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Cesare

De Bello Gallico

Libro II - Paragrafo IX


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La palude fra il nostro esercito e quello dei nemici non era molto grande. I nemici attendevano per vedere se i nostri l'attraversavano; i nostri al contrario erano pronti con le armi ad assalire i nemici impacciati qualora avessero dato inizio all'attraversata. Intanto si combatteva in una battaglia equestre fra i due schieramenti. Visto che né gli uni né gli altri avevano dato inizio all'attraversata, e dal momento che la battaglia equestre era stata favorevole ai nostri, Cesare ricondusse i suoi all'accampamento. Immediatamente i nemici si lanciarono da quella posizione verso il fiume Aisne, che abbiamo detto si trova dietro il nostro accampamento. Scoperti là dei guadi, tentarono di condurre al di là del fiume una parte delle loro truppe, col piano di, se ci riuscivano, espugnare il fortino che era presieduto dal luogotenente Q. Titurio e di tagliare il ponte; se invece non ci fossero riusciti, di devastare i campi dei Remi, che per noi erano di grande importanza per proseguire la guerra, e di tagliarci così i rifornimenti.




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