Per
quanto queste pagine siano ora dimenticate Achille Starace, il gerarca che
volava sulle baionette, s’inarcò anche sulle parabole inaugurando alcune
trasmissioni sperimentali alla Mostra del Leonardo il 4 giugno 1939. La Tv di
Mussolini aveva già dei palinsesti, produsse dei varietà, delle aspiranti Nicolette Orsomando, scritturò le stelle del momento fra cui Nicolò Carosio.
Sul Radiocorriere apparivano i programmi e persino le pubblicità di alcuni
paleolitici apparecchi televisivi. Dulcis in fundo una storia personale e in
qualche modo il simbolo di quanto siano stati complessi nel nostro paese gli
intrecci e le storie individuali con la propaganda del regime. L’uomo di punta
della squadra giornalistica portava un nome che oggi evoca l’idea della modernità televisiva: Vittorio Veltroni padre, tragicamente scomparso, di Walter
Veltroni, futuro Primo Ministro ?, futuro
esperto di emittenza ? Un uomo cresciuto a quanto pare sulle gambe di Mike Bongiorno ma già segnato nel Dna da una predisposizione catodica. Ma cosa fermò
dunque il progetto che aveva tanto affascinato F. T. Marinetti e
i gerarchi del regime? Cosa impedì ai circuiti chiusi che trasmettevano i
programmi sperimentali di diventare Tv di massa e teleschermo in camicia nera?
Semplice:la guerra.
http://www.radiomarconi.com/marconi/cronologia.html
23 giugno 1940: A seguito
dell'entrata in guerra dell'Italia tutte le stazioni radiofoniche
trasmettono un unico programma. Intorno a quella stessa data vengono
sospese anche le trasmissioni televisive dalla stazione di Roma. Erano
andati in onda "Le disgrazie di Gedeone", una parodia dei film storici di
Cecil B. De Mille firmata ancora da Vincenzo Rovi, con Valentino Del Duca
e Marisa Vernati, regia di Victor De Sanctis e drammi e commedie che
resteranno sconosciute. 1943 – Al Nord Novembre: L'Ispettorato per la
Radiodiffusione e la Televisione viene abolito dal governo della RSI che
trasferisce la sede a Torino. A Sud il governo alleato insedia a Roma un
commissario per la gestione delle attività radiofoniche nell'Italia
Centro-meridionale. Il 26 ottobre 1944 l'Eiar diventa Radio Audizioni
Italiana (Rai) (Decreto Luogotenenziale 26.10.44 n.457)
LO STATO DELLA TECNICA
TELEVISIVA QUALCHE ANNO PRIMA
da un
articolo di Luciano Bonacossa su Le Vie D’Italia n. 9 settembre 1932….
quali sono i risultati concreti finora
raggiunti? Diciamo subito che i tentativi di trasmettere per broadcasting delle
scene di varietà o d’altro genere, non hanno ancora permesso di organizzare
trattenimenti veri e propri, poiché se il dilettante trova modo di essere l’uomo
più felice della terra al solo ricevere radiotrasmesso il mezzo busto di un
dicitore o qualche saltellante figurinetta di ballerina-cantante, - il tutto
sopra uno schermo di dimensioni molto ridotte e con una nitidezza assai scarsa -
è logico pensare che il pubblico in genere si stancherebbe assai presto di un
risultato tanto imperfetto. Appunto a perfezionarlo si dedicano molti studiosi
nei diversi paesi: così in Germania il Karolus che si serve della ruota di
Weiller per la trasmissione degli impulsi, il Barthélemy in Francia che opera
secondo un procedimento da lui stesso ideato, ed in Inghilterra Baird - sia col
classico sistema del disco di Nipkow, sia con la ruota di Weiller - che merita
di esser ricordato in modo speciale perché la sua opera nel campo della
televisione può esser paragonata a quella di Guglielmo Marconi nella telegrafia
senza fili, avendo avuto in primo luogo il grande merito di trasportare nel
campo pratico quanto esisteva soltanto in teoria. In America, invece, le grandi
organizzazioni industriali compresero subito che non sarebbe stato possibile
ottenere sentiti e notevoli progressi se non attraverso esperienze successive, e
perciò disposero per la creazione di appositi laboratori attrezzatissimi, ove
numerosi tecnici e specialisti dei vari rami apportano valido contributo
all’opera degli studiosi nelle loro ricerche. Tale larghezza di vedute,
accoppiata ad un’adeguata potenza di mezzi, non ha infatti tardato a dare i suoi
frutti, e fin da due anni fa venne stupito il mondo con una rappresentazione al
teatro di Schenectady durante la quale si ricevettero per televisione
(attraverso la distanza di 5 chilometri) brevi scene di varietà sopra uno
schermo di ben due metri di lato: enorme, in confronto a quelli di pochi
decimetri quadrati coi quali fino ad allora si pensava di aver già fatto dei
passi da gigante.
L’eccezionale rappresentazione venne organizzata alla presenza di un ristretto
numero di tecnici e di personalità, dalla General Electric Co. che volle in tal
modo rendere noto al pubblico quanto silenziosamente - e con la tenacia di
parecchi anni di ricerche - i suoi tecnici avevano realizzato. In questo
impianto, una delle maggiori difficoltà da vincere consisteva nella scelta di
una sorgente luminosa di grande intensità — per illuminare uno schermo di
dimensioni inusitate — che fosse inoltre suscettibile di essere modulata in modo
perfetto; poiché evidentemente a nulla sarebbe valso il disporre di una sorgente
molto forte se fosse poi mancata la possibilità di passare facilmente dalle più
vive intensità di luce alle sfumature più delicate per il risalto del soggetto
da riprodurre. Il problema venne allora risolto nel seguente modo: per quanto
riguardava la sorgente intensa, si fece uso di una potente lampada ad arco
mentre per la modulazione si applicò la speciale cellula che il Karolus di
Lipsia aveva costruito sfruttando una scoperta effettuata molto tempo prima dal
Kerr, in relazione a certe influenze elettriche sulla luce polarizzata. In poche
parole, questa cellula consta di due nicol o prismi formati dalla riunione di
due pezzi di spato d’Islanda (cristallo di rocca) fra i quali vien collocato un
piccolo condensatore elettrico immerso in una soluzione di nitrobenzolo. Per
comprenderne il funzionamento, dobbiamo ricordare che un raggio luminoso vibra
trasversalmente secondo infiniti piani disposti come una rosa attorno ad esso, e
quando sul suo percorso vien posto un nicol allora si polarizza ossia esce con
una sola vibrazione. Se questo raggio così semplificato si fa penetrare in un
secondo nicol avente il proprio piano di polarizzazione perpendicolare a quello
del primo, esso si estinguerà totalmente, e solo dopo aver girato questo secondo
nicol fino a renderlo parallelo al primo, la luce potrà uscire. Se ora, quando i
due nicol sono incrociati, ossia il raggio di luce è estinto al di là del
secondo, si pone in mezzo una vaschetta di nitrobenzolo contenente un
condensatore elettrico, la tensione variabile delle sue armatore - derivante
dalla corrente modulata proveniente dalla stazione di emissione - influisce
sulla proprietà birifrangente del nitrobenzolo, facendo sì che l’oscurità
completa prodotta dai due nicol incrociati sia mitigata proporzionalmente
all’intensità delle correnti stesse. Lo spettacolo di Schenectady segnò
veramente l’inizio di una nuova fase nella storia della televisione, e dopo
quell’epoca tanti altri esperimenti ebbero luogo, ma quei risultati non furono
mai superati e forse nemmeno eguagliati. Essi non possono tuttavia considerarsi
di pratica portata, data la breve distanza alla quale la trasmissione venne
effettuata.
È qui opportuno ricordare ora brevemente che cosa sia il problema della
modulazione che oggi è diventato, per i tecnici, di grande importanza, poiché è
precisamente con una sua soddisfacente soluzione che si potranno disciplinare
meglio che adesso le varie trasmissioni radiotelefoniche, e domani quelle di
televisione, A ciascun posto di emissione viene assegnata - come sappiamo - una
data lunghezza d’onda: per esempio, 6oo metri, e ciò vuol dire che su tale onda
portante vengono innestate, per cosi dire, le innumerevoli vibrazioni che
costituiscono i diversi suoni nel caso della radio o che corrispondono, nella
televisione, alle luminosità delle numerosissime zone secondo cui sono stati
suddivisi i soggetti da trasmettere. Vediamo di chiarire l’idea con un esempio e
prendiamo come base pratica la dimensione di millimetri 25 x 58 scelta da Baird
per la finestra rettangolare che delimita il campo di esplorazione dei raggi
luminosi uscenti dal disco di Nipkow. Calcolando
che l’immagine venga idealmente suddivisa in tante zone quadrate aventi il lato
di mm, o,5, il numero di esse sarà 58oo, e siccome, per la persistenza delle
immagini sulla rètina è necessario che il soggetto sia esplorato 15 volte al
secondo, ne viene che il numero di impulsi luminosi da trasmettere per secondo
dovrà esser pari a 87.000. Vi saranno cioè, in un secondo 87,000 variazioni di
corrente e poiché due variazioni formano un ciclo, si avrà una corrente
variabile avente 43,500 periodi, con una lunghezza d’onda - quindi - di 6900
metri circa, che si sovrapporrà all’onda portante, modulandola.
Di qui, la necessità di stabilire per ciascun posto di emissione - oltre che
un’onda propria - una banda di frequenza da non invadere assolutamente con le
bande di altre stazioni vicine, se si vogliono evitare interferenze e simili
disturbi, In questo caso la banda dovrebbe avere un’estensione di ben 43.500
cicli: però in pratica ci si deve accontentare di meno, allo scopo di permettere
1’esistenza contemporanea a parecchie stazioni. Il campo delle onde medie, nel
quale si opera attualmente colle trasmissioni radio e con quelle sperimentali di
televisione, va dai 200 ai 500 metri, ossia da 1 milione e 500.ooo a 6oo mila
cicli al secondo, e con una zona, quindi, utilizzabile di 900 mila cicli. Se ora
a ciascuna stazione si riservasse una banda di 43mila e 5oo cicli, in tale zona
dell’etere vi sarebbe posto solamente per 21 stazioni: numero evidentemente
troppo esiguo per soddisfare le esigenze di tutti i paesi europei. Perciò -
almeno per le radioaudizioni - si è limitata la banda a 1o.ooo cicli, cosicché
nella zona dei 900.000 cicli vi è posto per 90 stazioni.
Come si vede, nelle attuali condizioni non vi è posto per le trasmissioni di
televisione, ed è precisamente per tale motivo che l’orientamento moderno è per
le onde corte - comprese fra 1o metri ed un metro, ossia fra 30 milioni e 300
milioni di cicli - per cui la relativa zona d’etere viene a contenere 270
milioni di periodi, con la possibilità quindi di mantenere in contemporaneo
funzionamento ben 27.000 stazioni. Per adesso, quindi, ci si deve limitare assai
per quanto riguarda le esigenze di nitidezza e di dimensione nella ricezione
delle scene trasmesse. Uniformandosi a tali necessità, sono oggi parecchie le
stazioni americane ed europee che dedicano qualche ora della giornata alla
trasmissione di regolari programmi di televisione, e sembra anche assai prossima
in Italia l’entrata in funzione di un grandioso e moderno impianto per
spettacoli di televisione. Finora, in mezzo a tanto fervore di conquiste nel
campo di questa sicura promessa scientifica, noi fummo solo spettatori. Non v’ha
dubbio che il pubblico vorrà, a suo tempo, degnamente apprezzare tale
iniziativa, dimostrandosi lieto che il nostro paese non sia da meno degli altri,
proprio nel campo in cui primeggiò il genio italiano con la scintilla che
annullo le distanze e riunì i continenti.
LUCIANO BONACOSSA.
Immagine sopra: Per trasmettere scene con
sufficiente chiarezza, è necessario che le zone luminose nelle quali le immagini
vengono idealmente suddivise siano molto numerose, e ciò porta a dover vincere
parecchie difficoltà d’ordine costruttivo negli apparecchi quando trattasi di
usufruire di linee telefoniche in cavo per la trasmissione da una stazione
all’altra. Quando invece si fa uso di radioonde, la complicazione è anche
maggiore per i disturbi che, nell’attuale stato della tecnica, le varie stazioni diffonditrici generano, una rispetto all’altra. Una recente innovazione
studiata dal Baird permette di ovviare in parte agli inconvenienti, suddividendo
in tre parti i flussi luminosi di trasmissione, collocando cioè dietro la lente,
nelle stazioni di emissione, tre cellule fotoelettriche aventi ognuna un proprio
campo di lavoro ridotto alla terza parte della zona totale. Opportune linee
telefoniche condurranno i corrispondenti impulsi elettrici alla stazione
ricevente ove 3 lampade prive di inerzia ricostruiranno, attraverso una lente
ed una ruota del Weiller simile a quella dell’altra stazione, la scena
trasmessa. Il sistema è adatto anche per scene all’aperto.
Immagine a fianco: Nell’esperimento di Schenectady, per ottenere la ricezione sopra
non schermo di quattro metri quadrati, il grande problema do. risolvere era
quello di ottenere una conveniente illuminazione di tutte le zone, senza che
l’inerzia della sorgente luminosa guastasse gli effetti di chiaroscuro delle
scene stesse. La modulazione perfetta del pennello luminoso venne ottenuta culla
speciale cellula Karolus accoppiata ad un potentissimo arco elettrico. La
ricostruzione delle immagini non differiva poi dal solito schema con disco di
Nipkow, Come risulta dal disegno.
http://www.iy1ttm.org/ita/0017.htm il radio faro Marconi - Luciano Bonacossa |