CHARLES POLETTI 

1902-2002

     

UN RE AMERICANO A ROMA  E  IL PADRINO

Personaggio complesso, foto introvabili, storia nascosta e coperta, versioni truccate di Wikipedia (vedi sotto), sarà anche per questo che Charles Poletti è una spina nel fianco degli americani e degli italiani per diversi ma sempre criminali motivi. Personaggio creato dall’ambiguità del tempo e dai frequenti infortuni diplomatici Usa, pesò e pesa tuttora sulle vicende italiane, in particolare per le scelte economiche, politiche e sociali siciliane, ma non solo.

    Il personaggio

documenti AMGOT poi semplicemente AMG http://www.fdrlibrary.marist.edu/psf/box52/a470s05.html

When Lt. Paul Alfieri landed on Licata Beach, his Sicilian contacts were able to give him safe passage to the secret HQ of the Italian Naval Command. Inside, Alfieri found maps of the disposition of all German and Italian naval forces in the Mediterranean. The Mafia put out the word that Italian troops who resisted the Americans would be marked for reprisal, but those that deserted would be given civilian clothes and protection. Italian troops deserted by the truckload. These Sicilians were directly responsible for saving thousands of American lives during the 1943 invasion. Unfortunately, this was turned into a political tragedy for Sicily. Sicily's economy was almost entirely agricultural. But, until the Land Reform Act of 1950, land wasn't generally passed on in small family plots, but in large latifundia, plantations. Small plots were rented out for shares. The great Dons were landlords who violently opposed the efforts of the sharecroppers at land reform. The Allied Military Government of occupied territories (AMGOT) made Don Calogero Vizzini, his successor, Genco Russo, and many other mafiosi, mayors of important towns. Coordinating the AMGOT effort was the former lieutenant governor of New York, Col. Charles Poletti, whom Luciano (Lucky) described as "one of our good friends," that is, a made mafioso. Col. Poletti, military governor of Sicily, made New York's most powerful expatriate Mafia capo, Vito Genovese, his official interpreter, thus putting New York organized crime at the very heart of Allied intelligence in Italy. By 1944, under AMGOT auspices, Genovese's hoods controlled major Italian ports, most of the black market in diverted American and Sicilian goods, and numerous "anti-communist" goon squads on call for U.S. military intelligence. Not only the black market, but much of the legal and political structure fell into their hands as well. 

 

 

Poletti, Monferrino d’origine, compare sulla scena Italiana nell’estate del '43, ma già dal '42 è ai microfoni clandestini a onde corte degli alleati, copia del colonnello Stevens di Radio Londra che incita gli Italiani: "Amici, date retta, buttate via Hitler e Mussolini". Personaggio lo era già negli Usa dove aveva ricoperto diverse cariche, in questo aiutato, come Fiorello La Guardia, dalla “potente” lobby Italo Americana dagli incerti scopi. Se gli americani avevano accettato il piano inglese d'invasione, nondimeno non  volevano lasciare sul terreno più morti di quanto fosse necessario. Loro non erano gli Inglesi. Se c’era un sistema per ridurre le perdite, dopo quelle subite in Tunisia dai tedeschi e dai francesi di Vichy, era questo il momento di sperimentarlo. Poca pratica e poco spirito combattivo facevano ancora del soldato Yankee un mezzo soldato, a volte inferiore anche all'italiano se non fosse stato per le dotazioni di armi. Charles Poletti, l’uomo scelto per questa missione, altri non era allora che il vice governatore !!! dello Stato di New York. Con una improvvisata divisa addosso diventerà governatore militare d’Italia col grado di Colonnello. Prima di lui in Sicilia erano arrivati un colonnello britannico che voleva comandare (vedi sotto) e un buon numero d'infiltrati italo-americani che, con l’appoggio della cosche mafiose, avrebbero sconvolto il piano difensivo dell'asse e aperto le porte del continente per una rapida invasione della Germania!!. Non si fa mai nulla per nulla, e vedremo come. La tranquillità nelle retrovie ed un nemico addomesticato costituiva il sogno principale dei comandi alleati. Ai soldati siciliani che si arrendevano veniva promessa l'immediata liberazione e trattamento speciale per gli altri. Con guide fidate la Sicilia interna non sarebbe stata più  pericolosa d'una passeggiata a Central Park. Le strade però erano quello che erano.

Dalla relazione della Commissione antimafia presentata alle Camere il 4 febbraio 1976: “Qualche tempo prima dello sbarco angloamericano in Sicilia numerosi elementi dell'esercito americano furono inviati nell'isola, per prendere contatti con persone determinate e per suscitare nella popolazione sentimenti favorevoli agli alleati. Una volta infatti che era stata decisa a Casablanca l'occupazione della Sicilia, il Naval Intelligence Service organizzò una apposita squadra (la Target section), incaricandola di raccogliere le necessarie informazioni ai fini dello sbarco e della “preparazione psicologica” della Sicilia. Fu così predisposta una fitta rete informativa, che stabilì preziosi collegamenti con la Sicilia, e mandò nell'isola un numero sempre maggiore di collaboratori e di informatori. Lo sbarco degli Americani in Sicilia fu fatto con gli stessi trucchi di Garibaldi….”. 

Lucky Luciano (siciliano d'origine al secolo Salvatore Lucania*), il noto boss ristretto nelle carceri americane, passò i nomi di 850 persone su cui “contare" e gli ufficiali dell'O.S.S, che dirigeranno sul campo "l'operazione sbarco", saranno Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino. Il loro gruppo sarà conosciuto come il "cerchio della mafia". Tra gli americani, in divisa c'erano Albert Anastasia  (ucciso nel dopoguerra in un negozio di barbiere) e don Vito Genovese, napoletano d'origine (il don Vito Corleone del film "Il Padrino"), stretti collaboratori di Poletti. Scrivono Roberto Faenza e Marco Fini  in “Gli americani in Italia”: già arrestato con l'accusa di vendere droga, http://infoshocktorino.noblogs.org/gallery/5536/Lucky Luciano.pdf 

"E' così che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà ……. restituire la libertà ai mafiosi imprigionati dal regime fascista all'epoca del Prefetto Mori"

*Salvatore Lucania era nato a Lercara Friddi l'11 novembre 1897. Nel 1907 la famiglia di Luciano si trasferì a Lower Manhattan, dove suo padre Anthony trovò lavoro in una fabbrica di letti. Charles si avviò ben presto sulla strada del crimine, tanto che nel 1916 venne

Il patto con la mafia http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/mafiaguerra.htm

     
Data la sua familiarità con le questioni della Grande Mela, era difficile che Poletti fosse all'oscuro del passato di Vito Genovese e di altri. Poiché Mussolini aveva un nemico, la mafia, si fatica a credere, come dice, qualcuno che andava a cena con Genovese un giorno si e uno no. Il Duce aveva altri passatempi che la cultura americana e il relativo cinema.

E' necessario qui spendere due parole su Vito Genovese (1897-1969), sulla sua attività di "killer" del fascismo, killer della mafia e killer degli alleati e/o killer di qualcos'altro che al momento non mi sovviene. Se Genovese vuole evitare una condanna uguale a quella di Charles Salvatore Luciano negli Usa deve rifugiarsi in Italia a  Nola di Napoli (1937). Si dirà anche che fu il mandante dell'omicidio Tresca (su un giornale americano scriveva articoli infuocati contro Mussolini.) negli Usa nel gennaio del 1943 !!, ma fino a quel momento qualcuno avanza solo l'ipotesi che trattasse ancora droga in Italia e rifornisse Vip, fra cui Ciano, genero di Mussolini, e dato il periodo sicuramente già sapeva delle infiltrazioni americane in Sicilia. Stavamo perdendo la guerra in Tunisia e dopo questa c'era solo l'invasione dell'Italia. Il resto ce lo mettono i blog e i fascisti, ma non solo, vedi a fianco, che giurano che la sua (di Ciano) uccisione nel'44 è stata una liberazione.

  IL PADRINO

Veniamo quindi al nocciolo della nostra storia con il racconto delle vicende di Vito Genovese quando si ritrova il "patriottico" gangster antifascista Luciano tra i piedi. Vito Genovese non ci crederete era diventato pure lui antifascista. Era sicuramente un virus contagioso all'epoca. E vedremo anche quanto stretto il suo rapporto con Poletti sempre per attenersi alla storia.

Mussolini era approdato in Sicilia, a Palermo, il 6 maggio 1924. Da romagnolo, o polentone, aveva una visione vaga della mafia, ma ben presto la sua conoscenza su quel fenomeno si sarebbe approfondita. Accompagnato in auto, a Piana degli Albanesi, dal sindaco Francesco Cuccia, detto Don Ciccio, plurincriminato che ostentava però sul petto la Croce di Cavaliere, ebbe modo di apprezzare la gentilezza di questi che lo avvisò che in sua compagnia non aveva bisogno di una scorta armata come s'era portato. «Vossia è con me. Nulla deve temere!». Mussolini fece girare l’auto e tornò a Palermo. Lui che credeva di essere l’unico uomo della provvidenza inviato a proteggere gli italiani il giorno dopo fece una pubblica dichiarazione: «Voi avete dei bisogni di ordine materiale che conosco: si è parlato di strade, di bonifica, si è detto che bisogna garantire la proprietà e l'incolumità dei cittadini che lavorano. Ebbene vi dichiaro che prenderò tutte le misure necessarie per tutelare i galantuomini dai delitti dei criminali. Non deve essere più oltre tollerato che poche centinaia di malviventi soverchino, immiseriscano, danneggino una popolazione magnifica come la vostra» (e' una dichiarazione che avrete sentito decine di volte dai primi ministri che via via si insediavano a palazzo Chigi, ma ora almeno sapete da chi è stata inventata). Era la dichiarazione di guerra contro mafia e mafiosi in genere. Mussolini rientrò a Roma e il giorno dopo convocò De Bono, Federzoni, il capo della polizia e chiese il nome di un uomo adatto a battere la mafia. Federzoni propose Cesare Mori. Mussolini ordinò che venisse immediatamente convocato e, conferendogli l’incarico, gli raccomandò: «Spero che sarete duro con i mafiosi come lo siete stato con i miei squadristi !!!». Nel 1929 l'opera del prefetto di ferro si poté considerare conclusa. In tutta la Sicilia, gli omicidi erano scesi da 675 a 299; le rapine da 1216 a 298; gli abigeati da 696 a 126; le estorsioni da 238 a 121; i ricatti da 16 a 2; i danneggiamenti da 1327 a 815; gli incendi dolosi da 739 a 469. Risultati percentuali ancora oggi sognati dai governi repubblicani

LE E-VERSIONI  ISTITUZONALI DI WIKIPEDIA
     
DISINFORMAZIONE DANNATA   (a fianco il testo italiano di Wiki e sotto il testo originale in inglese e la mia traduzione che a rigor di logica, assente a Wikipedia, doveva comparire anche nella pagina italiana. Si accettano opinioni e smentite dei compilatori, compreso Wiki che chiede soldi
L'esilio in Italia: Genovese, da tipico opportunista, diventa subito sostenitore di B. Mussolini e degli altri gerarchi fascisti. Nel 1943, con lo sbarco degli alleati in Sicilia, Genovese diventa l'interprete ufficiale del colonnello Charles Poletti. Genovese prospera con i suoi affari nel mercato nero e nel contrabbando grazie agli ufficiali americani corrotti, tra cui lo stesso colonnello Poletti, legato alla mafia. Ma nel 1945 la polizia militare (MP) scopre i suoi loschi affari e lo arresta. L'agente Orange Dickley,Genovese ufficiale della polizia militare, scopre che Genovese in realtà è ricercato per omicidio (alla buon'ora) e lo fa rimpatriare negli Stati Uniti per sottoporlo a processo.  

Exile in Italy: Genovese lived and prospered in Italy. Vito had become a good friend of Benito Mussolini and was awarded the highest civilian medal the dictator could confer. In Naples, following the allied invasion in 1944 (1943 !!!), Genovese was appointed to a position of interpreter/liaison officer in the U.S. Army headquarters and quickly became one of American Military Government of Occupied Territories' most trusted employees. It was a remarkable turnabout; less than a year before, Genovese had arranged the murder of C.Tresca, editor of an anti-Fascist Italian-language newspaper in New York, as a favor to Mussolini. While helping Mussolini's fascist government prosper, Genovese was also running an enormous black market operation with Calogero Vizzini, a powerful Mafia boss in Sicily. On August 27, 1944, the Military Police cracked down on the black market ring and arrested Genovese. When Agent Orange C. Dickey[citation needed] of the Criminal Investigation Division of the US Army investigated Genovese's background, he discovered that Genovese was a fugitive wanted on murder charges back in New York. The problem was nobody in the Army or the federal government was interested.

Genovese visse e prosperò in Italia. Vito divenne un buon amico di Mussolini e venne decorato con la più alta onorificenza civile che il dittatore poteva conferire (?). A Napoli dopo l'invasione alleata (1944), Genovese venne nominato interprete e ufficiale di collegamento nel Q.G. dell'Us Army e in breve divenne il più influente incaricato dell'AMGOT.  Era stata una bella inversione di marcia da quando un anno prima aveva organizzato l'omicidio di Tresca (gennaio 1943) redattore di un giornale anti-fascista di lingua italiana a New York, per fare un favore a Mussolini. Mentre aiutava il governo fascista di Mussolini a prosperare (ndr: che anno era perchè dal 41/42 in poi mi sembra che fosse un disastro dopo l'altro), Genovese organizzava anche un enorme mercato nero con Calogero Vizzini, un potente boss della mafia in Sicilia  (Fra una cazzata e l'altra di Wikipedia tutti possiamo organizzare un mercato nero). Il 27 agosto 1944, la Polizia Militare diede un giro di vite al mercato nero e arrestò Genovese (al Sud non sotto Mussolini). L'agente Dickey  divisione criminale d'investigazione un pò più attento degli altri aveva guarda caso scoperto che Genovese era un ricercato per assassinio. Non c'era nessuno problema per l'esercito o il governo federale.

Giuliano col Padrino Vito Genovese

 

A questo punto fra amico di Mussolini e/o amico del ministro (e genero di Mussolini) Ciano, o decorato o delinquente, credo sia necessario ascoltare una 3a versione che racconti almeno i fatti dal 1943 in poi ed avere un quadro più pulito.

Da CRIME MAGAZINE L’ENCICLOPEDIA DEL CRIMINE http://www.crimemagazine.com/hunting-down-vito-genovese-wwii-italy 

Mafia Goldmine - the black market in American military goods - La Miniera d’oro della mafia - la borsa nera con gli aiuti americani

Le discordanze e le inesattezze di Wikipedia sono all'ordine del giorno e le poche volte che il sito viene da me citato il contenuto è stato più e più volte controllato, incrociato e verificato con altre fonti (a volte togliendo anche errori macroscopici o vere e proprie falsificazioni come sopra o sotto). E' stato però scoperto di recente che le edizioni di Wikipedia, oltre che essere compilate da ignoranti, sono spesso truccate ad arte ed hanno fini preminentemente politici come nel caso prospettato sopra. Estraggo dalla rete "Panorama on line": Se il Vaticano e la Cia sbianchettano Wikipedia - “Naturalmente non possiamo sapere chi ci sia alla tastiera”, ha precisato Virgil Griffith, ricercatore del California Institute of  Technology, che è l’ideatore dello strumento (che scopre le modifiche). Della stessa idea il portavoce vaticano  padre Lombardi. A volte i “ritocchi” apportati sono veri e propri interventi a gamba tesa per far sparire dal web informazioni scomode. Le informazioni, ad esempio, su Gerry Adams, il leader del partito cattolico nordirlandese Sinn Fein (braccio politico dell’Ira, prima che i guerriglieri deponessero le armi), sarebbero state editate da un pc del Vaticano !!!.

 Risponde  wikimedia per le intrusioni di Cia e Santa Sede nelle voci dell'enciclopedia opensource il cui contenuto è creato  e  modificato direttamente dagli utenti. «Per quanto importanti possano essere queste istituzioni, non hanno esclusiva sulle voci che modificano»  

E' quindi costume "storico" italiano  corrente che un partito compili la scheda dell'avversario politico mettendoci di tutto e forse questi fa altrettanto col risultato che cultura, storia e politica diventano un mega immondezzaio cosa che sicuramente si addice al Bel Paese. 

Il caso Usa. Da un computer del Partito Democratico, infatti, è partita la modifica al sito del conduttore simpatizzante repubblicano Rusch Limbaugh. Modifiche del tipo idiota, razzista, bigotto. L'indirizzo Ip risponderebbe al nome di Quartier generale del Partito Democratico. Anche in questo caso la smentita è stata immediata. Un portavoce del partito ha spiegato che il loro Ip è lo stesso di un altro comitato democratico
su Wikipedia chi la fa la aspetti, nessuno è padrone delle informazioni, nemmeno quando queste riguardano la propria autobiografia. http://linux-club.org/node/2482

Nel libro di Don  Frasca: Vito Genovese: King of Crime, si legge: “Il nome di William O’Dwyer, che aveva lasciato il suo studio d’avvocato nel distretto di Brooklyn per arruolarsi nell’esercito come generale di brigata, fu incluso nelle testimonianze di Dickey. Quando O’Dwyer fu congedato rinunciò all’incarico di pubblico ministero per candidarsi come candidato a sindaco. Il governatore E. Dewey nominò allora a Beldock come avvocato del distretto. O’Dwyer fu eletto sindaco nel 1945 e, poco tempo dopo, un gran giurato di Brooklyn lo accusò di aver ostacolato la giustizia durante la sua professione d’avvocato del distretto. Il giurato accusò O’Dwyer ed uno dei suoi assistenti Edward A. Heffernan, di aver assolto un amico di Genovese, il ‘conosciutissimo’ Albert Anastasia, sebbene avessero avuto tutte le prove per condannarlo. Esistevano prove sicure che O’Dwyer e Heffernan erano in possesso di evidenze legali che Anastasia era colpevole d’assassinio di primo grado e di vari altri crimini… ma Anastasia non fu mai accusato, né incarcerato. O’Dwyer, terminato il suo periodo di sindaco fu nominato ambasciatore in Messico".

 


As the Allies entered Vito Genovese's realm in Nola, near Naples, in the autumn of 1943, he offered to help them as translator and guide to the region. U.S. Major E.N. Holmgreen, the civil affairs officer in Nola, was so impressed with Vito Genovese that he wrote him a letter of recommendation on Nov. 8, 1943. "The bearer [of the letter], Vito Genovese," wrote Holmgreen, "is an American citizen. When the undersigned arrived at Nola District as CAO [civil affairs officer], Mr. Genovese met me and acted as my interpreter for over a month. He would accept no pay; paid his own expenses; worked day and night and rendered most valuable assistance to the Allied Military Government. This statement is freely made in an effort to express my appreciation for the unselfish services of this man."
La Miniera d’oro della mafia - la borsa nera
Quando gli alleati entrarono nel regno di Vito Genovese (Nola autunno 1943), questi si offrì di aiutarli come traduttore e guida. L’U. S. Maggiore E.N. Holmgreen fu così impressionato da Genovese che gli scrisse una lettera di raccomandazione: 8//11/1943 "Il portatore [della lettera], Vito Genovese è un cittadino americano…il Sig. Genovese si è presentato ed è stato il interprete per più di un mese. Non viene pagato e accetta solo i rimborsi spese, lavora giorno e notte ed è molto prezioso per l’AMG. Questa affermazione è fatta liberamente, nel tentativo di esprimere il mio apprezzamento per il servizio disinteressato di quest'uomo ".. che iniziò a collaborare per diversi uffici "
and at the same time was active in black-market activities. These activities consisted of stealing United States Army trucks, driving them to supply depots, loading them up with flour, sugar and other supplies, which material was then driven to a place of concealment and unloaded. The trucks were then destroyed." E allo stesso tempo faceva mercato nero nel senso che si appropriava di camion americani estraeva dai depositi farina, zucchero e altro poi bruciava i camion.
Luke Monzelli, a lieutenant in the Carabinieri, claimed that a young Italian army sergeant investigated the discovery of a mysterious freight carriage full of cereal and salt parked in a siding near Nola. He revealed the link between Genovese and senior Sicilian Mafiosi, but was told to forget about it—it was a secret military matter. He was later transferred out of the region, as was Monzelli. It would be up to a fearless and determined 24-year-old U.S. Sgt. Orange C. Dickey to blow Genovese's cover.
Luca Monzelli, un tenente dei Carabinieri, affermò che un giovane sergente dell'esercito italiano aveva scoperto il deposito in un binario morto vicino a Nola. Gli fu detto era un segreto militare e che non se ne occupasse. Successivamente è stato trasferito al di fuori della regione, e lo stesso per Monzelli. Sarà un coraggioso e determinato 24enne sergente Orange C. Dickey a svelare le coperture di Genovese.

Dalla testimonianza giurata di Dickey Sept. 1, 1945.

I was appointed criminal investigation agent on the 2nd of February (1944)." He first came across the name of Vito Genovese in late April 1944. At that time, he was investigating black market activities in olive oil and wheat in Italy between Foggia and Naples. Dickey had a lucky break in that a former senior gang member of the Camorra, the Neapolitan Mafia, had married an American girl and bought his way out of the organization. This man now pointed the finger at Vito Genovese, calling him the head of the Mafia in southern Italy. During the first part of May, Dickey single-handedly began a thorough investigation of Vito Genovese in the district of Nola, east of Naples.
Sono stato nominato agente di polizia penale il 2 di febbraio (1944) e ho scoperto il nome di Vito Genovese a fine aprile. A quel tempo, stavo indagando sulle attività di mercato nero in olio d'oliva e grano tra Foggia e Napoli. Un vecchio camorrista che aveva sposato una ragazza americana gli fece il nome di Don Vito. -Nel comune di San Gennaro (siamo a Giugno del 1944 quando il fronte è ormai lontano da Napoli e praticamente a Roma) Dickey scopre I camion bruciati e con I numeri di matricola risale al servizio che facevano: trasporto derrate.
Shortly after this discovery, Dickey arrested two Canadian soldiers who had deserted their posts to serve as drivers of these stolen trucks. "The important part of their statements," said Dickey, "is the fact that they were told that when they reached the point of destination for these trucks, they were to say 'Genovese sent us'… And the truck is parked and they are paid off and then leave the area."
Poco dopo questa scoperta, Dickey ho arrestato due soldati canadesi che guidavano i camion, erano disertori. La parte importante delle loro dichiarazioni è il fatto che era stato detto loro che quando raggiungevano il punto prestabilito dovevano dire mi manda Genovese, e se ne andavano. - saltiamo la parte investigativa che cerca di scoprire chi e quando sono stati fatti controlli su questa gente (si incappa in un omonimo di 10 anni più vecchio che dovrebbe essere ancora in galera) e la risposta such a person is not employed in this Provincial organization (non lo conosciamo)
On Aug. 27, 1944, Vito Genovese arrived in the office of the Town Mayor of Nola to request a travel permit. An armed chauffeur accompanied him. While the Mafioso's bodyguard parked the car, Dickey made his move. "I approached Vito Genovese, in the company of two English soldiers, and requested that he accompany me to the Military Police Office in Nola, which he did. A few hours after the arrest of Genovese, Nicola Cutuli Questore of Rome, the most senior investigative police officer in the country arrived at the AMG offices in Naples. He demanded that Genovese be released into his custody and taken to Rome. The Americans refused. Later, CID officers found a sheet of paper with Cutuli's name on it in Genovese's apartment.
Il 27 agosto 1944, Vito Genovese, con un gorilla, arriva nell’ufficio del Sindaco di Nola per richiedere un permesso di viaggio. Mentre la guardia del corpo parcheggia l'auto. Dickey con due MP inglesi lo arresta e lo traduce al comando. Qui, non i sa come, arriva subito Nicola Cutuli questore di Roma, il più anziano ufficiale di polizia giudiziaria nel Paese che ne richiede la scarcerazione. Negata: si troverà poi il nome di Cutuli fra le carte a casa di Genovese. Identificato si scopre anche che è ricercato per omicidio. Si trovano a casa sua anche i riscontri del mercato nero oltre ai suoi collegamenti.
There were nine official AMG travel passes, several just made out to the bearer—a sign of Genovese's influence within AMG. But nowhere was found any significant stash of money. Dickey had his suspicions about a safe deposit vault in Banco (nazionale ) del Lavoro in Nola. Genovese was still in military custody in November, as Dickey waited for an arrest warrant to arrive for him from the United States. But no one wanted to make a decision on what to do with him. There was no suggestion even of putting him on trial for black market charges in Italy.
Vengono trovati 9 permessi di circolazione alcuni al portatore segno dell’influenza di Genovese all'interno della AMG. Ma da nessuna parte è stato trovato un nascondiglio per il denaro. Dickey ha i suoi sospetti circa una cassetta o un conto al Banco (Nazionale) del Lavoro in Nola. Genovese era ancora sotto custodia militare a novembre in attesa del mandato d’arresto e estradizione dagli Stati Uniti. Ma nessuno voleva prendere una decisione su cosa fare di lui. Non c'era suggerimento neanche di metterlo sotto processo per le tariffe di mercato nero in Italia. Qualcuno in alto loco stava lavorando contro di me.
Poletti Asleep (il silenzio di Poletti)

"Sembrava che dormisse", ha ricordato Dickey. "Aveva le braccia incrociate sulla scrivania e la testa sulle braccia." "He seemed to be asleep," remembered Dickey. "He had his arms folded on the desk and his head down on his arms." Poletti non gli darà mai udienza
Returning from Rome to Naples, Dickey reported Poletti's behavior to his immediate superior officer. "He took no particular notice of the information," recalled Dickey, "said that he had heard rumors to that effect previously, and with a few casual remarks it was dismissed. So that is the last that was said about Genovese up until the time I made an all-out effort for his extradition." Dickey pressed on, but by now Genovese was getting desperate. The mobster offered Dickey $250,000 to forget about the whole matter and let him go. At the time, the U.S. sergeant was earning just $210 a month. "Now, look, you are young," Genovese told him, "and there are things you don't understand. This is the way it works. Take the money. You are set for the rest of your life. Nobody cares what you do. Why should you?"
Di ritorno a Napoli, Dickey conferì col suo superiore che fece orecchie da mercante. Dickey era disperato. Genovese offrì a Dickey 250.000 dollari quando al momento, il sergente americano ne guadagnava 210 al mese. "Ora guarda, tu sei giovane- gli disse Genovese - e ci sono cose che non capisci. Così va il mondo. Prendi i soldi, sarai sistemato per il resto della tua vita. Non importa a nessuno quello che faccio e quello che fai tu" Dickey rifiutò I soldi . Passarono altri mesi e nella primavera del ‘45 arrivò l’ordine di estradizione.
In fact, he was glad of the free return journey. "Kid," he said to Dickey, "you are doing me the biggest favor anyone has ever done to me. You are taking me home. You are taking me back to the USA." Dickey was designated Genovese's guard on the voyage across the Atlantic. Handcuffed together they set sail on board the steamship James Lykes and arrived in New York on the morning of June 1, 1945. No one met Dickey and his gangster prisoner at the port. He had to organize his own transport to arrive at the district attorney's office of Kings County in Brooklyn that afternoon. He presented himself to the policeman on duty and Asst. D.A. Edward A. Heffernan came down to greet them. When Heffernan recognized the mobster chained to Dickey's wrist, he whispered into the young man's ear. "Do you mind my saying," said Heffernan, "I am surprised. We never expected to see this boy back here." (Heffernan would later be charged, alongside his boss O'Dwyer, of failing to successfully prosecute gangster Anastasia.)
In realtà, era contento del viaggio di ritorno gratuito. "ragazzo", mi disse "mi fai il favore più grande, nessuno ha mai fatto tanto per me. Tu mi stai portando a casa. Dickey lo scortò e nessuno venne a prenderlo allo sbarco la mattina del 1 ° giugno 1945. Si presentò al poliziotto di turno e Asst. D.Ä. Edward A. Heffernan dell'ufficio del procuratore distrettuale di Brooklyn. Heffernan riconosciuto il mafioso sussurrò all'orecchio di Dickey. "Sono sorpreso. Non ci saremmo mai aspettati di rivederlo qui questo boss” . (Heffernan in seguito fu incolpato col suo capo O'Dwyer, di non riuscire a perseguire il gangster Anastasia)
Come aveva previsto quello fu il più grande favore che gli fecero. Uscì dal processo a testa alta (aveva fatto uccidere tutti i testimoni)  e sia Genovese in America che Dickey in Italia divennero una leggenda. Positiva o negativa decidete Voi chi buttare dalla torre.

 

 Inglesi e americani per una eguale partnership in Sicilia.

 

Montgomery e Eisenhower in Francia

 

 

riconosci il nemico dai gradi

  Vito Paticchia – Combat Photo1944/45 Grafis Bologna - Passi e riassunti …..Lo sbarco in Sicilia si presentava operazione difficile e rischiosa, la cui riuscita non dipendeva unicamente dalla preparazione di un perfetto piano militare atto a contrastare se non gli italiani i tedeschi di Kesselring ma a neutralizzare anche l'atteggiamento degli inglesi che, aspirando a trasformare l'occupazione alleata della Sicilia in protettorato britannico sull'isola (vedi a fianco sterline d'occupazione già stampate, probabilmente per un altro territorio, poiché si operava sempre con la valuta di casa, per intenderci le lire), potevano creare non poche difficoltà nei rapporti con la popolazione locale (la cui emigrazione s'era orientata verso l’America e non i paesi anglosassoni). Forte dell'esperienza maturata in Africa, dove i comandi militari americani avevano preferito lasciare tutto il precedente apparato amministrativo francese a garanzia della stabilità di un territorio frammentato in centinaia di tribù potenzialmente rivali fra loro e per il cui controllo il gen. Patton stimava occorressero almeno 60.000 uomini, Eisenhower invitava il Dipartimento di Guerra a chiarire in anticipo con gli inglesi i compiti strettamente militari dell'operazione in Sicilia: «Dobbiamo decidere se in Sicilia sia preferibile una politica benevola o una rigida occupazione militare per ottenere una rapida sottomissione; occorre appianare le differenti politiche Americana e Britannica verso l'Italia in modo che ci sia un unico atteggiamento di rispetto verso le autorità civili e militari e verso la popolazione civile del territorio occupato ... Dobbiamo decidere se il nostro atteggiamento deve essere benevolo dall'inizio o se l'insediamento di un regime liberale amico posticipato alla fine della conquista totale del territorio. È necessaria una firma d'intesa su questi temi con la Gran Bretagna. È bene risolvere prima le divergenze di opinione che a causa della storia passata o dei futuri interessi certamente aumentano .... L’accordo «Il Governo dei territori occupati sarà basato su di un unico insieme di leggi militari applicabili sul territorio sia esso occupato dagli Inglesi che dagli Americani e amministrato con gli stessi principi qualunque sia il personale, britannico o americano ... » Le resistenze di Churchill sono molto forti: insiste col presidente Roosevelt perché l'Amministrazione della Sicilia si caratterizzi come britannica; di fronte al rifiuto americano e all'accordo raggiunto in seno al Q.G delle Forze Alleate a garanzia del carattere «alleato» del Governo militare in Sicilia (AMG Allied Military Governement), chiede che al suo paese venga riconosciuto il ruolo di senior partner. Roosevelt è inamovibile: « ... per portare a buon fine l'operazione è preferibile che venga presentata come operazione alleata congiunta senza preminenza degli Inglesi, tenuto conto anche: della numerosa presenza di cittadini americani di origine italiana». Scartata qualsiasi ipotesi di amministrazione diretta a favore dell'utilizzo del personale locale, epurato però dagli elementi più compromessi col regime fascista, si suggeriva la costituzione di una polizia civile arruolata dagli alleati col compito di dirigere e riorganizzare le forze esistenti. Questo compito poteva essere svolto dall' Arma dei Carabinieri nel caso la sua organizzazione restasse intatta e non si sfaldasse sotto l'urto dell'invasione alleata o in seguito al crollo del regime fascista. I punti a favore erano più numerosi di quelli a sfavore - esempio: Con pochi ufficiali si controlla e dirige la macchina amministrativa. È più facile che il personale subordinato obbedisca agli ordini dei propri superiori piuttosto che agli ufficiali alleati. Con il sistema indiretto l'opinione pubblica attribuirebbe qualsiasi disfunzione amministrativa ai suoi impiegati civili piuttosto che al Governo Militare Alleato …..Mancava ancora l'accordo relativo ai sindaci delle grandi città e ai prefetti che Roosevelt, pressato dai sovietici, pensava di rimuovere in quanto tutti fascisti di spicco e di sostituirli con ufficiali dell'esercito. Churchill, preoccupato che il vuoto delle epurazioni venisse riempito dai comunisti o dagli elementi radicali dell'antifascismo italiano (timore, questo, che sarà una costante di tutto l'atteggiamento inglese nei confronti dell'Italia e che avrà per conseguenza l'aiuto agli elementi moderati anche se compromessi col fascismo), consiglia di lasciare al Comando Supremo Alleato il compito di proporre ai rispettivi governi il grado di coinvolgimento nella vita locale di ufficiali inglesi e americani.
     

Anastasia in divisa americana a sinistra

Sulle terre che man mano vengono liberate si installa l'Amgot, e fra i compiti degli affari civili c’è anche il compito di nominare prefetti e sindaci. E Poletti lo fa: soltanto in provincia di Palermo, 62 sindaci di suo stretto gradimento ex perseguitati dal fascismo, dal famoso prefetto Mori. Di questi, si dice, molti erano del M.I.S il Movimento indipendentista di Finocchiaro Aprile. L’estate del 43 era cominciata male per la Sicilia. I raid aerei, le difficoltà alimentari avevano fiaccato il morale della popolazione. Basti pensare che la razione di pane si era ridotta a 50 grammi a persona al giorno. L’arrivo degli yankee con la cioccolata, le sigarette e le calze velate non poteva essere vista meglio. Quei soldati, accolti con applausi e ovazioni, rappresentano anche la fine della guerra nell’isola, la fine dei bombardamenti e delle drammatiche conseguenze che hanno causato.

     

Poletti al centro (fototeca ISEC).

  L’Amgot affidò a Vincenzo Di Carlo il controllo degli ammassi di grano, Giuseppe Genco Russo è nominato soprintendente all’assistenza pubblica, Don Calò (Calogero) Vizzini, «in sonno» viene condotto al comando e sarà pregato di indicare, avvallare persone «giuste» per svolgere le funzioni di sindaco e di insegnante professore all'Università. Don Calò, il 27 luglio 43 viene nominato sindaco di Villalba, suo paese natale e feudo, direttamente da Poletti. Poletti scelse anche i suoi più validi collaboratori. Damiano Lumia (nipote di Calogero Vizzini) che diventò interprete, Michele Navarra (boss di Corleone) che fu incaricato di raccogliere gli automezzi militari abbandonati; Max Mugnani (nel dopoguerra boss dei narcotrafficanti) che gestirà i magazzini farmaceutici americani della Sicilia. Inutile dire quanto questo abbia pesato allora e negli anni successivi.

http://www.rotten.com/library/bio/crime/mafia/lucky-luciano/  Lucky Luciano. da Wikipedia: Mafiosi tradizionali, come Genco Russo e Calogero Vizzini, capi di mafia negli anni tra le due guerre mondiali e fino agli anni sessanta del XX secolo, erano gli archetipi dell' "uomo d'onore" di un'età passata, profondamente medioevale e latifondista, fortemente diffusa nel sud Italia fino alla prima metà del 1900. Giuseppe Genco Russo fu considerato l'erede di Calogero Vizzini quando Don Calò morì nel 1954. Genco Russo era stato alla destra della bara di Don Calò: era l'antico segno che egli aveva preso il posto del defunto. Genco Russo era presente alla riunione fra i capi della mafia siciliana e americana avvenuta al Grand Hotel des Palmes a Palermo dal 12 al 16 ottobre 1957. Joseph Bonanno, Lucky Luciano e Carmine Galante erano fra i capi americani presenti mentre fra i siciliani, oltre a Genco Russo, erano presenti Salvatore "Ciaschiteddu" Greco, suo cugino Salvatore Greco, noto come "l'ingegnere" o "Totò il lungo", Angelo La Barbera, Gaetano Badalamenti e Tommaso Buscetta.
 

   

MA FACCIAMO UN LUNGO PASSO AVANTI. 

Domenica 29 aprile 1945

Mussolini e la Petacci a Piazzale Loreto

 

ore 03:00 circa, piazzale Loreto. I corpi di Benito Mussolini, Claretta Petacci e 15 gerarchi giustiziati a Dongo vengono deposti nello stesso luogo dove il 10 agosto 1944, i fascisti hanno fucilato 15 partigiani lasciando i loro corpi esposti per tutta la giornata. Sappisti della 110ª brigata Garibaldi montano la guardia fino alle 07:00 del mattino quando in città entrano le prime avanguardie della V Armata. In giornata entrano in città altre divisioni partigiane. Viene fucilato anche Achille Starace, ex segretario del PNF, trovato per strada. ore 19:00, corso Monforte. Il colonnello Charles Poletti, governatore militare alleato, è ricevuto in prefettura dai membri del Clnai e del Cvl. «Siamo andati a spasso per Milano - dichiara il colonnello -. Abbiamo trovato ordine, disciplina. Siamo stati anche in piazzale Loreto. Esprimiamo al Clnai e ai partigiani la nostra soddisfazione  per il magnifico lavoro fatto. Siamo contenti di essere arrivati..» Di Mussolini "E' morto, gli italiani hanno fatto quello che dovevano fare". Il 9 giugno 1945 il colonnello Charles Poletti, si rivolge al colonnello Bizzozzero, della divisione di Salute Pubblica, perché provveda a …

UFFICIO SANITA' DEL COMANDO 5°ARMATA AMERICANA-APO 464 
AL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE ALTA ITALIA (clnai)
Si richiede che al sottoscritto venga accordato, a titolo di favore, il permesso di ottenere un campione di tessuto cerebrale del fu Benito Mussolini. Tale campione verrà inviato al dottor Winfred Overholser, direttore dell'Ospedale di S. Elisabetta (Ospedale Psichiatrico) di Washington. E' espressamente inteso che tale tessuto verrà usato per scopo veramente scientifico ed è del pari inteso che nessun rapporto in merito verrà pubblicato in alcun genere di giornale o rivista.

The Office of Strategic Services (OSS) was created by President Franklin D. Roosevelt in July 1942. The OSS replaced the former American intelligence system, Office of the Coordinator of Information (OCI) that was considered to be ineffective. Roosevelt selected Colonel William Donovan as the first director of the organization, who had spent some time studying the Special Operations Executive (SOE), an organization set up by the British government in July 1940. The OSS had responsibility for collecting and analyzing information about countries at war with the United States. It also helped to organize guerrilla fighting, sabotage and espionage. Some senior US military figures disapproved of the OSS and General Douglas MacArthur refused to allow the organization to operate in the Philippines. William Donovan was given the rank of major general and during the Second World War he built up a team of 16,000 agents working behind enemy lines. The growth of the OSS brought conflict with John Edgar Hoover who saw it as a rival to the Federal Bureau of Investigation. The OSS was disbanded in October 1945

 

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Per il Generale Direttore di sanità 
CALVIN S. DRAYER 
Maggiore Medico 
Consulente Psichiatra

Nel febbraio del '44 gli americani decisero di liberarsi della amministrazione della Sicilia e dei continui problemi che procurava, ora che anche i movimenti indipendentisti avevano cominciato a riorganizzarsi e a presentare il conto. Il 12 febbraio 1944, il generale Alexander, acconsentiva a trasferire la Sicilia sotto la giurisdizione amministrativa italiana (Badoglio), pur confermando i poteri della Commissione Alleata di Controllo (trasferitasi a Roma in Via Veneto). Finocchiaro Aprile del MIS, scrivendo ad Alexander, definì la sua decisione "sciagurata" in considerazione anche di quanto Poletti con 9 prefetti su 11 aveva sconsigliato. (Gli anni della rabbia, pag. 104). Finocchiaro Aprile pochi giorni dopo al Teatro Massimo pronunciò un aggressivo discorso, accusando di tradimento gli Alleati "Non ci aspettavamo di essere consegnati al governo Badoglio, il peggiore dei nostri nemici" ... "e se ci si vuole spingere alla lotta, noi accetteremo il combattimento a oltranza". La mafia pensando di ricavarne vantaggi si schierò a favore dei separatisti, ma fu una breve parentesi; ben presto si rese conto che era meglio stare a fianco dei nuovi partiti di governo perché la concessione dello statuto indipendente regionale (maggio 1946, prima del referendum sulla forma del nuovo stato) aprirà nuove possibilità di arricchimento. Charles Poletti era famoso anche per i modi arroganti e sbrigativi coi quali riceveva i politici del tempo. Usciva allora la sua parte “peggiore”, l’astio verso un paese che aveva lasciato partire milioni di persone, come suo padre, verso un ignoto destino, l’astio verso una classe politica che sedeva al potere solo grazie ai morti americani. Molti quando uscivano dal suo ufficio, in cui erano andati per perorare questo o quel favore, ingoiavano lacrime e rospi.

http://www.larchivio.org/xoom/autopsia-e-americani.htm

   

MORTO CHARLES POLETTI

12 agosto 2002 - Renzo Cianfanelli corrispondente de "Il Corriere della sera" da Nuova York

 

Avvocato, già governatore dello Stato di New York, fu scelto dagli Stati Uniti per la "contropropaganda". Addio a Poletti, la voce dello sbarco alleato in Sicilia. Parlò per la prima volta alla radio clandestina il 27 dicembre 1942: Dal 1943 diventò di fatto il "governatore" dell'Italia liberata 

Chi in Italia lo ricorda ancora dev'essere coetaneo di Elvis Presley: almeno un 70enne. Eppure, senza un uomo dall'intraprendenza tutta americana di Charles Poletti, figlio di uno scalpellino piemontese e di madre bergamasca, emigrati in America all'inizio del '900 con la classica valigia di cartone, l'Italia oggi sarebbe diversa. Forse ancora più disarticolata e rissosa, e sicuramente con i problemi che affliggono ora le nazioni di quel blocco dove parecchi "progressisti" italiani del dopoguerra avrebbero voluto trascinarla di peso.

L’OSS (Office of  Strategic Services), poi divenuta CIA aveva compiti sia di spionaggio, sabotaggio che di appoggio alle forze partigiane con danaro armi ed individuazione di obbiettivi nemici da distruggere, ovvero collaborava alle attività di organizzazione della guerriglia partigiana. http://www.controstoria.it/italiainguerra.htm

Milano: il Teatro alla Scala distrutto

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  Aloggi provvisori nelle chieseCharles Poletti, morto a 99 anni durante il fine settimana nella sua casa di Marco Island in Florida, in Italia divenne un nome famoso quasi da un giorno all'altro, con la radio clandestina. Si era nel 1942, e la guerra voluta da Hitler e Mussolini per le potenze dell'Asse incominciava ad andare di male in peggio. Il 27 dicembre, i milioni che ascoltavano di nascosto le trasmissioni "nemiche" sentirono per la prima volta una voce dall'accento vagamente padano ma condita da inflessioni un po' americane che li incitava: "Date retta, amici. Buttate fuori Hitler e Mussolini". In quell'epoca in Europa non esisteva la Tv e la guerra della propaganda si combatteva quasi tutta con la radio a onde corte. In Inghilterra la Bbc mandava in onda Radio Londra con i celebri messaggi speciali del Colonnello Stevens. Sull'altra sponda dell'Atlantico invece c'era la Voce dell'America con il tenente colonnello dell'US Army Charles Poletti, i cui discorsi un po' prolissi negli italiani suscitavano a volte reazioni ironiche. "Colonnello Poletti, meno chiacchiere e più spaghetti", era infatti il commento di parecchi quando l'Italia, dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia avvenuto il 10 luglio del '43, era divisa in due. Una battuta in realtà ingiusta perché, con Poletti insediato al Grand Hotel et Des Palmes di Palermo come capo dell'Amgot e cioè in pratica governatore, all'Italia liberata era arrivato pane bianco, latte in polvere, chewing gum e Coca Cola. Ma la pasta effettivamente era scarsa. In America invece già da tempo Charles Poletti era un personaggio affermato. Dopo un breve esordio come direttore di una panetteria, il futuro "governatore" dell'Italia riprese gli studi di avvocato, prima a Harvard e in seguito a Roma. Poi negli anni Trenta l'avvocatura gli aprì la strada alla politica. Nel 1938 Poletti scese in campo con il candidato dei democratici Lehman che, eletto governatore di N.Y, lo chiamò come suo vice fino al 1942, quando dopo le dimissioni di Lehman, l'italoamericano per 29 giorni si ritrovò governatore dello Stato di New York. In Sicilia, accanto ai successi, a Charles Poletti furono rimproverati anche alcuni notevoli errori. Come quello di accettare in sostituzione dei podestà rimossi i primi nomi proposti, con scelte che hanno finito per cadere a volte sul locale boss della mafia "in sonno" sotto il fascismo. Altre critiche alla gestione Poletti scoppiarono sul separatismo in Sicilia. Queste però sono polemiche retrospettive. Ma non bisogna dimenticare che senza l'appoggio dell'America e di uomini come Charles Poletti (o come quell'altro americano naturalizzato, nato a Mosca ma italiano di cultura e di adozione, che fu Misha Kamenetzki, più noto ai lettori del Corriere con il nome di Ugo Stille) l'Italia di oggi non sarebbe cresciuta nella libertà.  Renzo Cianfanelli

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