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VIOLENTI GIGLI
(La Pecora Nera n.8_marzo 1999)
di Paolo Topa

 

I Violentigigli sono il miglior gruppo sulla scena locale. Mi assumo tutte le responsabilità di quello che ho scritto e spero saranno in tanti a pensarla come me. Sonorità aspre, dissonanze chitarristiche, velocità dove serve e calore sonico nei momenti giusti. Sentire un loro concerto significa addentrarsi in un mondo denso di riferimenti, pieno di rumori e di esplosioni, di collera percussiva. Ci è venuta voglia di fare "quattro chiacchere" con i protagonisti (per di più molto schivi) e cioè con Alberto, chitarra e voce (ex-Motomorini), Davide e Richi, rispettivamente chitarra e basso (ex- Toys-box) e Giovanni, batteria (ex-Hangover e Memoria).

Sinceramente la vostra formula musicale mi sembra innovativa nell'ambito della musica locale. Suonare noise in ValleCamonica non è facile e neppure redditizio. Come vi è venuto in mente di proporre questo tipo di sonorità così difficili da digerire per i neofiti?
A. Innanzitutto vorrei precisare che non facciamo niente di innovativo. Non inventiamo niente, insomma. E' vero però che qui in Valle si tratta di una novità, ma questo solo per quanto riguarda la realtà locale. Prima di suonare qui suonavo nei Motomorini e più o meno le sonorità erano queste.
R. Diciamo che sulla base del suono dei Motomorini si sono aggiunte alcune altre influenze che hanno abbassato il ritmo e introdotto nuove sonorità. In generale rispetto al suono dei Motomorini sono andate perse le componenti punk e hardcore che i Violentigigli hanno tralasciato.

I toni cupi di alcune vostre canzoni mi sembrano molto caratterizzanti. Atmosfere notturne assolutamente ripiegate su se stesse, introverse. In un pezzo come Blues per esempio, la scelta del groove è caduta con insistenza sull'utilizzo di tom e timpano che accentuano ancora di più questa impressione. Cosa ne pensate?
A.
Non c'è una strategia precisa nella ricerca di toni cupi. A me personalmente è sempre piaciuto il suono del tom e del timpano: una batteria minimale, alla Velvet Underground, e questo fa si che le canzoni non siano proprio allegre...
D. Io sinceramente non riuscivo ad inquadrare il genere che stavamo suonando. Poi qualcuno ci ha detto che stavamo suonando noise e la definizione mi piace.
A. Non siamo sicuramente gli Helmet! Però la definizione noise può essere quella giusta. I nostri ritmi sono piuttosto bassi e questo dipende anche dalla tecnica. In generale la battuta non è picchiata con molta frequenza.

Quali riferimenti musicali tendete a far prevalere? Ci sono gruppi ai quali vi sentite più vicini?
D.
E' sicuramente la New Age...(risate generali) Scherzi a parte ognuno ascolta cose diverse, forse gli unici ad ascoltare la stessa musica sono Riccardo e Alberto, per il resto ci sono gusti differenti anche se ci sono dei punti di contatto. Io sono partito ascoltando rock americano, ma adesso sto ascoltando anche musica italiana.
A. Il mio gruppo preferito sono i Sonic Youth, in particolare mi piace il modo di suonare di Thurston Moore. Poi ultimamente sto ascoltando i Blonde Redhead e li trovo grandissimi.
R. A questi due gruppi aggiungerei i Pavement.
D. In generale mi piacciono i Marlene Kuntz. Penso che in Italia ultimamente abbiano fatto grandi cose. Mi piacerebbe fare delle cose che si avvicinino a loro, "imitarli" anche se è veramente difficile.

Mi chiedo come abbiate potuto dare vita a questo progetto. A ben vedere venite tutti da esperienze molto differenti tra di loro. Tanto per fare un esempio non avrei mai pensato che un batterista metal o un chitarrista rock potessero entrare così facilmente in una prospettiva musicale con queste caratteristiche.
G. Prima di suonare con i Violentigigli suonavo in un gruppo metal. La musica mi piaceva ma sinceramente non riuscivo a suonarla. E' troppo tecnica e poi ci vuole una batteria "allucinante", con doppia cassa e una scarica di piatti e di tom...come musica non mi dispiace affatto, però adesso sono qui...
D. Per quanto mi riguarda è stata una pura coincidenza dovuta al fatto di volersi incontrare per suonare e divertirsi. Quando ci siamo ritrovati per la prima volta lo spirito era questo, non abbiamo discusso a tavolino di quale strada avremmo voluto imboccare...
A. Personalmente in passato sono dovuto scendere a compromessi più di una volta, ho sempre cercato di mediare, ma poi alla fine quelli che hanno passione per la musica la prendono sempre nel culo. Quindi questa volta mi sono detto: basta compromessi, vorrei suonare quello che mi piace veramente, qualcosa che sento mio.

Le parti vocali mi sembrano essere di semplice contorno e forse in questo caso è giusto così. Potrei sapere comunque quali sono i temi trattati dalle liriche?
A.
Parlano più o meno delle cose che capitano a me. Anche se non sono il solo a comporre i testi. Ne hanno scritti anche Riccardo e Davide.
D. Non sono daccordo sul fatto che questi testi sono però di semplice contorno.
A.in generale non ho molto da dire. Non so scrivere particolarmente bene in italiano, quindi figuriamoci in inglese...la voce deve essere secondo me come uno strumento, deve avere un bel suono, e poi le cose che dico non penso interessino a qualcuno. Se poi quelle cose hanno un senso per me tanto meglio, ma non ho alcune pretese di comunicare niente.
D. La penso effettivamente anch'io così, non ci deve essere nessun fine e nessuna pretesa nel comunicare qualche cosa, sono parole che uno si sente di dire, che nascono dentro e nulla di più.
R. Volevo aggiungere che personalmente non vado mai alla ricerca di un bel testo: se c'è tanto meglio, ma l'aspetto secondo me più importante è il fatto che un pezzo susciti delle emozioni, che riesca a colpire e faccia venire in mente qualche cosa.
G. E poi è molto spesso vero che quelli che ascoltano un testo non capiscono che cosa effettivamente vuole dire, oppure può darsi che capiscano cose che in realtà non c'entrano niente con il vero significato. Si tratta sempre di un qualcosa di molto personale.
A. Scrivere in italiano significa necessariamente dovere fare una ricerca sull'utilizzo delle parole, dire cose non banali e che si uniscano bene fra di loro. L'utilizzo dell'inglese è più semplice...ci sono dei testi dei Sonic Youth che non vogliono dire assolutamente niente!

A me sembra che la vostra musica rimandi ad un immaginario sonoro nel quale chi vi ascolta viene immerso. Si tratta di una sensazione personale o effettivamente c'è qualcosa di voluto in tutto questo?
A.
Penso che la cosa più importante all'interno di una canzone sia l'arrangiamento. Il fatto che tu abbia queste sensazioni mi fa piacere. E poi noi abbiamo dei pezzi lunghi fatti apposta per "intripparsi". Non sono il tipo che si agita particolarmente quando suona, ma ti assicuro che mi piace perdermi in quello che sto facendo. L'utilizzo della pedaliera è poi molto importante nella creazione dei suoni: dispiace dirlo perché un vero rocker dovrebbe usare solo la chitarra con il classico distorsore, ma effettivamente questo aiuta nella creazione di suoni particolari.

Come vedete la scena musicale che si sta sviluppando nella zona? Mi sembra che oltre ai vecchi dinosauri ci sia comunque un discreto fermento. Peccato che i locali non abbiano molto coraggio nello sfuggire ai soliti clichè.
R.
Nella zona non c'è in realtà una scena musicale. Ci sono alcuni locali che per i loro interessi propongono musica dal vivo, ma sinceramente non vedo una scena dove ci potremmo identificare.
A. Dei gruppi della zona a me piacciono i Bogart di Darfo. Mi ricordano i Pixies che suonano i Morphine o qualcosa di questo tipo. A me piacevano anche i 98% ma purtroppo adesso non ci sono più.
D. Vorrei aggiungere anche Bacco il Matto. Fanno un genere completamente diverso dal nostro ma in generale sono in grado di uscire dalla Valle per proporre la propria musica.
G. Allora bisogna aggiungere anche i Black Obsession. Suonano trash-metal e fanno veramente "paura". E in più hanno un sacco di pezzi loro...
R. proprio per questo dico che non è possibile parlare di scena musicale! Mi sembra troppo eterogenea e alla fine rimane ben poco...e poi vorrei dire che quando capita di organizzare delle manifestazioni la partecipazione dei gruppi è sempre piuttosto limitata. Insomma, mancano le palle per esporsi. E poi qualche volta sono capitati degli atteggiamenti da rockstar (anche in occasioni dove nessuno pretendeva niente dal punto di vista tecnico) che inducono a riflettere. Non dico che bisogna buttarsi a pesce in ogni situazione però un certo ridimensionamento delle pretese soprattutto tecniche qualche volta non guasterebbe.

 

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