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Cesare

De Bello Gallico

Libro V - Paragrafo XXII


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Mentre si svolgevano questi eventi, Cassivellauno invia dei messaggeri nel Canzio, che, abbiamo ricordato sopra, si trova sul mare, i cui distretti erano governati da quattro re, Cingetorige, Carvilio, Tassimagulo e Segovace, e ordina loro, radunate tutte le truppe, di assalire senza preavviso l'accampamento navale e di espugnarlo. Quando questi giunsero all'accampamento, i nostri, fatta una sortita, uccisi molti di quelli e catturato anche il nobile comandante Lugotorige, tornarono senza alcuna perdita. Cassivellauno, annunciato l'esito di questo scontro, subite tante perdite, devastati i territori, sbigottito ancora maggiormente dalla defezione delle popolazioni, invia a Cesare degli ambasciatori attraverso l'atrebate Commio per trattare la resa. Cesare, poiché aveva deciso di trascorrere l'inverno sul continente a causa dei repentini tumulti in Gallia e poiché capiva che, volgendo l'estate al termine, i nemici potevano facilmente temporeggiare, ordina la restituzione dei prigionieri e stabilisce quale tributo la Britannia dovesse pagare ogni singolo anno al popolo Romano; vieta con un ordine preciso a Cassivellauno di nuocere a Mandubracio e ai Trinobanti.




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