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CesareDe Bello GallicoLibro I - Paragrafo XIVai al brano corrispondente in LatinoGli Elvezi avevano già fatto passare alle loro truppe le strette gole montane e, attraverso le terre dei Sequani, avevano raggiunto il paese degli Edui e ne devastavano i campi. Questi, non essendo in grado di difendere né le loro vite né le loro proprietà, mandarono ambasciatori a Cesare per chiedere aiuto, supplicando, dato che loro in tutti i tempi avevano rispettato il popolo Romano, che i loro campi non venissero devastati, i loro bambini non fossero resi schiavi e le loro città non fossero rase al suolo. Contemporaneamente gli Ambarri, popolo amico ed affine agli Edui, informarono Cesare che le loro terre erano state devastate ed era per loro difficile difendere dagli attacchi dei nemici le proprie città. Nello stesso modo gli Allobrogi, che avevano i villaggi e i campi oltre il Rodano, fuggirono e si rifugiarono da Cesare, dicendo che nulla era rimasto loro se non la terra. A queste notizie Cesare capì di non dover attendere che gli Elvezi giungessero nelle terre dei Santoni, dopo aver distrutte tutte le ricchezze degli alleati di Roma.Inviata da Dragonballbudokai Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Cesare |