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I
Violentigigli sono il miglior gruppo sulla scena locale. Mi
assumo tutte le responsabilità di quello che ho scritto
e spero saranno in tanti a pensarla come me. Sonorità
aspre, dissonanze chitarristiche, velocità dove serve
e calore sonico nei momenti giusti. Sentire un loro concerto
significa addentrarsi in un mondo denso di riferimenti, pieno
di rumori e di esplosioni, di collera percussiva. Ci è
venuta voglia di fare "quattro chiacchere" con i
protagonisti (per di più molto schivi) e cioè
con Alberto, chitarra e voce (ex-Motomorini), Davide e Richi,
rispettivamente chitarra e basso (ex- Toys-box) e Giovanni,
batteria (ex-Hangover e Memoria).
Sinceramente la vostra formula musicale
mi sembra innovativa nell'ambito della musica locale. Suonare
noise in ValleCamonica non è facile e neppure redditizio.
Come vi è venuto in mente di proporre questo tipo di
sonorità così difficili da digerire per i neofiti?
A. Innanzitutto vorrei precisare che non facciamo niente
di innovativo. Non inventiamo niente, insomma. E' vero però
che qui in Valle si tratta di una novità, ma questo
solo per quanto riguarda la realtà locale. Prima di
suonare qui suonavo nei Motomorini e più o meno le
sonorità erano queste.
R. Diciamo che sulla base del suono dei Motomorini
si sono aggiunte alcune altre influenze che hanno abbassato
il ritmo e introdotto nuove sonorità. In generale rispetto
al suono dei Motomorini sono andate perse le componenti punk
e hardcore che i Violentigigli hanno tralasciato.
I toni cupi di alcune vostre canzoni mi sembrano molto caratterizzanti.
Atmosfere notturne assolutamente ripiegate su se stesse, introverse.
In un pezzo come Blues per esempio, la scelta del groove è
caduta con insistenza sull'utilizzo di tom e timpano che accentuano
ancora di più questa impressione. Cosa ne pensate?
A. Non c'è una strategia precisa nella ricerca
di toni cupi. A me personalmente è sempre piaciuto
il suono del tom e del timpano: una batteria minimale, alla
Velvet Underground, e questo fa si che le canzoni non siano
proprio allegre...
D. Io sinceramente non riuscivo ad inquadrare il genere
che stavamo suonando. Poi qualcuno ci ha detto che stavamo
suonando noise e la definizione mi piace.
A. Non siamo sicuramente gli Helmet! Però la
definizione noise può essere quella giusta. I nostri
ritmi sono piuttosto bassi e questo dipende anche dalla tecnica.
In generale la battuta non è picchiata con molta frequenza.
Quali riferimenti musicali tendete a far
prevalere? Ci sono gruppi ai quali vi sentite più vicini?
D. E' sicuramente la New Age...(risate generali) Scherzi
a parte ognuno ascolta cose diverse, forse gli unici ad ascoltare
la stessa musica sono Riccardo e Alberto, per il resto ci
sono gusti differenti anche se ci sono dei punti di contatto.
Io sono partito ascoltando rock americano, ma adesso sto ascoltando
anche musica italiana.
A. Il mio gruppo preferito sono i Sonic Youth, in particolare
mi piace il modo di suonare di Thurston Moore. Poi ultimamente
sto ascoltando i Blonde Redhead e li trovo grandissimi.
R. A questi due gruppi aggiungerei i Pavement.
D. In generale mi piacciono i Marlene Kuntz. Penso
che in Italia ultimamente abbiano fatto grandi cose. Mi piacerebbe
fare delle cose che si avvicinino a loro, "imitarli"
anche se è veramente difficile.
Mi chiedo come abbiate potuto dare vita
a questo progetto. A ben vedere venite tutti da esperienze
molto differenti tra di loro. Tanto per fare un esempio non
avrei mai pensato che un batterista metal o un chitarrista
rock potessero entrare così facilmente in una prospettiva
musicale con queste caratteristiche.
G. Prima di suonare con i Violentigigli suonavo in
un gruppo metal. La musica mi piaceva ma sinceramente non
riuscivo a suonarla. E' troppo tecnica e poi ci vuole una
batteria "allucinante", con doppia cassa e una scarica
di piatti e di tom...come musica non mi dispiace affatto,
però adesso sono qui...
D. Per quanto mi riguarda è stata una pura coincidenza
dovuta al fatto di volersi incontrare per suonare e divertirsi.
Quando ci siamo ritrovati per la prima volta lo spirito era
questo, non abbiamo discusso a tavolino di quale strada avremmo
voluto imboccare...
A. Personalmente in passato sono dovuto scendere a
compromessi più di una volta, ho sempre cercato di
mediare, ma poi alla fine quelli che hanno passione per la
musica la prendono sempre nel culo. Quindi questa volta mi
sono detto: basta compromessi, vorrei suonare quello che mi
piace veramente, qualcosa che sento mio.
Le parti vocali mi sembrano essere di semplice
contorno e forse in questo caso è giusto così.
Potrei sapere comunque quali sono i temi trattati dalle liriche?
A. Parlano più o meno delle cose che capitano a
me. Anche se non sono il solo a comporre i testi. Ne hanno
scritti anche Riccardo e Davide.
D. Non sono daccordo sul fatto che questi testi sono
però di semplice contorno.
A.in generale non ho molto da dire. Non so scrivere
particolarmente bene in italiano, quindi figuriamoci in inglese...la
voce deve essere secondo me come uno strumento, deve avere
un bel suono, e poi le cose che dico non penso interessino
a qualcuno. Se poi quelle cose hanno un senso per me tanto
meglio, ma non ho alcune pretese di comunicare niente.
D. La penso effettivamente anch'io così, non
ci deve essere nessun fine e nessuna pretesa nel comunicare
qualche cosa, sono parole che uno si sente di dire, che nascono
dentro e nulla di più.
R. Volevo aggiungere che personalmente non vado mai
alla ricerca di un bel testo: se c'è tanto meglio,
ma l'aspetto secondo me più importante è il
fatto che un pezzo susciti delle emozioni, che riesca a colpire
e faccia venire in mente qualche cosa.
G. E poi è molto spesso vero che quelli che
ascoltano un testo non capiscono che cosa effettivamente vuole
dire, oppure può darsi che capiscano cose che in realtà
non c'entrano niente con il vero significato. Si tratta sempre
di un qualcosa di molto personale.
A. Scrivere in italiano significa necessariamente dovere
fare una ricerca sull'utilizzo delle parole, dire cose non
banali e che si uniscano bene fra di loro. L'utilizzo dell'inglese
è più semplice...ci sono dei testi dei Sonic
Youth che non vogliono dire assolutamente niente!
A me sembra che la vostra musica rimandi
ad un immaginario sonoro nel quale chi vi ascolta viene immerso.
Si tratta di una sensazione personale o effettivamente c'è
qualcosa di voluto in tutto questo?
A. Penso che la cosa più importante all'interno
di una canzone sia l'arrangiamento. Il fatto che tu abbia
queste sensazioni mi fa piacere. E poi noi abbiamo dei pezzi
lunghi fatti apposta per "intripparsi". Non sono
il tipo che si agita particolarmente quando suona, ma ti assicuro
che mi piace perdermi in quello che sto facendo. L'utilizzo
della pedaliera è poi molto importante nella creazione
dei suoni: dispiace dirlo perché un vero rocker dovrebbe
usare solo la chitarra con il classico distorsore, ma effettivamente
questo aiuta nella creazione di suoni particolari.
Come vedete la scena musicale che si sta sviluppando nella
zona? Mi sembra che oltre ai vecchi dinosauri ci sia comunque
un discreto fermento. Peccato che i locali non abbiano molto
coraggio nello sfuggire ai soliti clichè.
R. Nella zona non c'è in realtà una scena
musicale. Ci sono alcuni locali che per i loro interessi propongono
musica dal vivo, ma sinceramente non vedo una scena dove ci
potremmo identificare.
A. Dei gruppi della zona a me piacciono i Bogart di
Darfo. Mi ricordano i Pixies che suonano i Morphine o qualcosa
di questo tipo. A me piacevano anche i 98% ma purtroppo adesso
non ci sono più.
D. Vorrei aggiungere anche Bacco il Matto. Fanno un
genere completamente diverso dal nostro ma in generale sono
in grado di uscire dalla Valle per proporre la propria musica.
G. Allora bisogna aggiungere anche i Black Obsession.
Suonano trash-metal e fanno veramente "paura". E
in più hanno un sacco di pezzi loro...
R. proprio per questo dico che
non è possibile parlare di scena musicale! Mi sembra
troppo eterogenea e alla fine rimane ben poco...e poi vorrei
dire che quando capita di organizzare delle manifestazioni
la partecipazione dei gruppi è sempre piuttosto limitata.
Insomma, mancano le palle per esporsi. E poi qualche volta
sono capitati degli atteggiamenti da rockstar (anche in occasioni
dove nessuno pretendeva niente dal punto di vista tecnico)
che inducono a riflettere. Non dico che bisogna buttarsi a
pesce in ogni situazione però un certo ridimensionamento
delle pretese soprattutto tecniche qualche volta non guasterebbe.
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