Abbiamo tradotto e riportiamo di seguito alcuni estratti da articoli apparsi su giornali serbi negli ultimi mesi, per capire quali siano i loro timori in questa fase.
COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA, febbraio 1998
"I musulmani hanno da tempo trasgredito gli accordi sul contenimento
degli armamenti. Si stanno preparando non solo a mettere a rischio
le frontiere della RS, ma anche a collegarsi al Sangiaccato
e al Kosovo, cercando di realizzare il loro vecchio obiettivo -
la 'trasversale
verde'. Stanno perdendo sempre di più la pazienza, compiono
azioni esplorative nel retroterra della RS". Questa è la
dichiarazione rilasciata a "Novosti" dal generale Pero
Colic, capo di Stato Maggiore della RS. "Già alcuni giorni
or sono abbiamo trovato dei musulmani armati nel nostro territorio,
vicino a Usripaca, impegnati in una insolente missione di
esplorazione. Vicino a Brcko, nella regione di Brod e
Omerbegovaca, nei dintorni di Doboj, nella zona di Hadzici, stanno
quotidianamente provocando. (...) Uomini militarmente preparati
vengono fatti passare nel nostro territorio con il pretesto della
libera circolazione, e tutto questo è da noi regolarmente
denunciato ai rappresentanti delle forze internazionali".
Malgrado le proteste della parte serba, i musulmani continuano
con la loro strategia sotto la guida, secondo il gen. Colic,
di Alija Izetbegovic e del sangiaccatese Ejup Ganic. "Non nascondono
le loro intenzioni. Cercano di mettere in pratica il piano, passo
passo fino alla Drina, provocando scontri ai confini della RS
(...)".
Le armi ai musulmani arrivano attraverso molti canali, principalmente
quelli islamici. Il gen. Colic ultimamente ha protestato più volte
presso le forze internazionali, denunciando che ingenti quantità
di armi e munizioni arrivano ai seguaci di Izetbegovic senza
alcun controllo da parte delle forze militari internazionali
(V. Mitric, da "Evropske Novosti", Francoforte, 14/3/1997)
Tanjug, New York - Washington, che negli anni trascorsi
ha dotato di pesanti armamenti offensivi, in maniera palese ed
occulta, la federazione musulmano-croata in Bosnia, si è compiaciuta
dell'alta preparazione dell'esercito musulmano per eventuali
nuove offensive belliche.
La parte americana, insieme ai rappresentanti NATO, ha espresso
tale deliberazione dopo le recenti manovre belliche del V Corpo
d'Armata [quello islamista di Izetbegovic che attaccò all'inizio del
1995, nell'indifferenza generale, i musulmani "traditori"
della sacca di Bihac costringendoli all'esodo; n.d.crj], alle quali
hanno partecipato anche istruttori americani.
Alle manovre, secondo fonti dell'Associated Press [AP], hanno
presieduto i coordinatori dell'organizzazione militare americana
"Militar Professional Resources", della Virginia, la quale
è di solito condotta da generali americani in pensione.
Durante le esercitazioni gli istruttori americani coordinavano
l'attacco delle artiglierie, dopodichè seguiva l'attacco dei
carri armati e poi l'avanzata della fanteria. "L'esercito
musulmano ha pienamente superato il compito sotto il comando
americano", hanno detto gli istruttori. E per quanto riferisce
l'AP, gli istruttori non vogliono parlare più di tanto del loro lavoro
svolto in Bosnia.
La parte americana non ha mai cercato di spiegare come si può
assicurare la pace ed impedire eventuali nuovi scontri,
accumulando armi e armando soltanto una parte.
Quante armi abbia introdotto in Bosnia l'Occidente si può
dedurre dalle informazioni della AP. Il costo del programma
"Armare e addestrare" è stato di 400 milioni di dollari. Da
Washington sono arrivati alla Federazione 45 carri armati M60,
80 blindati, 15 elicotteri ed altro equipaggiamento.
Nell'ambito dello stesso programma gli Emirati Arabi hanno
inviato ai musulmani 100 carri armati AMX30, di produzione
francese.
Prossimamente in Bosnia devono arrivare 116 obici americani.
Questa è però soltanto una parte dell'arsenale bellico destinato
ai musulmani ed alla Federazione, grazie all'America.
Quante armi siano veramente arrivate dall'Occidente finora,
in questo momento è difficile da accertare.
(da "Politika express", Belgrado, 8 giugno 1997)
Dal
settembre del 1997 a Sarajevo si stanno preparando attivamente per
un nuovo conflitto in Bosnia, che dovrebbe iniziare nella primavera
del 1998. Il carattere e le operazioni chiave di questo conflitto
sono stati già definiti. Lora zero verrà fissata
quando si avrà la risposta sulla permanenza delle forze USA in
Bosnia al termine del mandato nellestate del 1998 e Sarajevo
attenderà che esse si ritirino prima di dare inizio ai nuovi
scontri bellici. La
dirigenza musulmana in Bosnia sta valutando attentamente limportanza
del momento in cui agire, dato che tutto il piano poggia sugli USA.
Pertanto, Izetbegovic non deve muoversi in un momento inopportuno per
non perdere lappoggio di Washington.
Unificazione dello Stato
Ai vertici musulmani di Sarajevo si dice però che Izetbegovic
abbia ottenuto garanzie dalle più alte cariche
dellAmministrazione Clinton e, nel caso in cui laccordo
di Dayton fallisca, lOccidente renderà possibile
lunificazione bellica della Bosnia
Erzegovina sotto l'egida musulmana.
Essenzialmente
il piano americano riguarda larmamento dellesercito
musulmano-bosniaco - cioè il piano
Addestrare ed armare,
che è indirizzato a tale scopo.
Per quel
che riguarda lAmministrazione a Sarajevo, come dice un alto
funzionario musulmano, la soluzione migliore è che i
Serbi vengano attaccati nel momento in cui le truppe americane
lasceranno la Bosnia Erzegovina, cioè a giugno 1998. Ciò
fa parte di una vasta analisi esposta, nellultimo numero di una
rivista di difesa strategica e politica estera, dal redattore Joseph
Bodanski. Lautore è anche direttore dellAssociazione
internazionale di studi strategici nonché dirigente della
Commissione speciale contro il terrorismo e gli scontri a bassa
intensità presso la Camera dei deputati del Congresso
americano, ed è inoltre autore di due libri sulla crisi
dellex-Jugoslavia.
E
interessante notare come questo esimio stratega non dubiti che la
Bosnia, gettata nellabbraccio americano, si muova
inevitabilmente verso un nuovo conflitto. Ciò viene confermato
dallo stesso Bodanski, che sottolinea i punti chiave dello scenario
del nuovo conflitto, che sono, afferma, già concordati e
aspettano solo il momento giusto per essere attivati.
Dietro la maschera dei rifugiati
Continua
Bodanski: Il piano alternativo del comando musulmano prevede
una fulminea offensiva su vasta scala per occupare la parte orientale
della Bosnia Erzegovina. Ufficialmente ciò verrà
giustificato col fatto che nella parte orientale della Bosnia viveva,
prima della guerra, una maggioranza musulmana.
Per
assicurarsi lappoggio dellOccidente, loffensiva si
svolgerà col pretesto di facilitare il ritorno dei profughi
musulmani (naturalmente vittime dei crimini serbi e della
pulizia etnica) nelle città principali di quei
territori. Strategicamente e politicamente, loffensiva dei
musulmani bosniaci è modellata su La tempesta
croata, con la quale tutti i cittadini serbi furono cacciati dalla
Kninska Krajina con il tacito consenso degli USA. E indicativo
il fatto che tutte queste attività militari dei musulmani si
svolgeranno su un territorio sotto il controllo delle forze
americane.
Proseguendo
lanalisi, Bodanski scrive che gli attacchi principali
partiranno verso due direzioni, con più azioni, denominate
pulizia delle tasche - un eufemismo-
osserva
Bodanski - per la pulizia etnica contro i Serbi bosniaci.
La
principale incursione è affidata a due gruppi dassalto:
uno avanzerà da Tuzla con una manovra convessa da Kalesija in
direzione sud-est lungo la frontiera con la Serbia. Questo gruppo
avrà il compito di occupare Zvornik, Bratunac, Srebrenica e
Zepa, per arrivare fino alle vicinanze di Visegrad.
La caduta senza combattimenti
A questa
offensiva, secondo i piani operativi, seguirà la
pulizia su un vasto fronte da Sarajevo a Kalesija. Il compito
di questa campagna è di cacciare la popolazione serba di Pale,
Sokoc e Rogatica, e di sospingerla verso il corridoio di Visegrad (il
che spiega perché entrambe le direzioni di attacco arrivino
soltanto fino allingresso di Visegrad) verso la Jugoslavia.
A
Sarajevo sono convinti che lOccidente, come ha tollerato la
cacciata dei Serbi in massa dalla Krajina nel 1995, farà lo
stesso per la pulizia dei Serbi dalla Bosnia Erzegovina orientale, se
questa operazione verrà effettuata con velocità e
determinazione. Inoltre, i pianificatori di Sarajevo sono convinti
che il resto del territorio sud-orientale cadrà senza
combattimento, giacché verrà isolato e con il
retroterra ripulito non sarà in condizioni né
economiche né politiche di sopravvivere indipendentemente.
Per
quanto riguarda laltro fronte - spiega ulteriormente lo
stratega americano Bodanski - come impiego di forze militari sarà
minore, ma non come importanza strategica. Lala nord della
Tempesta bosniaca dovrebbe sfondare verso est, per
continuare da Brcko lavanzata verso oriente lungo il fiume
Sava, fino allestremo triangolo nord-est della Bosnia
Erzegovina. Lala sud di questo gruppo operativo partirà
da Krstac verso Teocak, sfonderà verso Sever, lungo la Drina,
finché non si ricongiungerà con il gruppo nord. Con
queste manovre, si darà un taglio al collegamento via terra
dei Serbi con la Jugoslavia. (...)
(Dejan Lukic, da"NOVOSTI", Belgrado-Francoforte, 16.12.1997)
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