L'articolo che segue e' comparso su "il manifesto" del 2 Febbraio 1999:


CROAZIA GUIDO' UN CAMPO DI STERMINIO NEL '41-'45

Libera la massacratrice

Prosciolta a Zagabria Nada Sakic: "non ci sono prove"

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

E' successo quello che temevano i buoni conoscitori del regime di Franjo Tudjman, salito al potere in Croazia nel 1990 grazie all'aiuto dei fuoriusciti ustascia: Nada Tambic-Sakic, ex ufficiale ustascia e una delle comandanti del lager femminile di Stara Gradiska, nel quale furono sterminati migliaia di donne e bambini tra il 1941 e il 1945, è stata dichiarata non perseguibile dall'Avvocatura di stato di Zagabria e rimessa in libertà. Secondo i giudici per le indagini preliminari, i crimini addebitati alla Tambic-Sakic non sono stati provati nei tre mesi di indagini, durante i quali sono stati interrogati 26 testimoni. La Tampic-Sakic era stata estradata dall'Argentina in Croazia in quanto accusata di "crimini contro l'umanità e contro il diritto internazionale", nonché di "crimini di guerra contro la popolazione civile". La sua estradizione era seguita a quella del marito, Dinko Sakic, ex comandante del campo di sterminio di Jasenovac, nei cui confronti continuano le indagini preliminari.

A credere al comunicato dell'Avvocatura di stato, "nessuno dei 26 testimoni" - persone che furono a suo tempo martoriate nel campo della morte di Stara Gradiska, rimanendo vive per miracolo - ha trovato da ridire sul comportamento dell'ex comandante. Nella maggioranza, non la videro nemmeno.

Tuttavia, si legge sempre nel documento dell'Avvocatura, "questi stessi testimoni, nel descrivere i terribili avvenimenti e le liquidazioni dei prigionieri nel lager di Stara Gradiska, hanno accusato di quei delitti altri ufficiali dei reparti ustascia e indicato per nome altri comandanti del campo quali responsabili" delle stragi. Non si fanno i nomi, ma è molto probabile che gli "altri" siano persone non più viventi e quindi non perseguibili. Nel comunicato si legge perfino - a difesa dell'imputata -che "dal procedimento istruttorio non è neppure risultato che l'imputata abbia coperto una qualsiasi carica di comando, per cui non può essere ritenuta responsabile dei crimini compiuti dai reparti ustascia del campo", reparti cui comunque apparteneva, nei quali imparò il mestiere dopo esserci entrata volontaria a 16 anni.

A titolo di cronaca ricordiamo che la commissione per l'accertamento dei crimini di guerra compiuti sul territorio della Croazia, istituita subito dopo la cacciata degli ustascia e dei tedeschi dal paese nel 1945, raccolse anche le dichiarazioni di centinaia di donne scampate dal lager di Stara Gradiska, appurando la presenza di Nada Sakic in quel campo con funzioni di comando. Contro di lei, in contumacia, fu spiccato mandato di cattura per "aver attuato le leggi razziali e naziste contro ebrei, serbi, zingari ed altri avversari politici" finiti nel lager dal 1941 al 1945, eseguendo assassinii insieme con altre comandanti di quel campo: Maja Buzdon, Milka Pribanica e Bozena Obradovic. Le liquidazioni venivano precedute da torture, e colpivano innanzitutto donne anziane, bambini, ammalati e deboli. Solo fra i bambini, i morti furono più di tremila.


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