Lavorare e vivere in USA
Prima di partire per gli Stati Uniti d'America è fondamentale capire un concetto base: gli USA non sono l'Italia, e per molti motivi occorre tenerlo a mente in ogni frangente. Per prima cosa va detto che negli USA il senso civioco è molto più sviluppato che da noi, nel nostro paese, per cui i regolamenti e le leggi comunali e statali sono improntati ad una estrema severità, rispetto a qualsiasi comportamento che in qualche modo metta a repentaglio la civile convivenza. Certamente ci sono aspetti paradossali, ma il fatto che tutto sia accentrato rispetto all'individuo, e molto sia decentrato, rispetto alle istituzioni, significa che praticamente la coscienza di ciascuno fa legge, cioè, la responsabilità personale è come la legge di gravità. C'è anche quando si è a capo di una istituzione. Quindi, in città, i comportamenti che a noi paiono naturali, là sono ovviamente messi sotto la lente di ingrandimento. In molti stati della federazione è possibile passare una giornata in prigione se violate il divieto di fumo all'aperto, oppure buttata della carta sull'asfalto. Se viaggiate senza biglietto nei mezzi pubblici è lo stesso. E capita di peggio se vi fermano in auto e avete bevuto: il ritiro della patente per DUI è il minimo, passate sicuramente dei giorni in cella alleviati magari da qualche attività sociale obbligatoria, per la comunità.
In questo panorama assume un'altra dimensione il concetto di assicurazione sanitaria. Per chi vive negli Stati Uniti è fondamentale possedere una assicurazione sanitaria, in quanto non esiste il servizio sanitario nazionale, per come lo conosciamo in Italia. Va anche detto che le riforme di Obama tendono un po' a sfumare queste differenze, ma non in modo soddisfacente, per chi è abituato ai parametri del welfare state europeo. L'assicurazione è privata e i piani assicurativi proteggono per tutti i tipi di interventi e bisogni, per i quali altrimenti sarebbero necessarie spese gravose. Altro aspetto da non sottovalutare: la questione del lavoro. Molti pensano che l'America sia il paese delle possibilità, dell'opportunità negata a nessuno. Ed è così. Però data la crisi e la maggior protezione rispetto al numero di ingressi degli stranieri, un requisito per trovare lavoro negli USA è che gli USA abbiano bisogno di te. L'ideale quindi sarebbe quello di farsi patrocinare o raccomandare, ma non nel senso italiano del termine, cioè sponsorizzare da un'azienda che, per esempio, sostiene di non potere fare a meno delle tue competenze. E queste ovviamente devono essere elevate, non è un caso che la fuga dei cervelli, nei giorni nostri, sia cosa ben diversa dall'immigrazione della fine del XIX secolo e dei primi anni del '900. Gli Stati Uniti non hanno bisogno di manovalanza, per quella basta e avanza l'immigrazione dei paesi vicini e ovviamente l'alta specializzazione degli operai americani. Gli USA pretendono cervelli e ricerca e quindi è normale che oggi noi esportiamo - per motivi di lavoro - professori universitari, ricercatori, imprenditori del settore informatico, scienziati e ingegneri dalle vaste e precise competenze. Un buon modo quindi, per rimanere in USA, è lavorare in un settore tecnologico, oppure sposare un'americana o dimostrare di avere parenti in America, per farsi dare la tanto agognata carta verde.