La storia è racconto attraverso i libri

Il primo testo che accompagna la presentazione è in genere quello diffuso dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati. Se non diversamente indicati sono del sito.

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Il progetto autarchico della gomma naturale di
 Alberino Cianci  

Thyrus Ed. Terni Anno 2007

S.A.I.G.A

Società Anonima Italiana Gomma Autarchica

Da progetto Babele Carlo Santulli passi .... Terni. Parlando di questa città, viene immediatamente in mente la presenza di una cospicua realtà industriale, parte siderurgica, parte chimica. La prima è probabilmente più nota, risalendo alla nascita della Società Terni nel 1885 (anche se c'è da notare che a Terni era situata la ferriera del Papa fin dal 700, ed ancora una circoscrizione cittadina si chiama così). Però anche la seconda ha avuto la sua storia, dall'Elettrochimico di Papigno, del 1901, per la produzione del carburo di calcio, importante fertilizzante all'epoca, e dell'acetilene o gas illuminante, Elettrochimico che continua la sua storia in altro ambito come set per riprese cinematografiche (qui sono state girate alcune scene di “La vita è bella” di Roberto Benigni). Inoltre, a Terni ha avuto importanza il tessile, oltre alla Montefibre, mi permetto di ricordare lo Jutificio Centurini, scomparso nei primi anni '70. C'è stato però un periodo in cui c'erano altri motivi a guidare la ricerca di nuove materie prime per la produzione della gomma, in particolare negli anni tra il '37 ed il '43 in cui l'Italia, conseguentemente alle sanzioni della Società delle Nazioni. Fu allora che, oltre ad altri interessanti provvedimenti, come limitare la velocità dei camion per ridurre il consumo dei battistrada, si cercò di inseguire la creazione di una “gomma autarchica”, ottenuta dal guayule (Parthenium Argentatum), pianta originaria del Messico (Nord) e degli Stati Uniti sud-occidentali. La produzione della gomma autarchica, manco a dirlo, avveniva a Terni. Questa bella storia, ricca di riferimenti storici, documentari ed ovviamente industriali, viene raccontata con dovizia di particolari, ma anche con un bel piglio di storico da Alberino Cianci

 

 

La Gazzetta del Mezzogiorno del 5 febbraio 2008 ... negli Stati Uniti la coltivazione di una di queste piante, il guayule, e l’estrazione della gomma erano effettuate dalla Intercontinental Rubber Company, presso la quale furono inviati alcuni tecnici italiani. La Intercontinental Rubber inviò in Italia un suo addetto che visitò le varie regioni e ne studiò le condizioni agronomiche. Fu così stipulato un contratto secondo cui la società americana avrebbe inviato semi e piante di guayule e collaborato alla loro messa a dimora. Nel 1937 fu creato un “Ente gomma guayule” e fu costituita, dalla Pirelli e dell’Iri, la SAIGA. Falliti i tentativi di coltivare il guayule in Libia, nel 1938 furono acquisiti alcuni terreni a Cerignola dove fu creato un vivaio in cui furono piantate 25 milioni di piantine di guayule ottenute con i semi selezionati fatti venire dalla California (resa una tonnellata di gomma per ettaro). Lo scoppio della guerra mandò all'aria il progetto.
Nel 1944 quei terreni furono occupati dagli Alleati e riconvertiti a cereali. Le proprietà della SAIGA a Cerignola furono vendute all’Opera Nazionale Combattenti e nel 1947 la SAIGA fu messa in liquidazione. Intanto fin dal 1939 la SAIGA era stata incorporata in un’altra società, sempre della Pirelli-IRI, la SAIGS (Società Anonima Italiana Gomma Sintetica), che nel frattempo si era orientata verso la produzione di gomma sintetica del butadiene; la SAIGS costruì una fabbrica della materia prima a Ferrara, in una zona dove esistevano molti zuccherifici; lo zucchero veniva trasformato in alcol etilico, e questo trasformato in butadiene. Il complesso di Ferrara fu poi acquistato da Montecatini e la produzione della gomma sintetica fu trasferita a Terni, dove era disponibile abbondante elettricità. Qui il butadiene era ottenuto dall’acetilene a sua volta ottenuto dal carburo di calcio prodotto al forno elettrico. L’impresa cessò nel 1943. L’archivio della SAIGA/SAIGS sopravvisse a queste vicende, fu trasferito da Ferrara a Terni e qui fu salvato da un dipendente diligente e lungimirante che l’ha messo a disposizione dell’autore del libro citato.

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