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Cesare

De Bello Gallico

Libro V - Paragrafo XIX


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Cassivellauno, come abbiamo detto sopra, persa ogni speranza di uno scontro aperto, congedato un numero ancor pių ampio di truppe, lasciati circa quattromila essedari, sorvegliava i nostri movimenti, si teneva un po' lontano dalla strada e si nascondeva in luoghi poco accessibili e boscosi, e in quelle zone attraverso le quali aveva saputo che saremo passati scacciava dai campi nelle foreste il bestiame e gli abitanti, e, quando la nostra cavalleria si spingeva troppo audacemente nei campi per saccheggiare e devastare, su ogni via e sentiero dalle selve lanciava all'assalto gli essedari e con quelli si scontrava con grande pericolo dei nostri cavalieri, e per questo timore impediva che facessero pių estese scorrerie. Ne conseguiva che Cesare non permetteva che ci si allontanasse troppo dalla colonna delle legioni, e si nuoceva ai nemici nel devastare i campi e nell'appiccare incendi nella misura in cui i legionari, con la loro faticosa marcia, lo potevano fare.




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