L'articolo che segue e' apparso su "il manifesto" del 29 Settembre 1998:


CASO STEPINAC IL PAPA IL 3 OTTOBRE NELLA CROAZIA DI FRANJO TUDJMAN

"Una provocazione"

Il Centro Simon Wiesenthal: "Rimandare la beatificazione, portatrice d'odio e di revisionismo storico. Subito una commissione di storici". Il Vaticano tace

- TOMMASO DI FRANCESCO -

T utto è pronto a Zagabria, Marija Bistrica e Spalato per la visita di papa Wojtyla che arriverà venerdì sera, 2 ottobre. E' la seconda visita del papa, dopo quella del 1994 nella "cattolicissima e amata Croazia", da subito riconosciuta dal Vaticano (e dalla Germania) a fine dicembre 1991, contro ogni decisione comune presa allora dagli altri paesi europei. Fu riconosciuta come stato - mentre ancora esisteva la Federazione jugoslava - nonostante che si fosse autoproclamata indipendente solo su basi etniche. Il riconoscimento alimentò i nazionalismi, la guerra tra serbi e croati, preparò il disastro bosniaco.

Sono due mesi che l'annunciata visita papale serve per reclamizzare le realizzazioni del regime di Franjo Tudjman. Stavolta però Wojtyla non farà un tour pastorale qualsiasi: arriverà infatti per beatificare il cardinale Aloijzije Stepinac che durante la Seconda guerra mondiale fu arcivescovo di Zagabria e che dall'alto della sua autorità morale benedisse il dittatore nazifascista Ante Pavelic insieme con i suoi massacri di ebrei, serbi, zingari e comunisti (anche croati). La beatificazione avverrà il 3 ottobre. Tutto è pronto dunque.

Così, proprio non ci voleva che in questi giorni il Centro Simon Wiesenthal da Parigi chiedesse al Vaticano - la richiesta è stata rinnovata con forza anche ieri - di "rimandare la beatificazione del cardinale croato Aloijzije Stepinac".

In una lettera inviata al portavoce vaticano, Joaquin Navarro-Valls, il direttore delle relazioni internazionali del Centro Wiesenthal, Shimon Samuels ha dichiarato: "Molto è stato detto sul sostegno dato dal cardinale allo stato ustascia fantoccio della Germania nazista e sulla sua benedizione del suo Fuhrer, Ante Palevic. La stampa croata ultranazionalista venera il cardinale Stepinac insieme con il criminale di guerra, recentemente estradato, Dinko Sakic come patrioti e vittime del comunismo".

Samuels ha poi sottolineato che "Sua Santità ha già promosso Stepinac al titolo di Servo di Dio legittimando così raduni di massa e pellegrinaggi in suo onore al suo villaggio natale". Il Centro Simon Wiesental ha sollecitato quindi papa Wojtyla, "alla luce degli amari ricordi e delle attuali sensibilità religiose nella realtà della ex Jugoslavia, come anche della speranza più volte espressa da Sua Santità di una riconciliazione con gli ebrei, a rimandare questa beatificazione fino al completamento di uno studio approfondito sul comportamento tenuto da Stepinac durante il periodo di guerra, basato sulla possibilità di un pieno accesso agli archivi del Vaticano". Shimon Samuels ha poi concluso: "La decisione di attendere il freddo giudizio di storici indipendenti, cancellerebbe la sensazione di un atto, al meglio, provocatorio e, al peggio, di un esempio di revisionismo storico".

Nonostante un'agenzia Reuters abbia annunciato che "fonti ufficiose respingono ogni rinvio" della beatificazione, nessuna fonte ufficiosa e tantomeno ufficiale del Vaticano ha sentito il dovere di rispondere a questa sollecitazione.

Shimon Samuels, da noi raggiunto telefonicamente in Israele, ha commentato amaramente il silenzio vaticano: "Sono arrivati a giustificare Stepinac, dicendo che in quel regime non aveva alternative alla sottomissione a Pavelic. Ma allora perché beatificarlo?". Samuels insiste sulla gravità dell'iniziativa di Wojtyla ribadendo la necessità di una "commissione internazionale di storici indipendenti" e ricordando che "beatificare Stepinac vuol dire creare un modello di valori che la gioventù dovrà seguire. E' il primo passo per arrivare alla beatificazione di Pio XII e cancellare le sue responsabilità verso lo sterminio degli ebrei e il ruolo della Chiesa nella fuga dei criminali nazifascisti". "E' un'iniziativa pericolosa - ha poi concluso - perché offende le altre minoranze slave in un momento in cui la guerra è sospesa e i nervi sono ancora scoperti verso le gravi responsabilità della Croazia cattolica"


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