Cose lontane, cose recenti
Cose lontane
A Léon Valade
Pierrot
Non più il sognatore lunare del vecchio motivo
che ai nostri avi rideva dai soprapporta;
la sua allegria, come la sua candela, è morta,
e il suo fantasma c’insegue chiaro e sottile.
Ed ecco nell’arco d’un lungo lampo pauroso
la pallida blusa nel vento che lo trasporta
pare un sudario, la bocca è aperta, di sorta
che sembra urlare mentre dal verme è corroso.
Con il frusciare d’un volo d’uccelli notturni,
le maniche bianche disegnano vaghe la traccia
di cenni insensati ai quali nessuno risponde.
Gli occhi due buchi dove serpeggia il fosforo
e la farina fa più spaventosa la faccia
esangue dal naso puntuto di moribondo.