GIACINTO
COVA |
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IL FATTO 3a parte | |||
L'’8 aprile cade anche El Mechili per opera dei reparti che provengono dalla Trigh El Abd in massima parte italiani. In fretta e furia furono bloccati i reparti inglesi che ancora non si erano imbarcati per la Grecia e fu affidato al Gen. Gott il comando ad est di Tobruk per bloccare i tedeschi. Lungo il confine egiziano, Rommel decise di attestarsi in una serie di capisaldi; gli stessi che gli italiani avevano utilizzato in passato. La fortificazione principale era presso il Passo di Halfaya, (alle spalle aveva la ridotta Capuzzo) conquistata ora agli inglesi, che a loro volta lo avevano strappata a noi a fine '40. Da l’8° Bersaglieri e la guerra in Africa Sett. Del Gen. Diego Vicini- Il comando di Halfaya venne affidato da Rommel al Capitano Bach, un energico ex pastore protestante, che era stato tra i protagonisti della conquista del passo alcuni giorni prima. Occupato il passo Halfaya, i tedeschi lasciarono la posizione di Ridotta Capuzzo alla colonna Montemurro, che si estese, pertanto, sulla destra, cioè verso sud-ovest, diluendo lo schieramento della 2a compagnia bersaglieri motociclisti (Cap. Feleppa - Ten. Cova) e della 6a compagnia bersaglieri e aggiungendovi, il 27 aprile, quello della 7a compagnia (ten. Marchetti) del II/62° f. Trento (3 plotoni fucilieri e 1 plotone mitraglieri), rinforzata da 2 plotoni della 106a compagnia cannoni 47/32 (cap. Perrotti) del 7° bersaglieri. Il comando di colonna si sistemò a q. 186 poco più di due chilometri a nord-est della Ridotta. Lì si trovava una buca naturale, di forma circolare, con un diametro di una decina di metri e profonda due o tre, che presentava alcuni cunicoli adibiti a depositi viveri e munizioni ed alla sede del centralino telefonico. Al centro di quell'antro vegetava un albero di fico, che attingeva vita sul fondo sabbioso e protendeva i rami all'esterno, creando un vivo contrasto tra il verde delle foglie ed il giallo della sabbia circostante. Per salire al passo bisognava percorrere una serie di tornanti scoperti dove era impossibile sfuggire ai colpi di cannone. |
All’alba
del 15 maggio lo schieramento dopo ulteriori modifiche sul fronte Sollum
Halfaya Capuzzo era il seguente: SOLLUM: Sollum alta: comando XII battaglione bersaglieri (cap. Mistretta); comando 7a compagnia bersaglieri (cap. Pasquini) con 1 plotone bersaglieri (sten. Pretto) a sbarramento della strada proveniente da Sollum Bassa: 1 plotone bersaglieri (sten. Dalbon) della 7a compagnia, in prossimità del porticciolo di Sollum per sorveglianza antisbarco; il plotone arditi della colonna Montemurro (sten. Lanza) e 1 plotone da 37/45 (sten. Pirondini), costituenti posto di sbarramento presso i pozzi di Sidi Omar (est di Sollum bassa). Il sten. Lanza, ricoverato all'infermeria di Sollum alta per una ferita al piede, era sostituito nel comando dal sten. Pirondini. |
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In verità, l'organizzazione difensiva da
Sollum a passo Halfaya e a q. 186 era di scarsa consistenza, avendo la
sua ossatura in soli 14 pezzi cc da 47/32, 9 da 37/45, 4 cannoni da
75/27 e 1 da 105. I carri armati più vicini erano quelli di von Herff 20
Km. indietro a Bardia. Il caposaldo di q. 186 era tale più di nome che
di fatto, poiché non solo non aveva ostacoli perimetrali di rilievo,
quali mine e fosso anticarro, ma nemmeno disponeva di un'aliquota di
forze per la reazione di movimento, che, dato il terreno, sarebbe dovuta
essere almeno meccanizzata. Il lavoro di scavo delle postazioni era
stato assillante e faticosissimo, specie per i serventi ai pezzi
controcarro. |
Passo Halfaya: al centro: 1 cp motofucilieri tedesca, a q. 191, sul pianoro, in corrispondenza dello sbocco della strada del passo, fronte alle |
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provenienze dal deserto; 6a batteria del gruppo Frongia del 24° rgpt.
art. di C.A. da 105, a q. 190; a sinistra: lungo il costone (che dal pianoro scendeva ripido sino alla strada per Bug Bug) e, attraverso la piana, fino al mare, con fronte a est, da destra a sinistra: I pl. fuc. (sten. Marchi) della 7a cp. bers.; I pl. cn. da 47/32 (sten. Veronesi) della 106a cp. cn. del 7° rgt. bers.: 1 pl. fuc. (ten. Talpo) della 7a cp. bers.; II pl. cn. da 47/32 (sten. Esposito) della 72a cp. c.c. dal 6° di Bologna. Tutti questi plotoni dipendevano dal ten. Talpo; a destra: con andamento sud-nord, sulla destra della compagnia tedesca: 6a cp. bers. (ten. Arivella), con, da sinistra a destra: I pl. fuc. (sten. Marani) III pl. cn. c.c. 47/32 (sten. Rini): IV pl. mitr. (ten. Arivella); IV pl. cn. c.c. (sten. Fazi ): In pl. fuc. (sten. Socini). Tutte le forze di passo Halfaya erano alle dipendenze del comandante della compagnia tedesca, che, a sua volta, dipendeva dal col. von Herff. |
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Alle ore 5,30 del 15 maggio, l'ufficiale
di servizio scosse dal sonno il ten. Talpo, che si era appisolato poco
più di due ore prima: « È giunta l'artiglieria! » « Sono in anticipo,
oggi ... strano! ... » Cominciarono ad arrivare le prime salve. Anche
sul costone alto il cannone iniziò a tuonare. « Unità corazzate sono in
movimento verso le nostre posizioni. L'ordine è di resistere ad oltranza
», Era il cap. Sturchio, che subito dopo telefonò al ten. Talpo: «
I
tedeschi sono stati attaccati. Tieni duro!» Si aggiunse la voce del Col.
Montemurro: « Se sei attaccato, raccorcia la linea ed appoggiati ai
costoni. La posizione dei tedeschi è fortissima! », Il ten. Talpo trasse
un sospiro di sollievo. Finalmente qualcuno gli aveva detto qualcosa di
utile. Alle 6 la notizia: I tedeschi sono stati travolti. I nostri colpi
ora cercavano di fermare i carri ma a 400 metri rimbalzavano sulle
corazze. |
CAPOSALDO DI Q. 186 DI RIDOTTA CAPUZZO |
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Alle ore 7, il posto di blocco al varco
del reticolato, dove terminava la via Balbia (cippo n. 31), aveva
comunicato che una colonna di carri armati ed automezzi si stava
avvicinando. Presso il comando di colonna, a q. 186, il ten. Spiazzi,
mentre osservava il movimento delle forze nemiche e trasmetteva i
relativi dati al sottocomandante della batteria (S.Ten. D’Ondes), rimase
seriamente ferito ad un ginocchio, ma riuscì a confermare al suo
sostituto la giustezza del tiro della prima salva partita. Essa,
infatti, aveva investito il nemico in corrispondenza del varco e da quel
momento il giovane subalterno non si lasciò più sfuggire l'evolversi
della situazione. Subentrò poi la rabbiosa reazione della nostra 2a
compagnia motociclisti. |
C.do 8°
rgt. bers. (col. Montemurro), c.do gr. Frongia e II pl. della 6a cp.
bers. (sten. Marasi): q. 186; 2a cp. bers. motoc. (cap. Feleppa ), rinforzata dal I pl. cn. c.c. della 72a cp.: a sud e sud-ovest di q. 186 con, da sinistra a destra: I pl. moto bers. (ten. Cova); pl. cn. da 37/45 (sten. D'Auf der Mauer); II pl. bers. (sten. Trabalzini): I pl. cn. da 47/32 (sten. Maestri); In pl. bers. (sten. Antomelli); 1 sez. mitragl. da 20 mrn (sten. Vierzi): sulla destra del III pl. bers. (spostata più indietro); 1a btr. da 75/27 (ten. Spiazzi) del 132° art.: circa 300 metri a nord-nord/ovest di q. 186; c.do (ten. Rustichelli del 6°) e pl. c.do (sten. Ferrari) della 72a cp. cn. c.c. da 47/32: zona di q. 186; c.do 106a cp. cn. c.c. da 47/32 (cap. Perotti): q. 186; 7a cp. del II/62° f. Trento (ten. Marchetti), rinforzata da 2 pl. della 106a cp. cn. c.c. (sten. Ottolini e Cappella): sulla destra della 2a cp. bers. motoc. ad interdizione delle provenienze da ovest e sud-est. |
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Un pezzo da 37/45, che già aveva
arrestato un carro colpendolo ai cingoli e costretto un altro a
ripiegare malconcio, fu centrato in pieno e rimasero uccisi i tre
serventi (Vazzano, Gallina e Scartozzonì), mentre il comandante della
squadra, cap. magg. Mondadori, giacque ferito. Resi inservibili anche
gli altri due cannoni, la fanteria nemica si abbatté sui superstiti.
Il ten. Cova, nel disperato tentativo di sottrarre alla fine incombente non soltanto quelli, ma anche i suoi bersaglieri, si buttò al contrassalto con un'aliquota del suo plotone già decimato. Il cap. magg. Mondadori, dalla sua piazzola rivolse lo sguardo attonito in quella direzione. Aveva appena visto cadere, nella postazione alla sua destra, il cap. magg. Zaniboni, che, prima di essere abbattuto, aveva scagliato contro gli assalitori, non avendo più null'altro, la cassetta delle munizioni. Osservò lo sparuto gruppo del ten. Cova scontrarsi con i numerosi fanti nemici, tra un serrato scoppiare di bombe a mano. Nell'impari lotta che ne seguì vide riflessi di baionette e fucili usati a mo' di clava. Quando si provvide alla raccolta dei caduti, si trovò, poco discosto dal S.Ten. D'Auf der Mauer, il ten. Cova, che stringeva nella destra una bomba a mano. L'urto principale venne allora sostenuto dai plotoni di Antomelli, Maestri e Trabalzini. Qui, però, la fanteria nemica era stata tenuta a bada fino ad allora dalle mitragliatrici, ma, ormai, di queste una soltanto (una FIAT '35 di riserva) continuava, inesorabile, a sgranare proiettili ed il suo crepitio rincuorava. Il Col. Montemurro si aggirava tra i suoi per cercare di tamponare la situazione che ormai era disperata. Alle 11,30 di tedeschi neanche l’ombra, ma almeno non ci sparavano addosso. Ora ad essere investito direttamente era il comando. |
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COMPOSIZIONE DIVISIONE ARIETE | |||
- 8° RGT Bersaglieri su 1 BTG moto e 2 autoportati + 2
compagnie armi accompagnamento (a.a) e controcarri (c.c). |
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