LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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ENZO BIAGI : Spesso ci sono scritte sui muri, graffiti, più eloquenti di un saggio, o di un discorso. A Roma, durante l'occupazione, una mano sconosciuta scrisse: «Annatevene tutti, lasciateci piagne da soli». Esprimeva il sentimento della gente. Nei primi tempi dei governi con ministri comunisti, a Bologna, una ragazza entusiasta e fiduciosa tracciò con un pennarello, ma ben visibile, il suo programma, o meglio, le sue speranze: «Le donne dell'Udi (Unione donne italiane, n.d.r.) vogliono l'apertura a sinistra». Un passante distaccato, e anche un po' scettico, non si trattenne, e aggiunse la sua opinione: «A me sta bene dov’è».
Non amo il mare, per la memoria dell´infanzia. Soffrivo di tonsillite molto spesso d´inverno, e mi mandarono a una colonia marina della Decima Legio, che era poi il fascismo bolognese. Era la prima volta che uscivo dalla famiglia e sentivo il peso della lontananza. Non sapevo e non so nuotare. Venne a trovarmi mio padre e ci sedemmo dietro un capanno..... ma non vedevo l´ora che quella cura finisse per potermene andare nel villaggio sull’Appennino dove sono nato. Io mi occupavo di cinema, e vinsi i prelittoriali della critica del Guf (I Gruppi universitari fascisti (GUF) furono l'articolazione universitaria del Partito Nazionale Fascista) di Bologna, battendo ingiustamente il mio amico Adriano Magli, che era più bravo e più serio di me, ma io me la cavavo con qualche battuta. Nel periodo liceale la nuova passione viene alimentata dall’attività del Cineguf, la sezione cinematografica dei Gruppi Universitari Fascisti, gestita allora da Carlo Doglio. Scrivevo di film sull´´Assalto´, organo della Decima Legio con Guido Aristarco che stava a Ferrara al ´Corriere Padano´. Fummo i soli che difesero ´Ossessione´ di Luchino Visconti, accusato di esterofilia.

(Quando la "mecca" del cinema si trasferì a Venezia, sotto la RSI, al Resto del Carlino vi era un critico cinematografico di nome Biagi Enzo, regolarmente iscritto al partito fascista repubblicano ed al circolo della stampa bolognese che dipendeva direttamente dalla X legio che controllava la fede politica degli iscritti).

http://www.littorio.com/arc/colonie/colonia_bolognese-i.htm               tutti i fascisti nome per nome http://www.laltraverita.it/pagina_principale_43.htm

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  La X legio era una delle più antiche legioni romane (con Giulio Cesare quando invase la Gallia nel 58 a.c.). In questo caso però stiamo parlando di una rivista di Bologna del periodo fascista: così dal sito del comune di Bologna: La rubrica "Vita fascista" appare per la prima volta nel gennaio 1927 (dal 1936 diventa "Vita della Decima legio", poi "Decima legio") fornendo notizie sull'attività a Bologna del PNF e delle varie organizzazioni fasciste (GIL, Gioventù italiana del Littorio; OND, Opera nazionale dopolavoro; GUF, Gruppi universitari fascisti etc). Il Fascio di Bologna aveva un proprio periodico, "L'Assalto", fondato nel 1920, ma la rivista del Comune entrava anche nelle case dei bolognesi che non leggevano "L'Assalto" ed andava quindi utilizzata come ulteriore strumento di diffusione capillare della propaganda. Durante la Marcia su Roma la Decima Legio fascista occupa Bologna: Le camicie nere bolognesi sono divise in 13 coorti, raggruppate in due legioni, una per la città e una per la provincia.