LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

Gomma Autarchica 

Come gli americani vinsero la Guerra - 1a parte

2 -carra

  Questa scheda nasce dopo la lettura d'un articolo de l' "Illustrazione del Popolo" del 2 agosto 1942 terminante con "..si pensi che un pneumatico per rimorchi pesa più di 60 Kg. Sono quindi 60 Kg di gomma risparmiati per ogni ruota autarchica che entra in circolazione...". In Italia come negli Stati Uniti (vedi sotto dove esisteva una vera e propria crisi di materia prima) uno dei primi provvedimenti è la limitazione della velocità per risparmiare battistrada. Un altro provvedimento è aggiungere rimorchio a rimorchio e fare un "treno", come avviene oggi in Australia su strade dritte e piatte decine di chilometri  nel deserto inusuali da noi se non in certi punti della pianura padana non solcati da fiumi o canali.

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  Le possibili soluzioni italiane delle ruote autarchiche (solo per rimorchi) come da foto

1 -viberti

   Qui a sinistra  1 - sistema Viberti 6 kg gomma per masselli interposti a cerchi,  a sinistra in alto 2 - tutto ferro rotaia Carra, sotto a sinistra  3 -  anelli elastici in acciaio Viberti niente gomma. Con tutte queste ruote non era possibile superare i 20 km orari su strade in ottimo stato. Non si conosce l'effetto su carichi fragili e non risulta siano mai state usate. In Libia tutte le gomme usate venivano raccolte e accumulate in depositi (sotto a sinistra) ma qui sovente facevano capo quelli che non avendo più scorte, o un ricambio a portata di mano, lo andavano a  cercare fra lo scartato (gettato in tempi migliori e in stato accettabile). Le carcasse in buono stato già in patria subivano la ricopertura che in Libia non era possibile effettuare. http://museoauto.it/mambo/index2.php?option=content&do_pdf=1&id=211 storia del pneumatico

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   http://www.it.pirelli.com/web/group/history/storia_pneumatici/primaguerra/default.page

3 -viberti anelli

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  Vulcanizzazione La Genovese, etc .. dal sito B&C  “Nel primo dopoguerra (della Grande Guerra), protagonista assoluto è l’artigiano “vulcanizzatore” che, messi da parte i vecchi strumenti di lavoro - spezzoni di gomma e bulloni necessari per riparare i buchi sui pneumatici squarciati dalle pessime condizioni stradali - inizia il ciclo virtuoso di questo settore passato tutto al pneumatico (ricordo che la grande guerra s'era combattuta in genere per gli autocarri  su gomme piene) . Si inventa una rudimentale pressa di “cottura” riscaldata a gas, con la quale vulcanizza un terzo per volta della gomma battistrada della copertura usata, ripetendo quindi per gli altri due archi la stessa operazione di rivestimento dell’intera circonferenza. Una lavorazione questa lunga e complessa che, pur completando la “risuolatura” di tutta la gomma di sommità , molto spesso lasciava tre “mini scalini” sul battistrada rinnovato,
Tyres are basically petrochemical products and the manufacture of a single truck tyre uses up to 80 litres of oil. Since approximately 70% of that oil is found in the tyre casing, which is reused in the retreading process, only about 25 litres of oil are needed to retread that same tyre. .. It was not until 1920, when tyres were first made of weftless cord fabric, that retreading became a sound commercial proposition. The new fabric eliminated the internal friction which had caused the breakdown of casings made of square-woven canvas, and enabled tyres, if run under proper conditions, to take a second tread when the original one had worn smooth and often a third when the second was finished. From this time it came to be accepted that the life of a tyre could be safely extended by retreading, just as the life of a pair of shoes is prolonged by re-soling.

4 discarica copertoni

 

La gomma autarchica americana

   
 

versione odierna del pneumatico con poca gommaIl 27 giugno 1942 (Rommel vinceva in Libia e per l'armata rossa nel Caucaso era uno sfacelo ) il Presidente degli Stati Uniti, F.D. Roosevelt, parlò alla nazione da tutte le stazioni radio e rivolse l'urgente appello di consegnare presso le 40.000 stazioni di servizio carburanti del paese tutti gli oggetti in gomma disponibili, dai copertoni usati ai giocattoli....."Se non saremo in grado di produrre rapidamente una grande quantità di gomma di sintesi il nostro sforzo bellico e la nostra economia andranno al collasso". da Materie Plastiche ed Elastomeri 03/1999 di Paolo Maltese

la versione moderna a destra oltre che essere "risparmiosa" è anche militarmente strategica poiché non accusa che limitati danni da un colpo d'arma da fuoco individuale, sia alla gomma che è "piena" (come quelle di una volta) che al cerchione che è alveolare in materiale plastico. Miracoli possibili solo con le scoperte postbelliche sui polimeri

     

 

La scoperta della gomma e il caso Manaus

Di ritorno dal "Nuovo Mondo", Colombo portò con seun nuovo materiale ottenuto dal lattice di una pianta che gli indigeni dell'Amazzonia chiamavano "Cahutchu" (legno piangente), che possedeva proprietà elastiche (di nessuna utilità per l'epoca)  ma che acquistò importanza industriale 300 anni dopo, a seguito della scoperta casuale della vulcanizzazione (1839). Da quel momento la crescente applicazione industriale del nuovo materiale e gli interessi degli europei in Estremo Oriente spinsero gli inglesi a trapiantare i semi della pianta (Hevea Brasiliensis) dall'Amazzonia a Ceylon poi nelle Indie Orientali Olandesi, Sumatra, Malacca ecc. . Nel 1876 infatti un botanico inglese Alexander Wicklam imbarcava clandestinamente 70.000 semi di seringueira. I semi finirono nelle colonie olandesi, francesi e tedesche germogliando una qualità anche migliore e a prezzo più basso. Con la scoperta del petrolio negli Stati Uniti (1859) e la creazione del motore a scoppio (1885) iniziò la grande richiesta di gomma naturale per pneumatici ed altro. Dalla fine dell’800 al 1914 una città in Brasile visse tutti gli eccessi della improvvisa ricchezza e della altrettanto improvvisa decadenza a maturazione delle piantine trafugate. La formazione del Cartello della Gomma inglese alla fine della Grande Guerra spinse gli Stati Uniti, divenuti i più grandi consumatori di gomma (75% della produzione mondiale dopo la prima guerra) ad estendere le piantagioni di gomma in altre aree vicine, ed amiche, Panama, Costarica, Liberia, Filippine (occupate poi dai giapponesi) ma essi rimasero comunque totalmente dipendenti dalle importazioni condizionate dal trasporto e dai rivolgimenti politici a cui andavano incontro i paesi. 

     

  Con lo scoppio della guerra gli Stati Uniti erano quindi stati tagliati fuori dalla fornitura di gomma naturale da parte dei paesi del sud est asiatico occupati dal Giappone (ma non il Brasile con la sua produzione ormai marginale vedi sotto) e disponevano di una produzione propria di appena 8.400 tonn/anno di elastomeri di sintesi, a fronte di un consumo di 600.000 t/a in tempo di pace e di un milione di t/a nelle condizioni critiche previste dal conflitto (escludendo aiuti a  paesi terzi). L'appello venne diffuso in un momento molto critico per la coalizione: nell'Africa del Nord le truppe dell'Asse avanzavano verso il Cairo, in Russia un gruppo di armate tedesche marciava verso i pozzi petroliferi del Caucaso, in estremo Oriente i giapponesi, dopo la catastrofe della flotta americana a Pearl Harbour, avevano occupato tutti i territori da cui proveniva la gomma naturale. L'appello del 27 giugno 1942 portò 457.000 tonnellate di gomma usata, solo per metà recuperabile, e fu seguito da altre consegne fino a 1.100.000 t nell'arco di un anno. La gomma di recupero era tuttavia del tutto insufficiente per sostenere una lunga guerra su due vastissimi fronti. Ne bastava per 1 anno !!!!.
     

Non consumate i pneumatici !: velocità consigliate (imposte)

 

All’origine della gomma sintetica

A seguito delle ricerche di Faraday e Williams, (isoprene C5H8), William Augustus Tilden ottenne nel 1884 un elastomero identico alla gomma naturale partendo dall'isoprene. L'isoprene non era però agevolmente ottenibile per sintesi. L'abbondanza della gomma naturale sul mercato non ne rendeva ancora necessaria una produzione per sintesi. Ben diversa era la situazione in Europa già evidenziata durante il primo conflitto. Russia e Germania, preoccupate del blocco delle forniture, avevano già da anni puntato sulla sintesi chimica della gomma: la Russia aveva polimerizzato il butadiene (Lebedev, 1910), con il sodio come catalizzatore; la scoperta di questo processo era stata casuale. La Germania aveva polimerizzato il dimetilbutadiene (Gomma Metile) nel 1916, con tempi di polimerizzazione di 2-6 mesi; le proprietà erano così scadenti da decretare la fine del progetto al termine delle ostilità. Nel 1926 l'industria tedesca riprese gli studi sugli elastomeri di sintesi. In quel periodo le più importanti industrie tedesche confluirono nella I.G. Farbenindustrie, dotata di una fortissima struttura di ricerca e quindi capace di affrontare il problema. Nel 1931 I.G. aveva sintetizzato un nuovo polimero, il poliisobutilene (PIB), mediante catalisi cationica dell'isobutilene (fluoruro di boro) a bassa temperatura (- 75 ÷ -100°C), che fu inizialmente sperimentato negli Stati Uniti come oligomero per la regolazione della viscosità dei lubrificanti (indipendente dalla temperatura). Il PIB non era però vulcanizzabile e, quindi, nel 1937 fu copolimerizzato con un diene (butadiene, isoprene), dando così origine ad un polimero vulcanizzabile (Gomma Butile), che però non risultò adatto per i copertoni bensì per le camere d'aria, data la sua elevata impermeabilità ai gas. Lo studio dell'isobutene costituì, casualmente, la base per la produzione di benzina ad alto numero di ottani (100): convertito dalla Standard Oil in diisobutene venne idrogenato a isottano indispensabile, assieme al piombo, per la produzione di benzina avio.

 

PRODUZIONE MONDIALE DI CAUTCHOUC

  L'accordo Standard Oil - I.G. Farbenindustrie
anno

tot tonn. prod.

di cui Brasile  

L'insieme degli eventi che portarono a introdurre negli Stati Uniti due dei più grandi risultati della ricerca chimica tedesca ha radici lontane, nel commercio estero degli Stati Uniti. Dopo la prima Guerra Mondiale, Standard Oil (oggi Exxon) costituì in Germania una società commerciale per la vendita del petrolio e derivati. Dopo qualche tempo la società americana cominciò a ricevere dalla consociata tedesca importanti segnalazioni relative ai successi della ricerca chimica tedesca nei campi della sintesi di idrocarburi dal carbone e della sintesi degli elastomeri. Nella primavera del 1925 la Standard ricevette una richiesta di visita dei suoi impianti petroliferi da parte di una delegazione tedesca della I.G., guidata da Carl Bosch, tesa a rendere la Germania indipendente dal petrolio mediante la produzione di idrocarburi dal carbone.

1900 58.900 26.750
1905 62.145 35.000
1910 70.500 40.800
1915 158.700* 37.220
1920 390.000 30.000
* maturazione piantine    

  La gomma Italiana 

Durante il periodo dell’autarchia le difficoltà di approvvigionamento di materie prime fanno intensificare le ricerche di prodotti e processi industriali alternativi a quelli precedentemente adottati. Si vedono quindi sperimentazioni con il coke, gas metano, benzine di scisti e lignite, alcol ed ammoniaca. La società SIRI mette a punto il suo processo di sintesi del metanolo (già utilizzato come combustibile, per la produzione di materie plastiche e di esplosivi). Nel 1938 l’ IRI e la Pirelli, sollecitate dal Ministero dell’ Industria, costituiscono la Società Agricola Italiana Gomma Autarchica (SAIGA) per lo sfruttamento del Guayule. Tra il 1936 e il 1937 il Centro Chimico Militare, aveva ottenuto la collaborazione della statunitense International Rubber Co. per la coltivazione, in Puglia, del guayule. Da questa pianta di origine messicana poteva infatti essere estratta della gomma. A quella data il fabbisogno nazionale di gomma è stimato in 30.000 t/anno e la SAIGA prevede di poterlo soddisfare per un terzo. Lo scoppio del conflitto mondiale e poi l’entrata in guerra dell’ Italia interrompono i contatti con i tecnici americani e nel 1943 l’impresa viene chiusa e i campi del tavoliere riconvertiti a grano molto più necessario al sud. Il 14 settembre 1939, sempre la Pirelli e l’ IRI costituiscono la Società Anonima Industria Gomma Sintetica (SAIGS per la produzione di butadiene o gomma sintetica a partire dall’acetilene (carburo di calcio) secondo un brevetto tedesco in concessione alla Bicocca. Per lo svolgimento di questa attività sono previsti due stabilimenti, uno a Ferrara e uno a Terni (vedi nei libri Freetime http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri51.htm ). Nell’ottobre 1943 la linea per la produzione della gomma sintetica non era stata però ancora completata. L’avanzata delle truppe alleate indusse i tedeschi ad asportare i macchinari già installati per proseguire la produzione in Germania. Dal 1926 risultano di fondamentale importanza le ricerche di Giulio Natta nella sintesi catalitica del metanolo da ossidi di carbonio e idrogeno. Agli anni Trenta risalgono anche le sue indagini sulla gassificazione del carbone con ossigeno, effettuata con un gassogeno sperimentale da lui installato presso l’Istituto di Chimica Industriale del Politecnico. I risultati di queste ricerche sono state largamente applicati in diversi gassogeni industriali, ciascuno avente una potenzialità di 50.000 m3/giorno di gas, utilizzato (in tempo di autarchia) per la produzione di fertilizzanti, di carburanti e di esplosivi. Ancora agli inizi degli anni Trenta Natta avviava i Suoi studi sulla preparazione della formaldeide mediante ossidazione del metanolo. All’inizio degli anni Quaranta risalgono invece i lavori di Natta per la messa a punto di nuovi processi per la produzione di butadiene e, soprattutto, lo studio e la realizzazione di un metodo del tutto originale per il frazionamento di miscele di idrocarburi a quattro atomi di carbonio che, per la prima volta, consentiva di separare, con un procedimento di tipo fisico, butadiene ad elevata purezza, necessario per la preparazione delle gomme sintetiche; ed è grazie a questi Suoi contributi e alla sua diretta collaborazione che, durante l’ultima guerra mondiale, fu possibile produrre anche in Italia gomma sintetica. 

   

 
     

  Fu questo l'inizio di una serie di incontri e visite reciproche che evidenziarono tre fattori cruciali: l'eccellenza dei risultati della chimica tedesca in ricerca con grandissimo impegno di mezzi e personale, in base alla quale si poteva ottenere petrolio da qualsiasi fonte di carbonio organico; la possibilità di incrementare fortemente la produzione di idrocarburi leggeri (benzina), in continua e crescente richiesta, mediante idrocracking delle frazioni pesanti del petrolio, specialmente in considerazione del fatto che gli Stati Uniti ritenevano allora di avere riserve di petrolio soltanto per altri 7 anni !!!. A seguito di queste constatazioni, Standard Oil decise di creare un importante complesso di ricerca sulla idrogenazione delle frazioni pesanti del greggio, basato sulle ricerche chimiche di laboratorio e la loro applicazione in impianti pilota: una struttura chimico-ingegneristica (1927) che si sarebbe rilevata preziosa negli anni della crisi. Gli incontri, le visite reciproche e le trattative con I.G. proseguirono per vari anni e si conclusero con un accordo generale (1929-1930) che portò alla costituzione di una società mista paritetica, la Joint American Study Company (JASCO), per lo studio e lo sviluppo di nuovi derivati del petrolio. L'accordo prevedeva anche l'estensione ad altri prodotti fra i quali la sintesi degli elastomeri. La crisi del 1929, la scoperta di nuovi immensi giacimenti di petrolio nel Texas ed il crollo del prezzo della gomma lasciarono la situazione ferma per alcuni anni, ma verso la fine degli anni '30 il deterioramento della congiuntura mondiale avrebbe trasformato la JASCO nel punto focale per lo sviluppo della gomma di sintesi negli Stati Uniti. 
     

Il Pirelli Cord viene lanciato attorno alla metà degli anni '20. E' la definitiva applicazione del tessuto cord nei pneumatici per autovettura. Corda è una volgarizzazione.

  Con l'aggravarsi della crisi in Europa (occupazioni tedesche) e in Estremo Oriente (occupazioni giapponesi in Cina), alcuni settori militari americani manifestarono interesse verso la gomma di sintesi, sperimentata da cinque industrie del ramo, di cui iniziava negli Usa una modesta produzione su scala pilota.  Ancora alla fine del 1941 gli Stati Uniti avevano, fra un tentennamento e l'altro) una produzione di elastomeri di sintesi di 8.383 ton/anno, pari allo 0,8% del consumo di gomma in un anno. La caduta della Francia nel giugno 1940 diede il via a un piano di produzione di 100.000 t/a di gomma di sintesi presso dodici società del settore, con un impegno di 100 milioni di dollari a carico dello Stato. Tuttavia, la previsione fu quasi subito ridotta a 40.000 t/a su 4 impianti da 10.000 ton/a ciascuno, dato che il Governo non poteva finanziare il piano per intero. Questa decisione non fu condivisa dalle sfere militari che non sottovalutavano la crescente pericolosità della situazione (siamo all'inizio del 1941, con la guerra già in corso in Europa da settembre 1939). Per la produzione di 40.000 t/a di gomma BUNA-S occorrevano vari impianti e tecnologie da differenti settori produttivi, legati o slegati spesso da accordi di cartello (Monopoli) e da 18 a 30 mesi per l'intera realizzazione sia pure su scala così ridotta dei complessi produttivi. Continuando a perseverare nell'errore, il 20 febbraio 1941 un memorandum di origine governativa affermava che: "Ancorché tagliata qualsiasi fornitura di gomma, gli Stati Uniti possedevano una riserva sufficiente per tre anni" e, quindi, un mese dopo (28 marzo 1941) fu deciso di dimezzare la produzione. Di fronte a questa svolta repentina, l'idea che i tecnici si formarono fu che: " I politici passavano nei loro ragionamenti da A a B e da B a C con una logica così ferrea che alla fine né A né C avevano alcun senso" e fu soltanto per le pressioni dei tecnici che, nell'ottobre del 1941 (a due mesi da Pearl Harbour), fu ripreso il piano dei quattro impianti da 10.000 tonnellate ciascuno. Un anno era stato irrimediabilmente perso, malgrado la guerra in Europa avesse assunto proporzioni gigantesche con l'operazione Barbarossa del giugno del 1941. All'opposto, in un altro settore gli Stati Uniti avevano già avviato (Lettera di Einstein al Presidente, agosto 1939) ricerche e piani per la fabbricazione dell'arma atomica, e proprio il 6 dicembre 1941, vigilia di Pearl Harbour, a Washington il comitato supremo di difesa dava segretamente il via alla costruzione dei giganteschi impianti necessari. 
     
Primo Levi, ebreo, chimico e poi scrittore catturato dai tedeschi nel 1943, fu deportato nel campo di Auschwitz e lavorò nella fabbrica di Buna. - scrisse Levi nel  libro: "Se questo è un uomo" (cap. VII: "Una buona giornata"). La Buna e' grande come una città; vi lavorano oltre ai dirigenti e ai tecnici tedeschi, 40.000 stranieri, e vi si parlano 15 o 20 lingue. Tutti gli stranieri abitano in vari Lager che alla Buna fanno corona: il Lager dei prigionieri di guerra inglesi, il Lager delle donne ucraine, il Lager dei francesi volontari, e altri che non conosciamo. "Il nostro Lager fornisce da solo 10.000 lavoratori che vengono da tutte le Nazioni d'Europa; e noi siamo gli schiavi degli schiavi, a cui tutti possono comandare, e il nostro nome è un numero che portiamo tatuato sul braccio e cucito sul petto." 

http://www.sturmvogel.orbat.com/ussbsrub.html - Strategic Air Attack on the German Rubber Industry

 

La gomma tedesca  Buna

Oltre che del campo (di concentramento) e della fabbrica, Buna è il nome del prodotto sintetico. Deriva da Butadiene e Sodio (Natrium, in tedesco). Nei primi giorni del '41, il dr. Otto Ambros dell’ IG-Farben, individua il luogo dove sarà costruito il complesso industriale. Si tratta della località di Dwory, a pochi chilometri da Oświęcim (Auschwitz in tedesco). Auschwitz cominciò a generare una rete di campi secondari al suo esterno, 34 in tutto, dove i prigionieri lavoravano in un cementificio… una miniera di carbone… un’acciaieria… un calzaturificio..etc.... Uno di questi sotto-campi, il maggiore, era l’impianto dell’I.G. Farben Buna. Le condizioni a Buna erano simili a quelle di Auschwitz, gli appelli all’alba, le razioni da fame, i ritmi infernali di lavoro, le percosse.  In totale, circa 25.000 persone furono uccise nell’impianto dell’I.G. Farben. Uno dei misteri irrisolti di Auschwitz è che questo impianto, costruito a prezzo di indicibili sofferenze, non produsse mai un grammo di gomma sintetica ???. La produzione, secondo i programmi, sarebbe iniziata il primo febbraio 1945. Ma i russi arrivarono tre giorni prima e tutto quell'immenso insieme di laboratori diventò un cimitero di tubi e cemento. Nonostante i rapporti col nazismo, la I.G. ha continuato ad avere stretti rapporti tecnici e commerciali con le industrie chimiche internazionali e americane fino alla fine del '41. La Standard Oil acquistò i brevetti per la produzione di benzina sintetica dal carbone, secondo una tecnica messa a punto da Bergius, e a sua volta mise a disposizione della I.G. la tecnica per la produzione di gomma sintetica Buna, che si rivelò utilissima per il funzionamento dei carri armati impiegati poco dopo contro i soldati americani. La Ethyl Corporation americana (50 % Standard Oil e 50 % General Motors), in grado di produrre negli anni trenta il piombo tetraetile (l'antidetonante per benzine d'aviazione ad alto numero di ottani) in regime di monopolio (quasi totale), mandò 500 tonn. di piombo in Germania alla vigilia dell'occupazione della Cecoslovacchia.

     
    L’America entra in guerra
... "Le produzioni di acciaio, rame, alluminio, benzina avio sono sufficienti, ma se non assicuriamo rapidamente nuove forniture di gomma il nostro sforzo bellico e la nostra economia andranno al collasso. Il nostro compito è enorme: per il solo 1943 sono necessarie 574.000 tonnellate di gomma per noi, per i nostri alleati e per i 27 milioni di automobili e camion circolanti in America. Le forniture da America Latina e Africa sono insufficienti. La gomma di recupero può fornire le industrie del riciclaggio fino al 1945. La scorta di gomma per pneumatici è di un milione di tonnellate. Dopo Pearl Harbour abbiamo perduto il 90% delle forniture; la produzione di gomma necessaria per compensarle comporterebbe un impiego di 12 anni, dobbiamo farcela in due anni. Questo immane compito sarà possibile soltanto mercé l'impegno e la competenza dei nostri tecnici: l'esecuzione del programma della gomma non è compito del Governo ma dell'Industria".   Dopo Pearl Harbour (7/12/1941) l'immenso arcipelago delle Indie Olandesi fino alla Nuova Guinea e alla Papuasia era ormai precluso: qualsiasi fornitura di gomma naturale cessò; Ceylon, India, America Latina, ne potevano fornire non più di 130/150 mila tonnellate annue, il 10% del necessario. Era necessario che il paese, ormai in guerra, iniziasse a produrre di punto in bianco 800 mila tonnellate annue di gomma sintetica, senza prevalicare (andare a scapito di) altre produzioni belliche: la produzione d'alluminio doveva essere aumentata di sette volte, il magnesio di cento, il petrolio di 4 (fino a 5 milioni di barili al giorno), le raffinerie dovevano produrre toluene come base per 4.000 tonnellate al giorno di trinitrotoluene (TNT). Era inoltre necessario produrre enormi quantità di acciaio di ogni tipo, polietilene, siliconi, polivinilcloruro, nylon per paracadute e tende, etc etc..etc. La pianificazione della produzione della gomma sintetica subì un primo balzo in avanti già il 20 dicembre 1941 quando si passò da 40 a 120 mila t/a (di progetto) e, subito dopo, a 400 mila tonnellate annue; dopo la caduta di Singapore il progetto saliva a 800 mila tonn/anno !!!. Si perché per ora erano solo conti sulla carta. Le restrizioni al consumo della gomma furono drastiche: la velocità dei veicoli fu imposta a 35 miglia/ora (circa 55 Km/h); fu istituito il controllo dello stato di usura dei pneumatici; la gestione delle riserve di gomma fu posta sotto controllo federale. Nei primi mesi del 1942 l'umiliazione per la grave sconfitta e il timore per l’incombente pericolo (crisi dei trasporti) provocarono nell'opinione pubblica una violenta reazione ed un'ondata d'ira popolare. Quella che dovrebbe crearsi non solo in tempo di guerra. Finirono sotto accusa industriali e principalmente la Standard Oil accusata d'aver creato un cartello con la I.G. Farben per monopolizzare l'industria del petrolio e della gomma, impedendone così la produzione da parte d'altre industrie e provocando la totale impreparazione del paese nel settore vitale della gomma:"è chiaro che ci siamo baloccati troppo a lungo, e che tutti i gruppi interessati dovrebbero essere abbastanza adulti da lasciare cadere le loro divergenze e confluire nel programma per produrre la gomma sintetica senza ulteriori indugi". Di fronte a questa gravissima presa di posizione, il Presidente fece marcia indietro e nominò un comitato: il comitato Baruch. Baruch nominò 25 fra i più prestigiosi esperti, tra i quali famosi nomi dell'industria e dell'università (Flory, Kolthoff, Marvel, Harkins), e condusse un'indagine a tutto campo che, in meno di un mese, il 10/9/1942 presentò un rapporto accuratissimo ed un piano dettagliato di produzione di elastomeri sintetici da varie fonti, compresa l’agricola, (sovrapproduzione di grano trasformabile in alcol=242:000 T/a) per un totale di 886.000 T/a equivalenti di Buna s provenienti da gas e Butano (70.000 T/a), Butene (petrolio e raffineria 400.000 T/a) poi neoprene e Butile 180.000 t/a . Il documento riportava fra l'altro (a fianco) .....

Il progetto divenne comunque proprietà del Governo che finanziò gli impianti, la ricerca, i brevetti, (700 milioni di dollari). Il Canada confinante condivideva il piano. Le guerre si vincevano partendo anche da qui.

     

orti di guerra

orti di guerra

pianta quello che mangi

 

                 ogni giardino una fabbrica di munizioni                             la difesa ha bisogno di gomma - risparmia i tuoi pneumatici

    Nasce una nuova industria

Alfa Romeo da guerra

 

All'inizio del 1943 la situazione della gomma era però ancora confusa: il programma era gigantesco ed estremamente complesso. Vi partecipavano 65 industrie principali oltre a decine di società minori e ad una vastissima rete di trasporti; tuttavia, a metà 1943, i 51 impianti sorti praticamente dal nulla erano già funzionanti e la grande impresa iniziava ad operare. Dai giorni bui di Pearl Harbour erano passati solo 18 mesi per l'avvio e 30 mesi per l'equilibrio fra produzione e richiesta; in tempi normali sarebbero stati necessari, come già detto, almeno 12 anni. La produzione di gomma riciclata, nel 1942-1943 fu l’unica risorsa fondamentale per far fronte alle richieste, assieme alla scorta di gomma naturale in rapido consumo. Nessuna strategia offensiva era possibile in quelle condizioni. Solo nell'estate del '43 (sbarco in Sicilia preceduto da quello del Nord Africa puramente dimostrativo) si diede il la consistente alle operazioni militari. Chi teneva su tutta la baracca alleata era stata la Russia che l'aveva pagata a caro prezzo, l’Inghilterra pure. In estremo oriente l’immensità del territorio da controllare da parte del Giappone li aveva solidificati e sul mare erano stati fermati. Nel 1943/44, malgrado la sviluppata industria petrolifera, il principale contributo alla produzione di butadiene fu dato dall'alcool (processo Union Carbide) a sua volta ottenuto per il 65% da fermentazione di melasse, per il 15% dal grano, e il 20% da sintesi; infatti, a causa degli enormi ritardi, gli impianti industriali per il butadiene da butano e da buteni non erano ancora pronti. La produzione di alcool industriale negli stati Uniti era di 650.000 t/a nel 1940-41, ma nel maggio 1942 fu portata a 1,8 milioni di tonnellate sia per i consumi civili che per quelli militari. Molte fabbriche di whiskey furono convertite ad alcool industriale e solo ogni tanto ebbero il permesso di produrre liquore. Gli impianti di butadiene da alcool produssero con una resa del 165% rispetto al preventivato, ma dati i costi più alti furono i primi ad essere chiusi dopo la guerra. 

     

Tessera americana

 

La privatizzazione del dopoguerra e lo stand-by

Dopo la durissima esperienza della guerra, il governo degli Stati Uniti mantenne in produzione una parte degli impianti di gomma sintetica, mentre altri furono chiusi, ma mantenuti pronti per un rapido avvio, cosa che tornò utile nei giorni della guerra di Corea (1950-1954). Le procedure dello "stand-by" hanno costituito un importante capitolo nella storia della gomma di sintesi: il costo dello stand-by è stato pari al 3% all'anno del valore dell'impianto, oltre all'1,4% per lavori di manutenzione, e del 5,5% per la ripresa a pieno regime nel giro di tre mesi. Dopo la guerra gli impianti furono venduti dal governo ai privati con una certa gradualità e con precise clausole relative agli obblighi che le industrie dovevano assumere nei confronti del governo, e quindi della sicurezza nazionale, specialmente in considerazione del clima di guerra fredda durato 40 anni, nonché della libera competizione sul mercato e del corretto rapporto fra produttori e consumatori.

<<<< Gasoline ration stamps and card, 1945. “Oil is in the fight! American warships alone used 1,890% more (in più) fuel oil in 1944 than in 1941. These ships guard the supply lines that feed and protect our men overseas. Use no more fuel oil than you must.” Risparmiate carburanti, la sola marina usa il 1.890% in più di quanto usava nel 1941. Queste navi sono a guardia del naviglio che rifornisce i nostri uomini. Oltre ai carburanti negli Usa vennero razionati anche gli alimentari e incentivato la gente ad avere, come in Italia, l'Orto di guerra (sopra).

    L'organigramma di Auschwitz:  
In May of 1942, the U.S. Office of Price Administration (OPA) froze prices on practically all everyday goods, starting with sugar and coffee. War Ration Books were issued to each American family, dictating how much any one person could buy. The first nonfood item rationed was rubber. The Japanese had seized plantations in the Dutch East Indies that produced 90% of America's raw rubber. President Franklin D. Roosevelt called on citizens to contribute scrap rubber, old tires, old rubber raincoats, garden hose, rubber shoes, bathing cap. The OPA established the Idle Tire Purchase Plan, and could deny Mileage Rations to anyone owning passenger tires not in use. The national maximum Victory Speed was 35 miles an hour. Driving clubs or carpools were encouraged. Gasoline was rationed on May 15, 1942 on the east coast, and nationwide that December. The OPA issued various stickers to be affixed to the car's windshield, depending on need. To get your classification and ration stamps, you had to certify to a local board that you needed gas and owned no more than five tires.  

Il Lager - madre, in polacco Oświęcim, venne dichiarato KZ il 26 maggio 1940. Fino al novembre 1943 le tre sezioni - Auschwitz I - Stammlager, Auschwitz II - Birkenau, e Auschwitz III - Monowitz - dipendevano da un unico comando. Poi diventarono indipendenti coi loro sottocampi. I vari comandanti furono Rudolf Höss, Arthur Bliebehenschel, Josef Kramer, Albert Schwarz, Fritz Hartjenstein e Richard Baer.

Auschwitz I (Stammlager)- Nel blocco 11 nel settembre 1941 fu effettuato il primo tentativo di eliminazione con il " Zyklon B". Al test furono sottoposti dei prigionieri russi. Auschwitz II (Birkenau) Era situato a circa 3 Km. dallo Stammlager. La costruzione cominciò l'8 ottobre 1941. In polacco si chiamava Brzezinka. L'ultimo crematorio venne fatto saltare per ordine di Himmler alla fine di novembre del 1944. Ad Auschwitz II finirono tra gli altri gli ebrei di Theresienstadt, gli zingari, i destinati alla quarantena (ed alla liquidazione), i puniti con il carcere rieducativo. Auschwitz III (Monowitz o Buna). La sua costruzione iniziò il 31 maggio 1942. In polacco si chiamava Monowice. Era il Lager industriale di Auschwitz ricavato nell'area della città, da cui gli abitanti dovettero sloggiare. Al suo posto la IG - Farben iniziò i lavori per la costruzione del gigantesco stabilimento "Buna II". Qui, a Blechhammer ed in un'altra filiale lavorarono nel 1942 oltre 3500 tecnici e operai italiani, assunti con regolare contratto di lavoro. da http://www.schiavidihitler.it/Pagine_documenti/archivio/auschwitz.htm   

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