LES VERITES YUGOSLAVES NE SONT PAS TOUTES BONNES A DIRE

 

 

 

PREFAZIONE del generale Pierre N. Galois al libro

di Jacques Merlino

Come avremmo vinto se non ci fosse stata la GNN? Entusiasmato dichiarò un colonnello americano nel momento quando l'operazione "Tempesta nel deserto" terminava con il ritiro dell'esercito iracheno. E mentre le Forze alleate attaccavan o senza distinzione l'avanguardia e la ritirata irachena, i corrispondenti alleati sorprendentemente stavano ancora seduti a Baghdad inviando informazioni - ..e disinformazioni Probabilmente che Saddam Hussein valutò che gli sarebbe convenuto che l e immagini della guerra fossero trasmesse in tutto il mondo.

I primi filmati del cielo di Baghdad illuminato dagli spari dell'artiglieria contraerea e delle detonazioni dei proiettili alleati però testimoniavano quanto dell'azione, tanto più dell'efficacia della difesa, ma anche della forza dell'at tacco dell'aviazione alleata. In favore alla causa irachena non è stata nemmeno la fotografia di quel pilota americano gonfio in faccia che si è salvato soltanto col paracadute, ne la foto del presidente iracheno che con un gesto di protezio ne appoggia la mano sulla testa di un giovane Britannico.

Vedremmo che l'immagine non sempre si può facilmente manipolare e che, in relazione alla cultura, si possono attribuire differenti significati.

Dalla Guerra del golfo in poi, "l'orientamento" dei media nell'emettere immagini adattate agli obiettivi di alcuni stati è diventata la base della loro strategia. In questo modo si prepara l'opinione della popolazione all'attuazione di questa st rategia, il loro appoggio ad essa e si giustifica il loro contributo, e le azioni umanitarie trasformano nell'intransigente e amorale richiesta della Real Politik. Sostiene la già scossa unità nazionale assicurando ai governi il numero di elettori. Ed a questi abbindolati, fregati, ma appagati, quando col tempo si scopre la fregatura, servono qualche altra "manipolazione" perché dimenticassero la precedente, e così il sistema del "condizionamento per immagine" gradualmente diventa un metodo di governare accettato in via generale.

Nell'istruzione una volta era usata la stampa e il libro, fino a tempo fa la radio. Oggi alla persuasione si usa l'immagine.

Circa due secoli fa, Napoleone metteva scompiglio tra i consiglieri nemici e nei loro Quartieri generali, promulgando notizie false sulla grandezza numerica delle proprie truppe. Nel 19.14 i Francesi si chiamavano alla mobilitazione coi cartelloni. I l oro materassi sono stati svuotati, il loro esercito decimato nella guerra contro i Tedeschi. echi.

Non tanto tempo fa, Soldzhenitsin agitò l'opinione pubblica separando i Russi dai comunisti, esaltando le qualità tradizionali di uni, condannando la vergognosa bassezza degli altri.

Ma la parola scritta è soltanto il riflesso dei pensieri dell'autore. La diffusione di essa è delimitata dalle frontiere delle culture e delle lingue. I commenti sulla radio, anche se di più vasta portata, rappresentano lo stesso i l parere personale e visione soggettiva della realtà .

Invece l'immagine riproduce alcuni fatti e avvenimenti per i quali non si può sapere se sono veritieri o tagliati, deturpati, "fabbricati", in quel momento agiscono forte e convincente.

I sociologi hanno studiato attentamente e spiegato la forza dell'immagine, pensiamo soltanto alle soap - opera Dallas, Dinasty e tante simili serie TV con scene della vita dei miliardari in un appartamento dell'Unione Sovietica, dove tre famiglie divid ono la stessa cucina. Questa ripetuta propaganda involontaria del liberismo, è diventata la forza motrice. La domanda spontanea veniva: "Perché loro possono vivere cosi e noi poveracci no?

L'economia sovietica era abbastanza arretrata perché il confronto sia insostenibile, ma lo stesso abbastanza sviluppata perché potesse essere pertinente. Il blocco dell'Est si è rivelato incapace a resisterli. Le vetrine del Berlin o ovest piene di attrattive capitaliste si presentavano come una calamità.

L'immagine indirizzata al pubblico si è presentata al pubblico indeciso già nella II Guerra mondiale - la guerra del Pacifico. L'industria bellica, cioè precisamente il settore dell'aviazione, si è accordata al ricorso di un a nuova strategia: quella proposta da Aleksandar Seversky, pilota, ingegnere, costruttore d aerei - con i bombardieri colpire nel cuore di Giappone (l'atomica era ancora in fasce). Con l'immagine bisognava attirare l'opinione pubblica per la nuova strateg ia, ed i fratelli Bisney hanno avuto il compito di illustrare il progetto. Il loro film è stato mostrato in tutti gli USA e G. Bretagna, ed è riuscito avvicinare la gente, per cosi dire, al bombardamento strategico necessario. Cioè co me si può in una grande guerra vincere diminuendo le proprie perdite aumentando quelle degli altri. La lezione è stata appresa ed eseguita 48 anni più tardi, nella Guerra del Golfo con perdite in relazione 1 : 1000.

L'Agenzia Hill Knowlton ha ricevuto una cospicua somma di denari dai paesi petroliferi arabi della penisola Arabica. L'agenzia ha usato un trucco bellico molto incisivo che ha innalzato in piedi tutta l'America la storia di una bella giovane profuga ch e piangendo davanti alla TV (CNN) testimoniava come è riuscita miracolosamente scappare dai torturatori iracheni ~ quali hanno dagli incubatori tolto 22 neonati gettandoli a terra e lasciati a morire. Queste alcune decine di documentario hanno talm ente sconvolto gli americani che reclamavano vendetta. Saddam Hussein satanizzato, il suo popolo messo al bando delle nazioni, giustificando cosi il massacro poi e 1 'embargo che fece morire c.ca 200.000 Iracheni, in particolare bambini.

Alle fine della guerra del Golfo si è saputo come, per 10 milioni di dollari e con l'immagine TV, si è riuscito a manipolare 250 milioni di americani: La profuga era la figlia dell'ambasciatore del Kuwait presso le NU, e la storia degli i ncubatori una menzogna alla quale diffusione ha contribuito lo stesso presidente Bush.

Senza l'immagine TV e l'inventiva immoralità di Hill e Norton, questa immediata reazione dell'opinione pubblica americana non sarebbe stata possibile. Dopodiché con l'immagine e i soldi coi quali si paga l'immagine, si può giustifi care ogni fine.

Giacché nella democrazia vige la regola che i governanti esprimono il parere della maggioranza dei loro cittadini, la questione è che con l'immagine, veritiera, parziale o falsa, si "prepari" l'opinione pubblica perché sostenga le loro intenzioni.

Una di queste agenzie per le relazioni col pubblico, la Ruder Finn Global Pubblic Affairs, con sede a Washington, non ha niente da invidiare alla Hill Norton. Essa si è arricchita satanizzando i Serbi, i quali erano esposti al muro della vergogna dopo la distruzione della Jugoslavia, tanto desiderata dalla Germania dalla Turchia, i paesi petroliferi e con loro gli USA (e la benedizione del Vaticano, N.d.T.). Questione di soldi. E ne la Germania, ne l'Arabia Saudita non ne mancano di questi.

Cosi funziona il "Nuovo ordine mondiale".

Però anche il "silenzio" visuale può "dare la mano" alla politica di uno Stato.

La Somalia per esempio, strategicamente guardando, ha un'ottima posizione (...) Gli americani avevano li 2 aeroporti ed una stazione dove sono sistemati i loro satelliti per il controllo del traffico del petrolio (...) Perciò non è forse per questo motivo perché la fame di quel popolo martoriato era oggetto di quelle innumerevoli trasmissioni televisive. Perciò l'opinione pubblica è stata "preparata" per un intervento militare ed umanitario. Quando si è arrivat i a questo, non importava il successo, nella maggioranza dell'opinione pubblica era acconsentito.

Mentre della fame e dell'oppressione della quale morivano i cristiani nel Sudan , qualche centinaio di km più in là non è fatta nessuna trasmissione. Politicamente e strategicamente il loro destino non ha interessato nessun stato, perciò il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e con loro tutto il mondo, è rimasto indifferente del genocidio dei sudanesi. (...)

L'originale, Jacques Merlino LES VERITES YUGOSLAVES NE SONT PAS TOUTES BONNES A DIRE, Editions Albin Michel, 75O14 Paris 22 rue Huyghens, si può ordinare anche tramite il Centro culturale francese a Roma.

 Il testo in serbo - croato: ISTINE O JUGOSLAVIJI NISU SVE ZA PRICU, Kontekst, Belgrado

 

"Non chiamare le cose con il proprio nome significa seminare disgrazia tra la gente"

A. Camus

INTRODUZIONE dell'autore di "Non è bene dire tutte le verità sulla Jugoslavia"

È permesso escludere un popolo. Denominarlo una massa di aggressori ed estremisti che non sono niente di meglio dei nazisti. E permesso contro questo popolo aizzare tutto il pianeta, preparare un processo come quello di Norimberga, el aborare il piano per un intervento militare e la strategia del bombardamento su obiettivi di difesa. È permesso cacciare questo stato dalle NU e sottomettere i Serbi al totale embargo economico.

Questo è permesso, in quanto è stato fatto.

Ma è lecito anche ritenere che accanto a tanta ostinazione manchi il buon senso. E che tutta la colpevolezza non possa esser addossata su un popolo intero, che una nazione abbia la sua. storia e la sua memoria. Che esista la manipolazione dei me dia. E che i sentimenti quando dominano la ragione siano un pessimo consigliere.

Questo è lecito, perché è anche il tema di questo libro. Esso è contrario a tutto quello che alimenta l'opinione pubblica internazionale. Esso si espone alla critica di quelli che non vogliono cambiare la propria opinione. E sso ha. delle mancanze proprie ad ogni libero pensiero ed approccio pacato che si contrappone alle smanie ed alla follia.

Però, una riflessione contraria all'andamento generale rappresenta una preziosa tradizionale caratteristica del pensiero francese, ereditata ancora da Voltaire. Non è forse il dubbio la condizione prima della libertà?

Ma il dubbio non vale a niente se si riduce al semplice miscuglio di diffidenza e precauzione. Esso sì deve superare e a ciò si può arrivare soltanto se si superano i giudizi e si intraprenda la ricerca basata sui fatti e documenti di prima mano. Questo e un difficile e grande compito. Esso tuttavia è indispensabile ed urgente se c'è la convinzione che le esagerazioni odierne possono provocare un cataclisma che va molto aldilà dai poveri Balcani.

L'originale: Jacques Merlino LES VERITES YUGOSLAVES NE SONT PAS TOUTES BONNES A DIRE, Editions Albin Nichel S.A 75014 Paris, 22 r. Huyghens

In serbo - croato: ISTINE O JUGOSLAVIJI NISU SVE ZA PRICU Kontekst, Beograd

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