L'articolo che segue e' stato pubblicato su il manifesto dell'11 Novembre 1998


FASCISMO BULGARIA-MACEDONIA

I quarant'anni italiani di un "eroe" terrorista

Una salma da Roma a Sofia. Nuove rivelazioni sui legami tra Vaticano ed estrema destra balcanica

- ANDREA FERRARIO -

Dopo la visita del papa in Croazia, con cui è stato riabilitato il cardinale Stepinac, collaboratore del regime genocida di Ante Pavelic, un'altra vicenda porta nuovamente in luce legami tra esponenti del fascismo balcanico, Vaticano e Italia. In questi giorni, infatti, giunge a Roma Juri Ivanishev, deputato della Sds, il partito di destra al governo in Bulgaria, per chiedere al governo italiano il rimpatrio della salma di Ivan Mihajlov, personaggio che a Sofia viene celebrato come patriota ma che è stato in realtà uno dei più feroci esponenti del fascismo balcanico nonché intimo amico dell'ustascia Ante Pavelic. Mihajlov ha guidato negli anni '20 e '30 la Vmro, organizzazione terroristica che mirava ad annettere la Macedonia alla Bulgaria; e ha partecipato a tutte le repressioni del regime fascista bulgaro contro comunisti e democratici, in cui vennero uccisi migliaia di antifascisti. La Vmro era sostenuta e finanziata dai fascisti italiani e Mihajlov ha mantenuto contatti, anche diretti, con Mussolini, collaborando poi anche con i nazisti.

Durante la guerra visse a Zagabria come ospite personale di Pavelic; più tardi, nel 1948, Mihajlov giunse in Italia sotto falsa identità (nell'ambito delle operazioni di espatrio di criminali nazisti e collaborazionisti organizzate da Cia e Vaticano) e si stabilì a Roma, dove visse indisturbato pubblicando riviste e mantenendo contatti con le comunità ustascia emigrate in Argentina, fino alla morte nel 1991. La riabilitazione di Mihajlov in Bulgaria è opera soprattutto della ricostituita Vmro, che fa parte della coalizione di governo e promuove politiche revansciste verso la Macedonia. Mesi fa gli è stato eretto un monumento nel centro di Sofia e ora il comitato per il rientro della salma dall'Italia afferma di volergli costruire un mausoleo.

Ma ci sono altri particolari rivelatori, come il fatto che la delegazione si recherà in Vaticano per chiedere la restituzione dei preziosi archivi personali di Mihajlov, in possesso di un cardinale croato da cui il terrorista sarebbe stato protetto; o ancora il fatto che i membri del comitato bulgaro per il rientro della salma contino sull'appoggio di Gianfranco Fini. Ma non è tutto: negli anni '50 scoppiò in Germania uno scandalo quando vennero pubblicati documenti sull'identità dell'ufficiale della Gestapo che nel 1934 aveva commissionato a Mihajlov l'organizzazione dell'assassinio del re jugoslavo Alessandro I. In quell'occasione si scoprì che a commissionare l'attentato, su ordine diretto di Göring, era stato Hans Speigel, che negli anni '50 era diventato... comandante in capo delle truppe di terra Nato in Europa.

L'iniziativa per la restituzione della salma di Mihajlov si inserisce in un momento delicato della vita politica bulgara e macedone. I giornali di Sofia hanno esultato per la schiacciante vittoria elettorale ottenuta in Macedonia da un'altra formazione che si richiama all'organizzazione terroristica di Mihajlov, la Vmro-Dpmne, considerata una forza filobulgara che potrebbe far gravitare la Macedonia sempre più verso il paese vicino. E quali siano d'altra parte le intenzioni del governo di Sofia lo ha reso chiaro il presidente del parlamento bulgaro Ivan Sokolov quando l'estate scorsa ha detto pubblicamente che "i confini con la Macedonia devono essere cancellati al più presto" e che "nessuno è più bulgaro degli abitanti della Macedonia". Gli ambienti ufficiali di Sofia non riconoscono l'esistenza di una nazione e di una lingua macedone, considerano i loro vicini come bulgari a tutti gli effetti, manifestando evidenti mire annessionistiche.

Nonostante questi rigurgiti revanscisti, l'Italia continua a sostenere attivamente il governo bulgaro, come è testimoniato dalle recenti visite di Scalfaro e Prodi e dal fatto che il nostro paese è diventato il principale partner commerciale di Sofia, scavalcando la Germania. Due importanti produttori italiani di armamenti, Marconi e Alenia, stanno siglando importanti contratti sia con la Bulgaria che con la Macedonia. Di fatto, il nostro paese arma in tal modo due paesi che potrebbero essere in un futuro non molto lontano parti avverse in un ennesimo conflitto.


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