OPERAZIONE HUSKY
LO SBARCO ALLEATO IN
SICILIA
10 luglio 1943 |
IL PATTO
SCELLERATO
LINK
LA RINASCITA DEL FENOMENO MAFIOSO AD OPERA DEGLI ALLEATI |
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Si è detto e scritto e si continuerà a dire che il successo dello sbarco
in Sicilia oltre che alla abbondanza di mezzi e dovuto alle porte aperte
organizzate dai principali mafiosi operanti negli Stati Uniti cosi come
i successivi atti amministrativi dell'Allied Military Governemnt
(Governo militare alleato) che a questi si appoggerà
( vedi a tal
proposito la scheda di Poletti in Personaggi e il pezzo di Vito
Paticchia
tratto da
Combat Photo 1944/1945 Grafis ed. Bo IBC Regione E. Romagna Ass.
alla Cultura )............ È in America che si
svolge il lavoro più intenso per la contemporanea presenza di un
cospicuo gruppo di antifascisti italiani (che annovera, fra gli altri,
gli esuli Don Sturzo, Salvemini, Nenni, La Malfa, Visentini, il Conte
Sforza e il professore Max Ascoli, che si è guadagnata l'amicizia e la
stima di influenti autorità americane, compresi il presidente Roosevelt
e sua moglie) e una etnia di oltre 5 milioni di immigrati italiani, con
al centro una fortissima presenza di siciliani. Se gli italo-americani
non godevano di una buona reputazione nell'opinione pubblica americana,
collocati da questa ad uno dei livelli più bassi nella gerarchia delle
etnie perché poco organizzati, senza ospedali parrocchie o altre
istituzioni cattoliche tanto da risultare sotto la tutela degli ebrei o
degli irlandesi, la diffidenza verso i siciliani era ancora
maggiore..... il patto scellerato a sx e al link
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/poletti.htm
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Dislocazione del Regio Esercito al 1° luglio 1943
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La Conferenza di Casablanca ed il piano di invasione della
Sicilia |
2ª Armata in Jugoslavia; 4ª
e 7a e 8a in Italia (sul continente reduci o in via di ricostituzione);
6ª armata in Sicilia; 9ª in Albania; 11ª
in Grecia; XIII Corpo d'Armata (su 4 Divisioni) in Sardegna. Ed ancora, le seguenti Unità: divisione "Alpi Graie" in formazione; Div. Corazzata di cavalleria "Ariete" (pronta, però, solo per 2/3); Div. autotrasportata "Piave"
e "Piacenza" e "Granatieri" (con sede in Roma); Div.
fant. "Rovigo" (in Liguria); Div. fant. "Piceno" in Puglia; Div. fant. "Mantova" (in
Calabria).
Comando 6ª Armata
Gen. Alfredo Guzzoni*
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Finita la guerra d’africa si aprivano scenari molto diversi, diversi anche per le finalità dei singoli alleati. La Russia voleva alleggerirsi dalla pressione tedesca e sfondare nei
Balcani che riteneva ormai sua zona d’influenza. Gli inglesi che non volevano riconoscere questo volevano continuare a controllare il mediterraneo attraverso le loro basi di Gibilterra e Malta, ma in particolare non volevano russi fuori dalla porta del
pozzi petroliferi. Gli americani dal canto loro avevano già i loro obiettivi e non c’era bisogno di renderli pubblici agli alleati. Gli inglesi consideravano ancora il canale di Suez strategico, mentre gli americani sapevano che finita la guerra le grandi petroliere non avrebbero più percorso quella strada. Gli inglesi e francesi si batteranno ancora 10 anni dopo per il possesso del canale. Gli americani accettarono di fare il gioco inglese nel mediterraneo a condizione che l’anno dopo venisse organizzato uno sbarco in Normandia, unica e vera strada per raggiungere Berlino in tempi stretti. La strada italiana era lunga e infida e come unico risultato avrebbe fatto cadere una gamba dell’asse, assolutamente ininfluente. In seguito all’accordo di Casablanca, il Generale Dwight D. Eisenhower, già comandante delle forze Alleate in Nordafrica, ebbe il comando supremo dell’operazione Husky. Sotto di lui, il generale Sir Harold Alexander fu designato comandante di tutte le forze di terra ed ebbe la diretta responsabilità dei combattimenti, l’ammiraglio Andrew B. Cunningham doveva essere il comandante delle Forze navali mentre il comando delle Forze aeree Alleate fu assegnato al maresciallo dell’Aria Sir Arthur Tedder. Lo Stato maggiore unificato (JPS-Joint Planning Staff) affidò ad Eisenhower il compito di formare un quartier generale per organizzare il piano di invasione e alla fine di gennaio venne creato
il gruppo di programmazione ad Algeri che prese il nome di "Task Force 141"
dal numero della stanza dell’albergo dove
si riunivano. Vennero create due distinte unità operative che avrebbero dovuto agire in modo autonomo in Sicilia: una orientale, britannica, chiamata "Force 545" ed una occidentale, americana, chiamata "Force 343". Come comandanti
di settore Eisenhower scelse Bernard Montgomery a capo dell’Ottava Armata inglese ed il
Ten. Generale George Patton per la Settima Armata americana.
http://www.answers.com/topic/operation-husky-order-of-battle
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GLI ITALIANI
Facevano da
complemento come riserva mobile delle unità a disposizione dei C.d.A. lungo le
principali rotabili per l'interno il:
10° Raggr. semoventi da 90/53 su 2 gruppi
131° rgt carri n° 102 Renault R35 di preda
bellica
12° "
artiglieria da C.d.A.
40° "
"
112° Btg mitraglieri autonomi
12° "
*Alfredo
Guzzoni Nasce a Mantova il 12 aprile 1877.
Dopo la Scuola di
Guerra partecipa al conflitto Libico e quindi alla Grande Guerra come
Capo di S.M. nella 7 e 11a divisione. Nel 1918 diviene Capo di S.M del 3°
C.d.A. Nel 1930, promosso Generale va a comandare una brigata
Alpina. Passa quindi alla Accademia Militare di Modena e alla Divisione
Granatieri. E' Governatore dell’Eritrea per un breve periodo (1935) e nel
1939 comanda il Corpo d spedizione in Albania (operazione OMT). Allo scoppio del
Conflitto è ai vertici della IV armata sul fronte Alpino Francese.
Ricopre la carica di sottosegretario di stato alla guerra e sottocapo di
S.M. finchè Cavallero rimane in Albania. Dal 1942 comanda la VI armata
in Sicilia e la comandava anche quando gli americani sbarcarono. Viene
sollevato dall'incarico quando le truppe Italiane collasseranno ai primi
d'Agosto del 1943. Dopo l'8 settembre viene arrestato nella R.S.I. come
traditore. Scampa al plotone d'esecuzione grazie ai tedeschi. Moriìrà a Roma nel 1965.
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Il Comando della 6a posto vicino Enna, ha predisposto per tempo il terreno di combattimento in più zone difensive, affidando al XII C.d.Armata
(CdA). la parte occidentale
dell'Isola e quella orientale al XVI. Questo il quadro di battaglia alla data del 30 giugno 1943 delle nostre Forze Armate in
Sicilia, dislocate lungo un perimetro di quasi 1.400 Km: - Intendenza
(gen. Ugo Abbondanza)
Unità a disposizione 4ª Div. fanteria "Livorno"(33rd/34th Infantry Regiment 28th Artillery Regiment 3 Anti-Aircraft Battalions) unità minori di arditi e parà
(gen. Domenico Chirieleison)
supporti d'armata 10-177° bersaglieri, 1 Btg.
costiero bersaglieri, 2 cp moto, 1 btg R35, XXIX Brigata costiera 136°
rgt. - Gruppi mobili - Gruppi Tattici;
-
XII CdA (gen. Mario Arisio; dal 12 luglio gen. Francesco
Zingales**)
-
26ª Div. fant.. "Assietta"29th/30th Infantry
Regiment 17th "Blackshirts" Battalion 25th Artillery Regiment CXXVI Mortar
Battalion
- 28ª Div. fant. "Aosta" 5th/6th Infantry Regiment
171st "Blackshirts" Battalion 22nd Artillery Regiment XXVIII Mortar
Battalion
- truppe Costiere di C.d.A. di rinforzo : 136° Rgt. fant. Autonomo (fra Palermo e S. Stefano di Camastra) - Difesa Porto "N" (Palermo) -
208ª Div. costiera (fra Palermo e Trapani) -
202ª gen.
Ficalbi (124/125° rgt 62/63° rgp a.c.)
- 207ª gen.
De Laurentis (138/139° rgt 12° rgp a.c.) -
230ª ? gen. Conti (120/184° rgt 43° rgp
a.c.)- e cavalieri (23°) appiedati.
- XVI
CdA
(gen. Carlo Rossi)
54ª Div. fant. "Napoli" 75th/76th Infantry Regiment 173rd
"Blackshirts" Battalion 54th Artillery Regiment
gen. Giulio Cesare Conte Gotti Porcinari
(Firenze 17-8-1888 + Roma 7-7-1946 già Comandante del 1° Reggimento
bersaglieri nel 1936) - truppe di C.d.A. di rinforzo
Costiere - XIX Brigata costiera
140/179° rgt (dislocata da S. Stefano di Camastra fino a Messina) -
213ª Div. cost. 135 °
rgt (distesa fra Messina e Catania) - Difesa Porto "E" (Catania) -
XVIII Brig. cost.
134/178° rgt e 206ª gen. D'Havet cost. 122/123/146 ° rgt (fra Licata e Siracusa).
supporti 1 btg R35, 1 fiat 3000, 1 smv 47/32
Ad altre truppe di terra (vedi a fianco) si aggiungono le Piazze Militari della Marina, legioni
e coorti costiere autonome, artiglierie, Controcarro e mortai, reparti
minori, genio i treni armati di Siracusa, Catania, Licata e Porto Empedocle nonché il Comando dell'Aeronautica della Sicilia (gen. di Div.
aerea Adriano Monti) e la Difesa contraerea territoriale per un totale di
200.000 italiani e
30.000 tedeschi su due
divisioni, la 15a granatieri e
la corazzata Goering che raddoppieranno in seguito..
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**FRANCESCO ZINGALES (1884-1959)
1925 Comandante 23° fanteria
1934 Comandante 12° Brigata
1935 – 1936 Comandante Brigata Timavo
1936 Comandante della scuola di fanteria
1939 – 1940 Comandante Divisione Piave
1940 – 1941 Comandante Corpo motorizzato in Yugoslavia
1941 Comandante designato Csir (russia)
1941 Comandante incaricato della 7a armata
1942 Comandante Cam (Corpo armato di manovra) Nord Africa
1942 Comandante XX Corpo Nord Africa
1942 Comandante XXXI Corpo Nord Africa
1/11/1942 – marzo 1943 Comandante XXXV C.d.A in Russia
1943 Comandante XII Corpo Sicilia
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Inquadrati in gruppi mobili svolgevano la stessa funzione
di complemento i bersaglieri del
http://www.museosicilia1943.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4&Itemid=4
10°
Rgt. (35°-73°-74° Btg) (gruppo
tattico Chiusa Sclafani in rinforzo al XII C.d.A)
177°***
Rgt. territoriale (Btg.75°-76°-77° o 525-526-527) rispettivamente dai depositi del 3°-6°-2°
a disposizione della 207a divisione costiera + 30° gruppo cavalleria
La frammentarietà dei reparti non
indivisionati, creati in fretta e furia dai depositi, il caos di quei
giorni e la mancanza di indagini storiche non mi permette di
approfondire impiego e consistenza di molti minori reparti come quelli
di seguito elencati.
558° o LVIII btg. ?
dal deposito del x (autonomo col gruppo
tattico Linguaglossa in rinforzo al XVI C.d.A)
- I btg. controcarro (al XVI cda)
+ 3 cp. bersaglieri motociclisti
- XLI btg costiero (o LI da verificare XII C.d.A )
- 542° btg costiero (206a divisione costiera Gruppo mobile Rosolini XVI
C.d.A) Il 542°
e/o CDXLIII 443 °? costiero ingaggia battaglia alle 13 del 10 luglio lungo la strada per Pachino. Ritiratosi su Modica è coinvolto in scontri fino alla mattina del 12. Non si hanno più notizie oltre questa ora. Nelle stesse ore il
***Il DXXVI (526) battaglione,
comandato dal maggiore Giuseppe Maritati, costituito dal deposito del 6°
il 14 agosto 1943, venne destinato al 177° reggimento bersaglieri T.M.,
operante in Sicilia agli ordini di un vecchio ufficiale del 6°, il
colonnello Alessandro Venturi, superdecorato della guerra 1915-18
(insignito, col grado di capitano, dell'O.M.S. e di 4 medaglie d'argento
al valore). Valorosamente contrastando il passo all' invasore, il DXXVI
perdette il 70 % dei suoi effettivi. Il colonnello Venturi, che rimase
in quei giorni d'impari lotta gloriosamente ferito, esaltò il brillante
comportamento del maggiore Maritati e quello dei tenenti Gildo Boldrini
ed Arrigo Tuci entrambi eroicamente caduti sul campo, proponendo per la
concessione di una ricompensa al valor militare anche i tenenti
Vincitorio Giovanni, Burchi Mario, Laurenti Rodolfo, Malizia Aldo e i
sottotenenti Donato Giovanni, Politano Gabriele e Mele Andrea ed alcuni
sottufficiali e militari di truppa particolarmente distintisi. Tali
proposte non ebbero possibilità di accoglimento per il precipitare degli
avvenimenti. |
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177° dislocato in zona Aragaona Favara ingaggia battaglia nella zona di Licata e Palma. Al termine degli scontri si ritira sul Naro coi resti del 10°.
Prendono la via di Messina a fine luglio coi resti del 10° da S. Cataldo
Il 10° raggiunge Agrigento all'alba del 10. A sera coi resti del 177° è schierato a difesa del Naro sulla Rotabile Agrigento Licata. Nel pomeriggio del 13 è di nuovo attaccato a Favara e il 16 si ritira su Spinasanta. Con gli ultimi combattimenti del 16
i comandi del
10° (Col. Storti) e 177° sono
considerati sciolti.
Il I
controcarro schierato a Raffadali ingaggia battaglia dal 14 al 17 ma viene sopraffatto.
il LVIII o 558 raccoglie a Messina i superstiti degli altri reparti
in un unico comando
in Calabria (14 agosto). Di loro si perderanno le tracce però, quando il
3 settembre gli americani passano lo stretto, ma non di tutti
(vedi capitolo "Gli Yankee
irregolari italiani" e il libro di Brogini pag 14). |
Per depistare
i tedeschi viene organizzato il famoso tranello del cadavere del maggiore
William Martin (Operation Mincemeat ovvero carnetrita) ripescato in
Spagna con una cartella piena zeppa di documenti segreti per uno sbarco
in Grecia. Era credibile?
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La decisione politica dello sbarco in Sicilia veniva a porsi agli inizi del
'43 nell'ambito del maggior problema dell'apertura di un secondo fronte in Europa dopo quello russo. Le tesi americane di Roosevelt
e del suo capo di S.M. Marshall, che sposavano in parte quelle di Stalin, lo avrebbero voluto in Normandia, con un possibile insuccesso
per il momento a causa del basso livello di preparazione degli americani a tutto vantaggio dei Russi. Churchill premier inglese riuscì invece a far prevalere fra le diverse opzioni ( Balcani in zona di influenza Russa, Sardegna e Corsica per il successivo sbarco nella Francia meridionale e Italia ) un fronte mediterraneo che venne scelto nella Sicilia con la convinzione dei tempi brevi (15 g
per la conquista dell'isola) dell'operazione e nel convincimento che in breve tutta l'Italia avrebbe chiesto la
pace (Il piano inglese non spostava di una virgola la supremazia nel
mediterraneo, già attiva con le basi di Malta e Gibilterra, e non faceva
che rafforzare i vecchi legami protezionistici che questi dicevano di
avere nei nostri confronti). La difesa dell'isola era in quel momento affidata da parte italiana a divisioni
e brigate costiere che operavano autonomamente nei porti. Il personale di queste divisioni era in prevalenza siciliano, ed essendo a contatto con le popolazioni più
esposte alle sofferenze (dopo 3 anni di guerra coinvolgevano ormai vasti strati della popolazione
civile) non era motivato. L'armamento era d'altronde scarso e i rifornimenti di munizioni e vestiario pure. Le uniche unità operative che avrebbero dovuto comunque subentrare al primo attacco erano le divisioni di Fanteria Aosta, Assietta, Napoli prive
però di esperienza bellica, e la Livorno già destinata al fronte africano e trattenuta dopo il repentino tracollo
d'aprile in Tunisia. A capo dell'Invasione alleata venne messo il
Generale Alexander, in sott'ordine ad Eisenhower che disponeva delle
seguenti forze
http://members.aol.com/Custermen85/Units/BritishOrg.htm ) |
Dalla storia venne tratto un
film:
The Man Who Never Was
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L’uomo che
non è mai esistito (The Man Who Never Was)
Operation Mincemeat was a successful British deception plan during World
War II. As part of the widespread deception plan Operation Barclay to
cover the intended invasion of Italy from North Africa, Mincemeat helped
to convince the German high command that the Allies planned to invade
Greece and Sardinia in 1943 instead of Sicily, the actual objective.
This was accomplished by persuading the Germans that they had, by
accident, intercepted "top secret" documents giving details of Allied
war plans. The documents were attached to a corpse deliberately left to
wash up on a beach in Punta Umbría (Spain). The story was used as plot
in Duff Cooper's 1950 novel Operation Heartbreak, but revealed as a true
story in the 1953 book The Man Who Never Was by Lt. Commander Ewen
Eduard Samuel Montagu (1901/1985).
Operazione Mincemeat (tritacarne) era un piano di inganno inglese ben
riuscito durante la seconda guerra mondiale. Faceva parte del piano
Operazione Barclay per coprire l'invasione dell’Italia dal Nord Africa.
Mincemeat serviva a convincere l'alto comando tedesco che gli alleati
nel 1943 progettavano di invadere la Grecia e la Sardegna al posto della
Sicilia, il vero obiettivo, per avvicinarsi dalla Sardegna al continente
Europeo. L’obiettivo venne raggiunto facendo intercettare ai tedeschi
documenti "top secret" che contenevano i dettagli dei piani di guerra
degli Alleati. I documenti erano “attaccati” ad un cadavere volutamente
lasciato andare alla deriva su una spiaggia a Punta Umbria (Spagna). La
storia è stata usata in un romanzo del 1950 “Operazione Heartbreak” ma
rivelata come una storia vera nel libro del 1953 “L'uomo che non è mai
stato” del comandante Ewen Eduard Samuel Montagu membro dei servizi
segreti durante la seconda guerra mondiale. |
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http://www.strictly-gi.com/page96.html forze alleate |
ULTIME MEDAGLIE D'ORO DEI
BERSAGLIERI
LA FATA FRANCESCO
10°
RGT
BERSAGLIERI
Nato
a Partinico si diploma insegnante e si iscrive alla Univ. di
Messina, Nel 1936 si arruola alla scuola A.U.C. (cpl) di Bassano ed è assegnato al 10°. Congedato nel 1938, viene due anni dopo
richiamato in servizio e promosso tenente. Comandato, dopo la parentesi
del fronte occidentale francese, quale istruttore al XLI battaglione di
Marostica, Rientra al reggimento a Palermo a Novembre del 1942, quando
il reparto viene inviato a tamponare la falla della Tunisia. Muore
Kef Zilia-serrat il 26 febbraio 1943 abbattendosi contro la siepe di
baionette nemiche. "Eccomi" aveva risposto
agli inglesi che lo invitavano ad andare avanti". Ultimo
oro d'Africa. |
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7a armata americana Patton (II Corps
Commanded by Lieutenant-General Omar Nelson Bradley 1st/9th/45th Infantry
Division- Provisional Corps Commanded by Major General Geoffrey Keyes 2d
Armored Division 3d Infantry Division Commanded by Major-General Lucian
King Truscott, Jr.U.S. 82nd Airborne Division Commanded by Major-General
Matthew Bunker Ridgway)
8a armata inglese (Montgomery (XIII CORPO
Commanded by Lieutenant-General Miles Dempsey 5th/50th (Northumbrian)/78th
Infantry Division, British 4th Armoured Brigade 3rd County of London
Yeomanry (The Sharpshooters, i bersaglieri) in riserva 1st Airborne
Division- XXX CORPO Lieutenant-General Sir Oliver Leese Canadian 1st
Infantry Division, Canadian 1st Army Tank Brigade, British 51st (Highland)
Infantry Division, British 23rd Armoured Brigade, British 231st Infantry
Brigade).
Army Troops
1st /3d/4th Us Ranger Battalion
105th Anti-Tank Regiment, Royal Artillery
6th Army Group Royal Artillery
British 2 Special Air Service Paratroop Battalion
British 3 Commando Battalion
British 40 Royal Marine Commando Battalion
British 41 Royal Marine Commando Battalion
2nd/4th Battalion, The Hampshire Regiment
1st Battalion, The Argyll and Sutherland Highlanders
2nd Battalion, The Highland Light Infantry
1st Battalion, The Welch Regiment
7th Battalion, Royal Marines
Le direttrici dello sbarco inglese puntavano
quindi sulla Sicilia sud-orientale, lasciando agli americani l'occupazione della parte occidentale dell'isola, da Licata in su,
Palermo compresa. Le truppe avrebbero quindi fatto una diversione a Est e
a Ovest tenendo sicura l'aerea del bagnasciuga che non andava oltre i 150
km Prima dello sbarco si procedette alla occupazione preventiva di Pantelleria e Lampedusa, avvenuta senza difficoltà.
Sulla reale conduzione delle operazioni c'erano molti punti oscuri fra Patton, Montgomery e il loro diretto superiore. L'obiettivo Messina era, diciamo, una chimera.
Obiettivi immediati le tante piste d'atterraggio della Sicilia che
alimentavano la guerra nei cieli del mediterraneo e fra queste quelle di
Gela, sulle quali venne catapultato William Orlando Darby coi suoi Rangers.
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GUIDO
MOCCIA
10°
RGT.
BERSAGLIERI
Nato
a Brescia è nominato aspirante durante il grande conflitto. Si
distingue in un reparto mitraglieri al Col Moschin sul Grappa e in Valsugana dove
riporta una grave ferita. Congedato riprende gli studi e si laurea in
Scienze economiche. Viene assunto alle cartiere di Fabriano come
dirigente e vi resta fino al richiamo nella Mvsn nel 1935. Parte come
centurione per A.O alla 219 legione CCNN. Promosso maggiore viene
richiamato nel 1940 per un incarico al servizio smistamento tradotte del
C.S.I.R e dal 1 gennaio 1943 al comando della difesa costiera della
Sicilia. Comanda il 120° reggimento di Marcia dei bersaglieri, una
unità di leva, poi il 35° battaglione del suo vecchio decimo
ricostituito in Palermo dopo la ritirata africana. Il 14 luglio 1943 a Naro di Favara (Ag) ripetutamente ferito
(6 volte), mancante di un arto e con
gravi ferite al viso non desisteva dalla sua azione di contenimento
dell'avversario. Esausto dava le consegne all'unico capitano
sopravvissuto perché persistesse nella lotta. Nel dopoguerra venne
promosso Tenente Colonnello nel ruolo d'onore avendo ripreso la sua
attività civile a Fabriano. Qui muore il 28 dicembre del 1960. |
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Che gli americani arrivassero non c'erano però dubbi dopo l'occupazione
di Pantelleria, Linosa e Lampedusa. Alle 22 del 9 luglio lo stato d'allerta era
stato diramato a tutti i comandi. Nella sera fra il 9 e il 10 parà e commandos (dalle varie sigle: navy
seals, copps, SBS, SRS etc) presero terra in più punti per il controllo di zone strategiche. Quando alle cinque del mattino iniziò il cannoneggiamento i reparti costieri risposero al fuoco ma la gittata dei nostri mezzi nulla poteva contro le navi al
largo (con un osservatore a terra la Savannah vomitava le sue bordate da
152 sulle linee italiane da una distanza di 10 km). La sproporzione delle forze in breve portò alla capitolazione dei reparti costieri con consolidamento delle teste di ponte, necessarie per sbarcare i mezzi. La sera del 10, per defezione della piazzaforte di Augusta arresasi senza combattere, la zona di Siracusa era già sotto controllo alleato.
Ci furono errori nei lanci inglesi e sparatorie involontarie fra gli
stessi alleati come spesso succede, ma nessuno ne trasse beneficio. Non restavano ormai che i gruppi mobili motorizzati e corazzati italo-tedeschi. Nonostante le incertezze operative dei tedeschi, che tendevano a risparmiare i
mezzi convinti di un'altra operazione anfibia nella Sicilia Occidentale, gli italiani (Livorno) contrattaccarono nel settore di Gela rioccupando la periferia ed ingenerando negli americani ancora privi dell'appoggio dei carri armati un diffuso panico che sfociò nel preallarme di reimbarco. L'intervento dall'aria e dal mare ebbe ben presto ragione degli
italiani per una situazione di difficoltà che venne giudicata
strettamente locale
(147 aerei con 2.300 para si erano levati in volo da
Tunisi e ne erano stati azzoppati 60). Si immolarono in azioni di arresto il 177° Bersaglieri , il XXXV battaglione del 10° e i semoventi del CLXI°, il 75° Napoli ad Acireale.
Dopo 5 giorni di attacchi, anche Agrigento cadde. Immutato restava invece
il settore di Agrigento, dove i resti della 207a divisione costiera e del
10° reggimento Bersaglieri resisteva eroicamente contro il peso maggiore
della intera 7a Armata americana. Soprattutto i Bersaglieri lanciavano
continui contrattacchi mentre nel settore centrale proseguivano i
combattimenti della Livorno, ormai semidisrutta. Nella Piana di Catania,
il II° battaglione del 10° reggimento Arditi ed una unità della 1a
divisione di paracadutisti tedeschi riconquistavano d'assalto il Ponte di
Primosole, chiave di volta del fronte, sbaragliando i paracadutisti
britannici. Perso e ripreso più volte la sera del 17 era in mano
inglese. La tabella di marcia di Montgomery era molto indietro. Il peggioramento delle relazioni fra italiani e tedeschi raggiunse il culmine proprio ora con l'arrivo nell'isola del gen. Hube. Le uniche unita fresche che stavano affluendo dal continente erano tedesche ( parà e 29a Granatieri) e i rapporti di forze,
ma non di uomini, andavano tutti a loro favore. Per il 12 luglio fu chiaro a Kesselring
(che non la digeriva) e a Guzzoni che la 6a Armata non aveva altra scelta che quella di mettersi in difesa. Solo la Sicilia orientale poteva essere mantenuta, quella occidentale doveva essere abbandonata. Guzzoni pianificò di ridurre il suo fronte ad una linea che attraversasse l’angolo nord orientale dell’isola. Le forze già in contatto con il nemico dovevano ritirarsi sulla linea Catania - Nicosia mentre quelle che si ritiravano da Palermo dovevano occupare la metà occidentale da Nicosia a Santo Stefano sulla costa settentrionale.
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Col.
MARIO MONA
33° Rgt. Ft. Livorno
Motivazione della Medaglia Oro. "Valoroso di tre
guerre (Arruolatosi diciottenne nel 1913 come Allievo Ufficiale rinunciò al grado per partecipare alla Grande Guerra prima
col 10° Bersaglieri, poi col XI battaglione ciclisti cremisi,
indi in africa alpi francesi e Russia) dopo aver formato del suo reggimento un saldissimo blocco di energie, lanciato al contrattacco di munitissima testa di sbarco, con irresistibile azione riusciva a sgominare un avversario che nonostante i mezzi di cui era dotato prendeva in seria considerazione il reimbarco. Fatto segno da un contrattacco, coi pochi superstiti del battaglione persisteva con tenacia nell'assoluta impari lotta fin ad esaurimento munizioni e speranzoso di un supporto imminente. Al calar della notte riusciva a sottrarsi alla cattura e ripiegava per ordine superiore dopo che tutti gli uomini si erano messi in salvo. Scomparve nella mischia senza che fosse possibile ritrovarne il corpo.
Gela Butera-Sicilia Luglio 1943. |
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Quando alfine l'ordine di ripiegare giunse per
tutti, a soccombere fu la fanteria italiana appiedata nella parte
occidentale dell'isola con fatica difesa dai raggruppamenti mobili e dal LI
bersaglieri di complemento che andarono persi. Il ripiegamento si concluse il 22 luglio sulla linea S. Stefano, Nicosia, Adrano,
Etna mentre alla stessa ora cadeva Palermo. Nel frattempo si erano sciolte come neve al sole
tutte le difese delle divisioni costiere dopo la promessa degli alleati di non fare prigionieri. La manovrabilità degli americani sul terreno siciliano era stata messa a dura prova dalla natura aspra del terreno, facendo preferire solo le grosse carrozzabili, con evidenti pericoli di aggiramento in caso di contrattacco per linee
minori più adatte a noi. Ciò era nelle intenzioni del Gen. Guzzoni, e nei fatti portò ad un allentamento della avanzata americana.
Su queste strade principali si giocava anche la precedenza fra Inglesi e
americani giocando sporco. Altre unità stavano frattanto affluendo da parte italiana: la div. Alpi Graie e i parà della Nembo. I problemi di comando si complicarono dal 22 quando Il gen. Hube chiese il comando supremo delle operazioni, ed ancora di più dal 25 quando venne annunciata la caduta del
fascismo. Le unità avevano retto a diversi attacchi nei giorni dal 22 al 27 ma ora in campo tedesco si era convinti che l'Italia si sarebbe disimpegnata dal conflitto e quindi decisero di ritirare sempre più uomini verso lo stretto per reimbarcarsi. Quello che rimaneva delle divisioni Aosta, Livorno e Assietta si ridusse ad unità di formazione del comando divisionale. Il 30 Luglio il Gen. Hube riuscì ad avere il comando delle operazioni. Montgomery era inchiodato dal
17 nella piana di Catania e lungo la costa non era possibile passare.
Attorno a tre centri, Adrano, Centuripe, Regalbuto si combattè per altri
10 giorni inutilmente. Solo il 6 agosto gli inglesi riuscirono a passare,
quando da poche ore erano arrivati a Catania. Gli americani a Nord tentarono vari sbarchi alle spalle degli italiani l'8 agosto, l'11 e il 16 a Spadafora, riuscendo solo a catturare piccole unità. L'operazione di traghettamento attraverso lo stretto, in codice Lehrgang, doveva avere inizio l'11 agosto.
MEDAGLIA DI BRONZO al 10°
BERSAGLIERI "Per 6 giorni consecutivi, pur essendo consapevole della propria inferiorità di mezzi, resisteva ai reiterati attacchi di forze preponderanti, riuscendo con sanguinosi sacrifici, ad arrestare l'aggressività. Manifestatasi la crisi, raccoglieva i valorosi superstiti e si impegnava fino
all'esaurimento tenendo in grande onore il prestigio delle armi italiane"
SICILIA (AG) 10/16 LUGLIO 1943 |
Division Hermann Göring
The Fallschirm-Panzer-Divison.1 Hermann Göring (1st Paratroop Panzer Divison Hermann Goering - abbreviated Fallschirm-Panzer-Div 1 HG) was an élite Luftwaffe armoured
division. The HG saw action in North Africa, Sicily, Italy and in the East. The division was the creation of Reichsmarschall Hermann Göring and througout the war increased in size from an abteilung to a Panzer
corps. Still not fully formed, the Hermann Göring, under the banner of Kampfgruppe Schmid was sent to Tunisia piecemeal in an attempt to bolster
Rommel's force. Despite fighting bravely, KG Schmid surrendered along with the Panzer Army
Afrika. With this action, the division lost all of its combat units and many of its command
units. Göring immediately ordered the division to be reformed. Several units of the Hermann Göring Division which had been completing training or awaiting transfer to Tunisia were to be used for the basis for a reformed
Division. This time, the division was not only to represent a Panzer
division, but was to be designated Panzer-Division Hermann Göring. By Mid
June, the new division was ready for combat, and was shipped to Sicily to defend against the expected allied
invasion. When the allies launched Operation Husky on 10 July, 1943, Hermann Göring was in place to defend the
island. The division's efforts were hindered by the surrender of the majority of the Italian
defenders. The division was engaged at Gela and Priolo, but heavy allied air and naval superiority forced the German divisions to retreat to Messina. During Operation
Lehrgang, the German evacuation of Sicily, the Hermann Göring formed part of the
rearguard, being one of the last units to leave Sicily for the mainland.When the Italian government surrendered to the
allies, the division took part in the operations to disarm Italian troops. When the allies landed at Salerno on 9
September, the division, being stationed in the Salerno area, was thrown into the
fight. When the German defence began to yield, the division esecuted a fighting withdrawal towards the Volturno-Termoli line. After holding the line for as long as
possible, the division fell back to the Gustav Line, where it was finally pulled out of the line for rest and
refit. |
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L'EVACUAZIONE DELL'ASSE.
" Sicily, Whose victory?"Da
http://www.wehelpyou.it/sikelia/sbarco.htm
L’8 agosto, Kesselring, di sua iniziativa e senza attendere l’assenso di
Hitler e di OKW, ordinò a Hube di iniziare l’evacuazione delle forze
tedesche dalla Sicilia. L’operazione era stata pianificata e preparata a
lungo. Baade, comandante delle operazioni nello stretto, aveva ammassato
circa 500 cannoni di ogni calibro, incluse 4 batterie di 280mm di cannoni
costieri, due di 170mm ed alcune tedesche di 88mm e italiane di 90mm a
doppia funzione. Un ufficiale navale, Capitano di Fregata barone Gustav
von Liebenstein era stato nominato capo dei trasporti, responsabile della
traversata. Von Liebenstein non aveva fiducia dei normali servizi di
traghetto italiani. Per cui egli organizzò una flotta propria di 7
‘Marine-Fahrprahme’ ( chiatte di 80 tonnellate, con rampe d’accesso ognuna
in grado di trasportare 3 ‘tanks’ o 5 camion ), 10 ‘ L-Boote’ ( pontoni ‘
landing boats ’ che possono contenere 2 camion ), 11 ‘ Siebel - ferries ’
( a doppia entrata, costruiti per portare10 camion, 60 tonnellate di
rifornimenti o 250 uomini ) e 76 piccole imbarcazioni. Il 1 agosto, von
Liebenstein cominciò alcune evacuazioni preliminari di prova. 5 linee di
resistenza convergenti su Messina avrebbero concesso il tempo necessario
per l’imbarco. Durante ogni notte, circa 8.000-10.000 uomini dovevano
essere lasciati andare dalle 3 divisioni per dirigersi verso le barche.
Per prima sarebbe andata la 15° ’ Panzergrenadier ’, seguita dalla ‘ H.
Goering ’ ed infine la 29° ‘Panzergrenadier’. Quando arrivò l’ordine di
Kesselring, Hube fissò il 10 agosto come ‘ X-Tag ’ giorno X o giorno O.
L’attraversamento iniziò come previsto. All’inizio i traghetti operarono
solo dopo il buio. Il 13 agosto, dopo che von Liebenstein aveva visto che
le operazioni di quella notte erano non solo difficili, ma anche meno
efficienti, e contrariamente alle aspettative, anche maggiormente
ostacolate dagli attacchi aerei nemici di quelle diurne, egli ordinò che i
traghetti continuassero anche durante il giorno. Durante tutto quel
periodo, la Marina non rischiò di inviare qualcosa di più potente delle
pattuglie leggere costiere e solo di notte. Le forze aeree fecero uno
sforzo, ma come molti storici concordano esso iniziò troppo tardi, non fu
forte abbastanza, fu diretto contro obiettivi sbagliati e con tipi di
aerei sbagliati. Dal 29 luglio al 17 agosto tra bombardieri di media
grandezza e bombardieri da combattimento, volarono 2.514 missioni contro
la flotta nemica e le strutture navali dello Stretto. Circa 31 aeromobili
andarono perduti ( comunque con un tasso di perdite dell’1,23% ). Le
perdite tedesche furono poche: in tutto 15 vascelli furono affondati o
distrutti, altri 5 danneggiati. Solo un tedesco rimase ucciso negli
attacchi aerei alleati. Gli italiani persero un’imbarcazione e non ebbero
alcuna vittima.
http://www.turismo.catania.it/aptctnew/Musei/Musei_catania/Ciminiere/Museo_Sbarco/museo_Sbarco.htm
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Solo
pochi mesi dividono le due fotografie qui a fianco. A sinistra il Re, in Sicilia,
passa in rassegna il 131° reggimento carri riarmato coi Reanult R35
(102
carri francesi di preda bellica già inutili contro i tedeschi): La sua auto è in ordine.
Nella seconda foto, qui a destra, sempre in Sicilia nel 1943, il Re passa in
rassegna il 10° Raggruppamento semoventi d'artiglieria da 90/53 (2 gruppi,
24 macchine, su scafo modificato del M14)
e la sua auto (parafango anteriore destro) ha subito un incidente, ma
per comprensibili motivi ormai non c'è più tempo per aggiustarla.
SULL’ATTENTI:
PASSA IL SAVOIA - Gennaio 1943
Tutto è pronto sull’argine del Garbo. Abbiamo “lustrato” le bocche da
fuoco e ripulito l’acquartieramento: è il 1° gennaio 1943, alle 12.00 passa
il Savoia, Vittorio Emanuele III°, in visita alle truppe. Ho detto ai
miei di mostrare la dignità, che se vogliono non gli manca. Sua
Maestà il Re arriva con un’auto ammaccata, accompagnato da
un’infilata di greche, ma non c’è sfarzo; c’è invece il generale Mario
Roatta, credo anche lui modenese, il nuovo comandante dell’Armata di
Sicilia. Si ferma a parlare col colonnello. Ha occhi inespressivi sotto
gli occhiali. A Sciacca gli hanno confermato (come se non lo sapesse)
che il nostro Battaglione costiero non è certo un baluardo di forza: 35
km di costa da difendere con 4 bocche da fuoco, e il tutto da
controllare “a piedi”, giornalmente. Il Re abbozza qualche frase di
circostanza: appare molto umano nella sua bassa statura. “Faremo
comunque il nostro dovere, accada ciò che accada”. Dice.
dal
Diario di Carlo Casolari, classe 1921, ufficiale d’artiglieria in
Sicilia |
Orders of Battle
XIV Panzer
Corps Commanded by General Hans Valentin Hube. |
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German 1st Parachute Division Commanded by Generalleutnant Richard
Heidrich. The 1st Parachute Regiment was held in reserve at Naples.
German 15th Panzergrenadier (Pzgr) Division Commanded by Generalmajor Eberhard
Rodt from June 5.
German 29th Pzgr Division Commanded by Generalmajor Walter
Fries.
German Luftwaffe Panzer Division Hermann Göring Commanded by
Generalleutnant Paul Conrath.
1st Panzer Grenadier Regiment "Hermann Göring"
Panzer Regiment "Hermann Göring"
1 - 2 Panzer Battalion "Hermann Göring"
Panzer Reconnaissance Battalion "Hermann Göring"
Panzer Artillery Regiment "Hermann Göring"
Panzer Pioneer Battalion "Hermann Göring"
Anti-Aircraft Regiment "Hermann Göring"
Panzer-Nachrichten- Abt. Hermann
Göring
Feldersatz-Bataillon Hermann Göring
Divisionkampfschule Hermann Göring
Nachschub-Abt. Hermann Göring
Instandsetzung-Abt. Hermann Göring
Verwaltungstruppe Hermann Göring
Sanitäts-Abt. Hermann Göring
Corps troops
382nd Infantry Regiment
926th Infantry Battalion
29th Artillery Regiment
313th Anti-Aircraft Battalion |
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In sei giorni furono sgombrate tutte le unità tedesche ( 40.000
uomini, 9.600 veicoli, 94 cannoni, 47 carri e materiale vario) e 62.000
italiani (230 veicoli e 40 cannoni) che fecero dire ad uno studioso
inglese " Sicily, Whose victory?". Il 17 agosto verso le 10 gli
americani, e non gli Inglesi, dopo 38 giorni di campagna entravano a
Messina. Era una vittoria di Patton sugli odiati cugini. Da due giorni
trattative segrete fra inviati di Badoglio e della
Real Casa stavano concordando l'armistizio con gli Angloamericani che
fu firmato il giorno 3 settembre a Cassibile. Perse in Russia e in
Africa le migliori divisioni, ferme nei Balcani, nell'Egeo e in Francia
in compiti di occupazione le altre, non restava in Italia altro da
opporre al nemico.
I
fatti che seguirono furono ancora più tragici perché nessuno in quegli 8
giorni preparò l'esercito a difendersi o a costituire solide basi per
aviosbarchi che potessero proteggere Roma dal coinvolgimento in una
battaglia. La marina assente dalle operazioni siciliane se ne stava alla
fonda nei porti di Taranto e La Spezia, nel raggio ormai diurno delle
azioni dei bombardieri a cui tutta la penisola venne sottoposta dal 42
in poi. La flotta di invasione predisposta dagli angloamericani,
all'indomani della resa delle truppe dell'asse in Africa settentrionale
(Maggio 43), era composta da 1375 navi da combattimento e trasporto (di
cui 6 corazzate, 2 portaerei, 15 incrociatori, 128 cacciatorpediniere,
26 sommergibili, ecc) e 1839 mezzi da sbarco di vario tipo per il
trasporto a terra di uomini (circa 180.000) e mezzi (14.000 automezzi
600 carri armati), sotto la protezione di circa 4.000 aerei. I tedeschi
avevano perso 1/3 degli uomini e gli italiani più della metà. la guerra
aerea aveva distrutto intere divisioni, in totale 1500 aerei. Nel
mediterraneo ora gli inglesi erano nel "mare nostrum".
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