IX. Ondina
…Credevo sentire
un’armonia indistinta fascinarmi il sonno,
e spandermisi d’intorno un mormorio
come di canti spezzati
di una voce triste e tenera.
Ch. Brugnot, Les deux Gènies
- Ascolta, ascolta! Sono io, Ondina, che sfiora di gocce d’acqua le losanghe sonore della tua finestra illuminata dai cupi raggi della luna; ed ecco, in veste di moire, la castellana che contempla al balcone la bella notte stellata ed il bel lago dormiente.
- Ogni flutto è un ondino che nuota nella corrente, ogni corrente è un sentiero che serpeggia verso il mio palazzo, e il mio palazzo è una costruzione fluida nel fondo del lago, nel triangolo del fuoco, dell’aria e della terra.
- Ascolta, ascolta! Mio padre batte l’acqua gracidante con un ramo d’ontano verde; le mie sorelle carezzano con braccia di schiuma le fresche isole d’erbe, di ninfèe e di gladioli, o si burlano del salice centenario barbuto che pesca alla lenza.
*
Una volta mormorata la canzone, mi supplicò d’infilare l’anello al dito per essere lo sposo di un’Ondina, e di visitare con lei il suo palazzo onde essere il re dei laghi.
Le risposi che amavo una mortale: stizzita e indispettita, allora, versò alcune lacrime, scoppiò a ridere e si dissolse in bollicine che gocciolarono bianche lungo le mie vetrate azzurre.