LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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RUSSIA: L'estate del 6° Bersaglieri

  Col caldo dell’estate arrivavano gli scontri di pattuglia sempre più ravvicinati e in faccia al nemico venne celebrato il "18 giugno - festa del corpo" a Orlovo. Poco distante sorgeva il piccolo cimitero, il primo per i 18 caduti già sofferti. La festa ginnica, col rancio speciale, dopo le restrizioni invernali ebbero gradito ospite il capitano Romolo Guercio allora in servizio di S.M. Il 27 giugno gli scontri a quota 331 divennero battaglia vera e propria. Il capitano Trucchi fu il vero eroe della giornata ma la compagnia non era da meno per le 17 medaglie d’argento concesse. 
Il 6° si apprestava alla turnazione della prima linea quando arrivò l’ordine di avanzare. Alle 3 del 12 luglio tutta la Celere era in marcia. In testa il 3°. In un attacco congiunto italo germanico dal 13 al 17 i bersaglieri sorpresero i russi tanto da far esclamare ad un corrispondente di guerra “Questi bersaglieri sono veri diavoli”
     
Il generale Marazzani della Celere “ Il 6° ha oggi dato una magnifica prova delle sue qualità guerriere, sostenendo un forte attacco e costringendo il nemico a ritirarsi…onore ai gloriosi caduti…con fierezza e con orgoglio vi partecipo che il Duce ha determinato il conferimento delle seguenti ricompense: Medaglia d’oro al 3°, medaglia d’argento ai lancieri di Novara, all’artiglieria a Cavallo, alla Legione Tagliamento e bronzo al San Giorgio carri e al Savoia cavalleria”   L’azione proseguì con la conquista del bacino Minerario di Krasnij-Lutc conclusosi il 24. Il reggimento avrebbe avuto bisogno del riposo programmato ma la sua presenza in linea era necessaria, necessaria anche per sminare i campi dove i russi dovevano mietere. In sette giorni avevano perso 74 uomini. Altri due cimiteri vennero allestiti a Ivanovka e a Bokovo Antrazit. (antracite). I pochi giorni di calma che seguirono furono impiegati per rischierare sul Don la Celere alle dipendenze del XVIII corpo tedesco. Dal 25 al 29 luglio i bersaglieri si portarono all’ansa del Don (440 km), controllata da una testa di ponte russa, sulla sponda occidentale, che andava da Satonskij -Serafimovic a Bobrovski-Baskovskij, attraverso boschi digradanti al fiume. Serafimovic non poteva essere presa senza tagliare la testa e la coda. Le balke o bolke che corrono parallele al fiume rendono invisibile dalle quote retrostanti un eventuale movimento Nord Sud del nemico.
     

  Questa zona assegnata al 6° a differenza dell’altra era più rocciosa ed era per il momento controllata da uno striminzito reggimento tedesco a Baskovskij. La riunione dei due comandanti bersaglieri giunse a questo risultato “come al solito toccherà a noi”. Alle dodici del giorno 30 luglio il 3°, che muoveva per l’ansa, scatenò la reazione russa che fece intervenire da sud 24 carri T34 e 16 T26 che investirono prima i tedeschi poi il 6°. La sgradita sorpresa causò diverse perdite, ma da entrambe le parti. Bisognava vedere ora quanto i russi fossero in grado, attraverso la testa di ponte, di rifornire di altri carri i reparti. All’alba del 2 agosto parti l’attacco a Bobrovski e Baskovskij che furono raggiunte. Restava il bosco, digradante al fiume, attraverso cui arrivavano i rinforzi e che serviva anche come centrale di tiro o osservatorio per l'artiglieria. Gli scontri di questi giorni si accanivano sempre più.
     

Messe coi decorati

  Il VI battaglione destinato alla quota 210 (arretrata) veniva coinvolto nel suo movimento (verso quota 120) in scontri furibondi con le sue compagnie 3a Barnabè (bronzo) e 2a Bruno Carloni (figlio del Gen. Mario) che aveva la peggio (insignito dell'Oro). Cadeva anche il T. Col. Rivoire (arg.) Leoni Bernardino (oro) ed altri a cui andava l’argento e il bronzo. I caduti venivano sepolti nel IV cimitero di Vers (verchne) Fomichinskij. I tedeschi, dopo lunghe discussioni, che riguardavano anche la disponibilità fisica di reparti che da mesi non avevano ricevuto il cambio, decisero di creare un gruppo misto per il rastrellamento del bosco. Quattro battaglioni due tedeschi e due del 6°, (XIII e XIX), si mossero dalle due estremità e per giorni ingaggiarono una sfibrante caccia all’uomo che solo riandando alle vicende degli americani nelle foreste del Vietnam si riesce a comprendere. L’8 agosto gli scontri erano ancora in atto con gravi perdite da entrambe le parti. Il comando tedesco decise di porre fine alla azione. Erano caduti il Ten. Michelini (oro)….e il Colonnello del 3° Aminto Carretto, gia ferito in precedenza, all’ospedale da campo in degenza.
     

  I bollettini di guerra italiani annunciavano trionfalmente l’acquisizione degli obiettivi, ma quello dell’eliminazione della testa di ponte non era stata raggiunto. Si imputava ai Russi la perdita di una intera brigata corazzata e di 1500 prigionieri. Il XIII Btg. dal pomeriggio del 7 agosto era stato spostato sempre lungo il Don, nella zona di Nish Malveevskij dove 10 giorni dopo sarà sostituito dalla Sforzesca. Il 9 agosto venne programmata la agognata sostituzione in linea dei reparti, per il 6° lo stacco era previsto il 13. Voci dicevano che i russi avevano traghettato un’intera divisione corazzata, annessi e connessi, a Serafimovich attraversando il Don indisturbati. E la ricognizione aerea ?. 
     

  All’1,30 del giorno 13 agosto 1942 a partire da questa località l’inferno si scatenò lungo l’ansa del Don. Anche il 6° reggimento bersaglieri e il suo VI battaglione vennero investiti dalla furia nemica. Il comandante della 3a compagnia Aurelio Barnabè (poi argento) rimasto ferito nella terra di nessuno venne recuperato dal portaordini Quinto Ascione di Cervia.

Il Times intanto scriveva

     

  “ The sixth Bersaglieri regiment, wich attempted to check the advance of the soviet tanks, suffered heavy losses and was driven back, the regimental commander Colonel Salvatores was wounded and the chief of staff killed. Over 500 enemy dead and dozens of disabled tanks, guns and mortar remained on the battlefield” Il 6° reggimento bersaglieri impegnato a fermare l’avanzata dei sovietici ha avuto molte perdite ed è stato ritirato dala linea. Il comandante è stato ferito e il C.S.M ucciso. Oltre 500 nemici (italiani) morti e decine di carri armati distrutti: artiglierie e mortai sono rimasti sul campo di battaglia.

Dove prendesse le notizie il Times si sapeva. Il 6° non venne ritirato e i carri distrutti non potevano che essere, se non Russi, tedeschi perché gli italiani non avevano carri armati . 

     

Il 17 agosto giungevano dall’Italia 260 complementi. Relazione del dirigente medico sui "vecchi". Dalla visita medica si è rilevato che 350 militari presentano uno stato di deperimento ed anemia notevole. Il 30% degli uomini accusano disturbi intestinali, febbri causate da scarsità di vitamine che hanno compromesso anche la dentatura. 50 hanno perso anche per l’età non più giovane tutti i denti. Fra i 260 arrivati ci sono 26 feriti di Grecia, 24 ex congelati ( in Russia farà caldo dopo), 13 malarici “ !!!!. Si raschiava il fondo

  I contrattacchi effettuati dalle altre compagnie ebbero successo grazie anche all’intervento della compagnia comando, scritturali cuochi etc, armati delle sole armi personali, che il ten. Grimaldi aveva portato in linea di rinforzo alla 3°. Dal 29 luglio il reggimento aveva perso oltre 800 uomini di cui 200 morti. La compagnia comando perdeva qui oltre il 50% degli uomini. I russi erano stati ancora una volta fermati. Il giorno 14 finalmente il 6° lasciava il fronte per gli accantonamenti di retrovia. Conclusioni il 6° non poteva essere più rischierato. Il 21 agosto, per tamponare il cedimento della Sforzesca, la Divisione Celere doveva però rientrare in linea immediatamente. Il fronte aveva ceduto a Nish Malveevskij e anche il settore di Baskovskij poteva essere messo in difficoltà. La lotta si accese violenta con l’obiettivo russo di investire Jagodnij. La Pasubio e il corpo a cavallo dei reggimenti Savoia e Novara avrebbero sostenuto l’attacco sull’ala Ovest mentre sulla direzione d’attacco da Sud il 3 e 6° bersaglieri avevano costituito un primo gruppo con XX e XXV del 3° e VI e XIII del 6° e un secondo di riserva con i rimanenti battaglioni incompleti, compreso le compagnie moto. All’alba del 23 agosto la lotta si sviluppò ben presto sulle quote 208-211-218-224 e 232.
     

  Per ben sei volte i russi cercarono di sfondare, rinunciandovi del tutto la sera del 24 agosto. Il giorno dopo la Celere passava sotto il comando tedesco per la zona di contatto che si era venuta a creare. L’ultimo baluardo di q. 208 non doveva essere abbandonato a nessun costo. Il mattino del 24 da quella quota i Bersaglieri del 6° avevano assistito all’”Ultima Carica” quella del Savoia del Colonnello Bettoni. Dopo pochi giorni La divisione Celere ritornava alle dipendenze del settore Italiano. La lotta si protrasse ancora fino al 9 settembre senza che i Russi facessero significativi progressi. Sarebbe impossibile qui fare l’elenco dei caduti e delle azioni di valore compiute dai bersaglieri che portarono anche alla concessione della prima medaglia d’Oro al Reggimento.
     

  L’oro fu concesso alla memoria al S.Ten. Medico Gucci Lino già bronzo e croce di guerra, al cap. magg. Chiarini Aldo, al S.Ten. Petracchi Ferruccio gia Croce di Ferro Germanica, al bers. Quinto Ascione già croce di Guerra per il salvataggio del Cap. Aurelio Barnabè. Il 6° aveva perso a Jagodnij circa 7oo uomini di cui 220 fra morti e dispersi, che portava il totale dei caduti e dispersi a 520 e quello dei feriti a 1200 !!!. Il 6°, arretrato per ricostituzione, era di nuovo in linea il 20 del mese per sostituire il 3°. Nella notte sul 12 ottobre venne inviato per un temporanea !! sostituzione del 79° Rgt. Torino nella zona di Nis. Kalininskij. Vi rimase tutto il mese. Il 22 ottobre il Colonnello Umberto Salvatores dopo 22 mesi di comando cedeva le redini al Colonnello Mario Carloni padre di Bruno caduto nell'estate. Le battaglie del 6° non erano finite. Si avvicinava il secondo inverno russo, quello decisivo.
    IL VOLO SEGRETO ROMA-TOKYO-ROMA DELL'ESTATE 1942

L'impero del Sol Levante da quel 7 dicembre 1941, pur facendo parte del patto d'acciaio, non aveva più possibilità di collegarsi materialmente alla Germania e all'Italia. Gli unici scambi erano via etere, ma si temeva che fossero stati decodificati i codici. La nuova valigia diplomatica non poteva essere mandata via Mare, con l'unico mezzo allora possibile, un sottomarino che circumnavigasse l'Africa e si spingesse fino in Giappone e men che meno Via Terra. Non Restava che l'aria. venne scelto Siai Marchetti S75GA (grande autonomia) che sorvolando la Russia e la Cina sarebbe arrivato a  destinazione dopo circa 11.000 chilometri. Spezzato in tre tronconi, il viaggio si poteva fare, ma la maggior difficoltà era sorvolare la Russia per 6.000 km in barba ad eventuali perturbazioni o cambiamenti di rotta impossibili. Il 30 giugno 1942 all'aeroporto di Zaporoskje, 700 metri di terra battuta in Ucraina atterra l'S75 proveniente da Guidonia. Il tempo di cambiare la carburazione, perché la benzina in Russia in quel momento era quella che era, e il velivolo si alza di nuovo in volo per la Mongolia. L'aereo di 21.500 kg è per metà riempito di benzina. Una bomba volante piena di segreti che in caso di guasto è meglio che si distrugga. L'aereo rulla fino al limite e si alza a fatica. Il volo avviene in genere a quote fra i 3.500 e 4.000 metri, che al ritorno saranno maggiori con problemi di ossigeno. Il 1 luglio alle 15,30 dopo 21 ore di volo il Col. Moscatelli e il Cap. Magini  copilota posano le ruote a Pao Tow Chen, nella Mongolia occupata dai Giapponesi. Dopo un giorno di riposo con le nuove insegne giapponesi l'S75 si prepara al nuovo balzo di 2.700 km volando sopra Pechino, Seul e Tokyo. La notizia non si può diffondere perché Moscatelli  vuole tornare a casa. Ha anche un'altra rotta alternativa via India, ugualmente pericolosa che viene scartata. Il 16 Luglio viaggio di ritorno, con gli stessi carichi dalla Mongolia a Odessa. Nei viaggi di andata e ritorno si faceva assegnamento sulla stazione radio  di Stalino, che venne a mancare nell'ultimo tratto di ritorno.  Il 20 luglio a bordo della scaletta a Guidonia c'è il Duce in persona a ricevere gli "Argonauti" http://www.comandosupremo.com/Triumph.html