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Cesare

De Bello Gallico

Libro V - Paragrafo XVI


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In tutto quel genere di battaglia, mentre si combatteva davanti l'accampamento sotto gli occhi di tutti, si comprese che i nostri, a causa del peso delle armi, poiché non riuscivano ad inseguire i nemici in fuga né osavano allontanarsi dalle insegne, erano poco adatti ad un nemico di questo tipo; oltretutto i cavalieri combattevano con grande pericolo, dato che gli avversari perlopiù cedevano, anche di proposito, e, quando erano riusciti ad allontanare i nostri dalle legioni, scendevano dai carri e combattevano in condizioni vantaggiose a piedi. Inoltre la strategia di combattimento a cavallo presentava lo stesso pericolo sia per chi fuggiva sia per chi inseguiva. A questo si aggiungeva che i nemici non combattevano mai in ranghi serrati, bensì in ordine sparso e a grandi intervalli e disponevano di postazioni di riserva, e via via gli uni subentravano agli altri e gli uomini integri e in forze sostituivano chi era affaticato.




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