LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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MEDAGLIE D'ORO DI RUSSIA 1942

CATTAFFI STEFANO

Nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) lavorava come meccanico presso l'Aeronautica Sicula di Palermo quando venne chiamato alle armi al 3° nel 1938. Per le vicende belliche il suo servizio si protrasse al 1940 e si saldò alle campagne imminenti del 1941. Rientrato al deposito fu trasferito nel maggio 1942 al 11° di Gorizia e destinato alla 1a cp moto che partiva per la Russia aggregata al 3°. .... in una difficile vicenda di guerra balzava al contrattacco in testa al reparto. Ferito una prima volta all'addome ed invitato a desistere e a farsi curare dal proprio comandante, manteneva il suo posto pur ferito. Sanguinante e comprimentesi la ferita con una mano si slanciava nuovamente per affrontare il nemico animato da ferrea volontà. Colpito nuovamente, moriva incitando i compagni ad incalzare il nemico vinto. Arbusow 22 dicembre 1942

MEDAGLIE D'ORO DEL 6° REGGIMENTO

TARALLI GUGLIELMO  

Nato a Milano nel 1912.Riportiamo da Giulio Bedeschi "Fronte Russo c'ero anchio" la testimonianza di Fermo Roggiani. Figura atletica, uomo tutto d'un pezzo, carattere franco si sarebbe potuto scambiare con Cassanelli il Modenese. Taralli comanda una compagnia del XVIII Btg del 3°. Ha ancora i postumi di una brutta ferita alla gamba dei primi del mese (Dicembre 1941). Agli inviti a passare al convalescenziario risponde che il freddo, l'ibernazione fa meglio alla ferita. Destinato al vettovagliamento, trovava sempre il modo di essere in prima linea. Già aveva avuto l'Argento per Iwanowskij e ora nei giorni di Natale la seconda. Il suo superiore al vettovagliamento Introzzi, richiamato anziano, aveva capito che lui cercava l'oro e non aveva potuto dissuaderlo più di tanto. Davanti a loro c'è ancora q..331 poi un piccolo avvallamento quasi invisibile sulla linea dell'orizzonte con un gruppo di Isbe, la strada che passa in mezzo, Woroscilowa. Un catino, quasi un paese dentro un cratere meteoritico col bordo più rialzato nella quota 331. Non ci si può difendere li dentro, come dice il console Nicchiarelli della 63a Tagliamento. Woroscilowa è una bara di ghiaccio. E la bara si riempie quando i tedeschi chiedono agli italiani di fermare i Russi mentre rinforzano la quota. Fino al 18 gennaio il catino, il grande catino è bersaglio di tutti i mezzi offensivi di cui dispongono i Russi. Dopo 15 giorni di attacchi aerei e katiusche i Russi sono convinti che li dentro non ci sia più nessuuno. Quando le camicie nere vengono cancellate va avanti una parte del XVIII di Taralli. Woroscilowa cade di fronte alla fiumana russa che dilaga. Bisogna riprenderla, questi sono i comandi dei tedeschi. Le isbe ormai sono fumanti scheletri dove si annidano i Russi nella tormenta di neve. Alle 3 di notte del 25 gennaio 1942 si esce da Jwanowskij a piedi. La temperatura e a -25, neve fresca alta. Non c'è altro riparo in quel momento. I Mortai russi picchiano duro, la neve non è un ostacolo alle schegge. - E' partito Taralli, in testa a tutti, sfrutta la pista che porta ai primi sbrindellati muriccioli seguito dai suoi ragazzi. Avanti Savoia, Avanti terzo è il suo grido. Parte eretto, di corsa, lanciando le bombe a mano, mentre da ogni parte fischiano le pallottole delle mitragliatrici. Non va avanti ancora molto i suoi giorni sono finiti. Il generale della Celere Marazzani, decide anche per i tedeschi, finiamola lì con Woroscilowa, la neve è diventata rossa. Si torna a quota 331, quella che sarà chiamata quota Trucchi quando arriverà il 6° nell'estate del 42. 

 

REVERDITO CESARE

Nato a Milano nel 1915 viene chiamato alle armi nel 1937 e ammesso ai corsi di Pola. Completato il servizio  al 12° come Sottotenente, si congedò è tornò al suo lavoro di impiegato di banca. Richiamato nel 3° reggimento prese parte alle operazioni Jugoslave del 1941 e mobilitato per la Russia poche settimane dopo. Al comando del 3° plotone mitraglieri moriva a Jagodnij il 26 agosto 1942. 

 

 

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