesce ad arrestare l'attacco, fatte uscire le coorti, di compiere una sortita; ma nel caso non sia necessario, non lo faccia. Egli stesso si accosta agli altri, li esorta a non mollare; spiega che in quel giorno e in quell'ora era collocato il frutto di tuute le battaglie precedenti. I Galli sotto assedio, perdute le speranze di occupare le postazioni della pianura a causa della grandezza delle fortificazioni, assaltano i dirupi con una scalata e là radunano tutte le macchine da guerra che avevano preparato. Con un gran numero di frecce allontanano i nostri difensori dalle torri, riempiono le fosse con terra e graticci, con le falci abbattono la palizzata ed il parapetto.




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