La
distruzione dei Reggimenti Bersaglieri a El Alamein
8°
REGGIMENTO ARIETE
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FRONTE NORD: (dalla litoranea al mare) Il 7°
reggimento del Col. Straziota, schierato fra unità
tedesche e pur sottoposto a bombardamenti, si mantenne fermo nel tratto di fronte assegnatogli
(mesi prima era stato quasi annientato). Mentre la situazione a Sud peggiorava
(si era aperta una falla sul fronte della Trento e della 164a tedesca a quota 28*Nel bollettino di guerra N. 885 del 28 ottobre 1942 (riferito al 27) si legge
infatti:“. . . Una importante posizione contesa con particolare accanimento, è rimasta in nostre mani dopo aspri combattimenti”.), sì da costituire una testa di ponte
inglese ad ovest della fascia minata, il Comando tedesco fece entrare in azione reparti della 15a Divisione Corazzata e reparti della “Littorio” da sud-sud-est, mentre ordinava al 7° di rioccupare, con
l’XI° Battaglione q. 28. Nonostante i penosi vuoti inflitti da successive ondate di aerei che mitragliavano a bassa quota, i bersaglieri poterono raggiungere e mantenere
la quota.
Il 28 mattina, i britannici sferrarono altri tre attacchi nel settore settentrionale e furono sempre respinti. Per sei ore la lotta divampò con eccezionale violenza ed alla fine il II° Btg. del 125°
Rgt. Fanteria Germanico e l’XI° Btg. Bersaglieri furono sopraffatti. Caduto il Cap. Melis, più di
2/3 di subalterni e sottufficiali, il Reggimento col solo X Btg e il
comando, riceveva il 2 novembre l'ordine di ripiegare. La
nuova posizione di difesa è a Sidi Omar, al reticolato di confine, per favorire eventuali arrivi da Sud,
da Qattara, poi proseguire verso Bardia. Fino ad Agedabia sono 750 Km in 10 giorni, mentre le truppe in ritirata da El Alamein in 18 giorni
ne percorrono comunque 1200.
*Come si è già
accennato i ns reparti anche a livello di battaglione erano
inframmezzati con unità tedesche della 164a (composta da nuovi tedeschi)
ma non prendevano ordini da queste; anzi presumevamo ne prendessero loro
dal nostro XXI C.d.A: ma non era così.
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12°
REGGIMENTO LITTORIO |
7° REGGIMENTO
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9° REGGIMENTO |
VIII
BTG BLINDATO e cp. moto |
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uso delle bottiglie incendiarie nel deserto
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La Trento aveva subito forti
perdite fra maggio e luglio (900 caduti) e la 164 non stava meglio (300
gr di pane/giorno). Quando gli inglesi attaccarono andarono in pezzi il
62° Rgt.Trento e il 382° della 164a.
Storia militare febbraio
2010 Daniele Sanna… Appare quantomeno strano che in un diario
di guerra, dove si descrivono - ora per ora - gli avvenimenti, ci fosse
stato bisogno di specificare quella situazione organizzativa. Sembra
quasi che si fosse voluto precisare una volta per tutte come venivano
gestiti quei reparti, Ciò forse perché in quelle ore, da parte dei
comandi italiani, vi erano state delle proteste. In altri termini, la
164a - che combatteva in linea con la "Trento" - secondo gli italiani
era alle dipendenze del XXI mentre secondo i tedeschi no! Si può
sostenersi forse che - per i tedeschi - quella dipendenza poteva essere
al massimo un fatto formale? In sostanza, specie nella concitazione di
quelle ore, per i tedeschi era importante comunicare gli ordini con
collegamenti telefonici efficienti. Cosicché, dal comando dell'AfricaKorps
si impartivano ordini rapidi solo per la 164a. Quindi, nella pratica, il
comando del XXI C.A. italiano finiva per prender atto degli spostamenti
della 164a senza esserne neanche informato. Questo stato di cose aveva
reso più difficili le operazioni nel settore. La mancanza di
comunicazione fra i reparti come quelli della "Trento" e della 164a -
che formavano una sorta di unica e grande divisione - aveva creato un
cortocircuito: l'unità mista non era riuscita a coordinarsi come avrebbe
potuto; questo stato di fatto di incertezze era destinato a mantenersi
sino al momento della ritirata. |
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Alla fine della Trento rimarranno pochi nuclei (Beja) e
le unità dei servizi e dei comandi oltre a una batteria del 46°
artiglieria. La Divisione aveva perso oltre 4.000 uomini. Il 4 novembre
i cannoni del 46° cessavano di sparare per mancanza di munizioni. La
salvezza nella ritirata su una linea più arretrta che era sembrata
possibile quando il 3 ne aveva dato l'avvio Rommel ora era svanita
completamente, ma non solo per loro. I camion coi rifornimenti non erano
arrivati perchè ormai le piste erano percorse da colonne nemiche in
tutti i sensi. |
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Del XXIII° Btg. (Magg. Cavalieri) del 12° reggimento
Littorio (Col. Amoroso Medaglia d’oro in Spagna nel 1939), è testimone il Cap. carrista Dino Campini, il quale scrive che
”…dei tre forti raggruppamenti italo-tedeschi che costituivano lo schieramento,
il più importante poggiava a cavallo di quota 33 di El Alamein ed era formato dal IV° Btg. Carri M, dall’8° Compagnia carri tedesca, da granatieri del 115°
Rgt. Germanico, dal XXIII° Btg. Bersaglieri
della Div. Littorio e da tre gruppi d’artiglieria.
Su questi reparti si abbatté la maggior offesa …appoggiammo i nostri bersaglieri, coi cuori e coi cannoni. Il nostro fuoco disperse il contrattacco inglese”.
Del 9° Rgt. (Col. Pomarici), che si era sistemato a caposaldo nella
zona di Bad el Qattara, fa fede il Gen. Arturo Keellner Comandate della
Trento, “… i resti del 9° Bersaglieri abbandonati dai
Tedeschi, privi di viveri e acqua, sono stati travolti solo dopo aver
esaurito le munizioni. I soldati italiani hanno compiuto il loro dovere, e
meritano rispetto”. |
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Brescia
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Pavia
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Trieste
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Trento
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Divisioni
di Fanteria del deserto Bologna
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Questo il resoconto di ciò che successe a Bad el Qattara dove il 9°
Bersaglieri trovò gloriosa fine: La notte del 26 ottobre 1942, la
battaglia si riaccese violentissima, gli inglesi attaccarono con grande
impeto, ma il Reggimento resistette a tutti gli attacchi non cedendo un
palmo di terreno.
Quando arrivò l’ordine di ritirarsi la posizione di Bad el Qattara,
presidiata dal 9°, divenne precaria e minacciata di aggiramento.
Aprendosi la strada con continui scontri il mattino del 5 i reparti
superstiti, con la Brescia che arretrava con loro, si schierarono a difesa
in località “Passo del Carro” o Pass for Cars con il compito di
impedire alle forze corazzate nemiche di tagliare la ritirata delle
fanterie del X° CdA. Il 9° Bersaglieri, col suo ormai unico battaglione
restava isolato e accerchiato per lo sgancio dei tedeschi motorizzati.
Senza viveri né acqua termina qui, al “Passo del Carro” il 5 novembre
1942, la gloria e il sacrifico del Reggimento travolto dal nemico solo
dopo aver finito le munizioni. Il 9°, come nella grande guerra, si trovò
nuovamente tagliato fuori dall'arretramento dei reparti al tempo causato
dalla rotta di Caporetto. |
I trucchi degli inglesi (3)
Pochissima
documentazione del mezzo sottostante (telaio Jeep, carrozzeria Kubelwagen) usato
in Nord Africa. Il guidatore era un manichino con l'elmetto e il vero
pilota era quello sul sedile posteriore, conformemente alle dimensioni
della Willys che lo precede.
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Da Nord a Sud sulla linea di El Alamein, secondo il vecchio schema
dei reparti inframmezzati, in prima fila erano stati schierati il XXI C.d.A (fino a El
Mireir) con le divisioni
Trento (61/62° ft. e 46° art, IV btg
c/c granatieri e 51° genio) e Bologna (39/40° ft. e 205° art. e 25° genio) rinforzati dal
7° bersaglieri
(X-XI btg). Seguiva il X C.d.A (fino a Qaret el Himeimat) divisioni Brescia
(19/20° ft., 1 articelere e 27° genio) Pavia (27/28° ft., 26° art. e 17° genio) e Folgore rinforzati
dal 9°
bersaglieri e dal III Nizza Cavalleria blindata.
In seconda schiera XX C.d.A "corazzato" a Nord Div. Littorio
(133° Rgt. carri LI, IV, XII Btg, 12° Rgt. Bersaglieri, 133°
Rgt. art., III Novara Corazzato (Carri leggeri) e 33°
genio) e
Trieste (65/66° ft., 21° art e 52° genio) con VIII
Btg. bersaglieri blindato, XI Btg. carri e
3° articelere. Il 27 ottobre dalla unione dei resti del Nizza e
dell'VIII blindato bersaglieri nasceva il Gruppo squadroni blindato Nizza.
I Cavalieri erano stati scaraventati a forza con le loro corazze sottili
su un campo di titani il cui esito non poteva che essere uno solo.
DIVISIONE ARIETE (disposizione dei raum o kampfgruppe)
Com. 8°-V Bersaglieri IX carri e VI smv
Com. 132° carri - III Bers.
e XIII carri
Com. 132° art -XII Bers. X
carri e V smv |
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Ordine di Rommel del 2 novembre ore 14,45
"Un terzo dell'Ariete
raggiunga subito Deir Abu el Hiqeif, il rimanente nella serata. Per
deficienza di mezzi solo il XII battaglione bersaglieri poté muovere coi carristi e i
semoventi. "
..l'ordine aggiunge di tenere larghi intervalli e di fare quanta più
polvere possibile.... la divisione marcia sicura, ordinata verso la sua
ultima battaglia, saranno stati poco più di 2.000 soldati con 150 mezzi".
Alle ore 8 di quel 4 novembre 60.000 inglesi mossero dal mare verso Deir Abu el Hiqeif (30 km). Arrestatisi a 1500 metri dalle
nostre linee aprirono un
preciso tiro al bersaglio. La battaglia andò avanti per tutto il giorno,
lo stesso che Von Thoma scelse per morire (o cadere prigioniero).
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A Rommel furono mosse molte critiche,
riassumibili i 3 punti,
- artiglierie troppo "sotto" la prima linea (come a Caporetto dalla nostra
parte) e coinvolte come i reparti in situazioni critiche improvvise (ma
lui era stato assente 1 mese)
- Concentrazione tardiva delle forze corazzate e mancato contrattacco in
massa (ma lui non avrebbe avuto benzina per manovrare come desiderava)
- obbedienza a Hitler ma anche a Mussolini (e
naturalmente da parte italiana di non aver fatto nulla per la fanteria
appiedata, ma a questo ci poteva pensare anche Roma. Aveva chiesto 1500
camion, e anche la sua "Ramcke" subì lo stesso appiedamento. Ci fu si
qualche episodio di appropriazione con la forza di mezzi, e una intera
sezione autotrasporto "prestata" non venne certamente restituita in quei
momenti, ma ci stava anche questo in quei frangenti, poi non era una
novità quando non andavano d'accordo le fucilate si sprecavano).
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A sera
restavano efficienti 31 carri, 5 pezzi d'artiglieria, 3 semoventi e 200
bersaglieri del XII. L'ordine di ripiegamento era stato emanato alle 15,30
del 4 ma a chi mandarlo era un mistero. D'ora in poi i reparti vengono indicati col nome del Corpo
d'armata, non esistendo più comandi organici che si possano definire
tali. Solo a
sera molti ne vennero a conoscenza. La Folgore muoveva con la Pavia a
mezzanotte del 4. Negli sbalzi in ritirata, cercando sempre di proteggere
i fianchi e il tergo ci si imbatteva anche in colonne nemiche che erano
sopravanzate e che ponevano fine alla tua corsa. Finirono così la Pavia,
la Folgore, la Bologna, i resti dell'Ariete, la Trento. Alle 7,45 del 5
anche il XXVIII del 9° e il V dell'8° bersaglieri erano al passo del
carro. Passati indenni giungeranno a sera all'appuntamento con un altro
agguato che chiuderà per sempre la loro campagna. Alla Folgore si era aggregato anche
l'ultimo battaglione dell'8°, il III, su una compagnia sola. Mancavano 5 km alle
linee di difesa arretrate quando il mattino del 6 gli ultimi della Folgore
e del III cedevano le armi. La Pavia sotto la guida del vice comandante
Gen. Parri venne raggiunta alle 11 del 7 novembre. Chi era sfuggito
poteva considerarsi veramente fortunato e iniziò a piovere, poche gocce,
che si trasformarono in diluvio per gli inglesi. Ai tedeschi quelle poche
gocce non impedirono, con le ultime 3.000 tonn di benzina sbarcata, di
sfuggire all'accerchiamento. Per sfuggire alla presa, uscire dall'Egitto o passavi dal deserto
-Siwa, Giarabub-Gialo (la via seguita dai GGFF) o dall'Halfaya (passo),
Sollum al reticolato di confine. Una colonna di 6o km era ferma ai
passi esposta ad attacchi sia via terra che aerei contro i quali non
avevamo più difesa e copertura. Macchine e mezzi che
ormai non facevano più parte di un esercito, ma erano l'unico modo per
giungere ad una zona salva salvezza ai più per il momento sconosciuta. Di trincerarsi al passo, come voleva Mussolini e come era
stato fatto in altre occasioni, neanche a parlarne. La nostra linea era stata
raggiunta da una nuova Divisione di fanteria la Pistoia, giunta fresca fresca
dall'Italia. Si era già al giorno 11 e i reparti catturati si contavano
ormai sulle dita di una mano. Il XX Cd.A. (quello che ne restava ancora
combattente del punto di forza italiano) era contratto a brigata. |
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Ne facevano parte Comando
Ariete, Monferrato (blindato di cavalleria appena giunto) coi resti del
Nizza, 2 cp bersaglieri del 12°, 66° Trieste e qualche pezzo di
artiglieria. Mentre il 7° sfilava sotto Tobruk gli Inglesi entravano in
città più ansiosi di farsi una doccia che di inseguire Rommel. Noi si puntava
sulla linea di Agheila per resistere.
Mussolini a Bastico
"..da
madrepatria sarà inviato tutto il possibile per rinforzare linea
stabilita che, si deve ripeto si deve tenere ad ogni costo, se si vuole,
come vogliamo conservare la Tripolitania".
La linea di resistenza ci sarà ma
finta. Il dispositivo di difesa mobile intanto si allargava rendendo sempre più difficile
la vita agli inglesi. Oltre alla Pistoia era arrivata la
Divisione Spezia, i GGFF dal deserto, 2 btg carri della Centauro e il suo 5°
Bersaglieri.
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Dei bersaglieri del “Settimo” e dell’“Ottavo”, scrisse il Conte Paolo Caccia Dominioni
“. . . Ridotti a pochi nuclei sfiniti, carristi e bersaglieri della “Littorio” e dell’“Ariete” tentavano gli ultimi disperati contrattacchi e, accerchiati, comunicavano per radio che avrebbero continuato a resistere”.
si deve, ripeto si deve, tenere ad ogni
costo
Per le ultime ore della divisione Ariete vedi il
diario
del ten. carrista Formica
http://digilander.libero.it/frontedeserto/diari/formica.htm
http://www.carabinieriparacadutisti.it/effettivi_del_tuscania.htm
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Visita il
sacrario di El Alamein |
I mezzi catturati ai bei tempi
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Il 28 novembre Rommel incontra Hitler a Rastenburg. Il colloquio non è
dei più tranquilli. Hitler si eccita a dismisura alla notizia di
ulteriori ritiri, esplodendo in una delle sue ben note violente
reazioni. Ce n'era per tutti. Rommel se ne usci con una opinione diversa
da quella fino a quel momento avuta del capo.... così
si riporta nel libro "la Pista della Volpe" di David Irving...
Keitel
e Jodl andarono a riceverlo all'aeroporto dove, per prima cosa gli
chiesero con tono asciutto, perché volesse vedere Hitler. Alle 17 Rommel
fu ammesso nella sala delle conferenze del Q.G. Alla sua
vista il Fuhrer restò di sasso (come se non lo sapesse) e chiese con tono
duro "Coma osa lasciare il suo comando senza il mio permesso ?" Rommel scoprì che sul fronte russo
a Stalingrado andava molto peggio che in Africa (di
cui non gli importava nulla).. alle 20 dopo aver ottenuto da Hitler la
promessa di nuove armi in cambio di una resistenza sul posto ripartì ... . Il viaggio
in treno per Roma con la moglie lo passò in compagnia di Goering !!. Il viaggio,
racconta, fu allucinante con questo personaggio con le unghie smaltate,
mani coperte da brillanti (e fermacravatte altrettanto poveri!!!), che
gli proponeva una testa di ponte in Tunisia appoggiato dalla su armata
aerea di terra. Goering poi si tolse lo sfizio all'Excelsior di Roma di attaccarlo
pubblicamente.
Disse la moglie Lucie
del dopo in camera "...
ma qualcosa dentro di lui si era
spezzato, tanto che alla fine ha pianto sulla mia spalla"
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Da Tobruch a Marsa el Brega non si perse un solo uomo. Rommel valutò
che di 90.ooo tedeschi se ne erano salvati 70.000 (ma molti erano già nelle
retrovie) ma molti meno italiani. Della massa che si ritirava, solo una minima parte era
però
combattente. Si cercava di salvare l'uomo, nella filosofia che la macchina
era "sempre" rimpiazzabile. L'esperienza di quegli uomini in
effetti servì per tenere testa, per altri 6 mesi, al più grande esercito del mondo
messo in campo fino a quel momento (ad esclusione dei tedeschi). Il Dak aveva 35 carri armati, 16 autoblindo, 31 cannoni c.c.,
la 90a leggera solo 4 autoblindo, la 164 di fanteria 2 cannoni. La Ramcke
21 cannoni più l'artiglieria della Flak e d'armata. Il XX CdA intanto
diventava Gruppo Cantaluppi dal nome del Generale che lo comandava. Sulla via del ritorno i
bersaglieri avevano modo di trovare due battaglioni complementi, il LVIII
(dal 10°, già impiegato a Gialo a metà settembre) e un XI autonomo
che prendeva il posto di quello distrutto del 7° (il 7° aveva salvato solo il X
del magg. Turrisi). Col X-XI (ex 7°) e LVIII si rifondava il nuovo '8° reggimento
bersaglieri (detto bis)
che con i GGFF (giovani fascisti di Bir El Gobi) doveva costituire sulla
carta una nuova
improbabile divisione corazzata
denominata Bersaglieri
D'africa
.
Centauro e Bersaglieri davano vita ad un nuovo XX C.d.A .
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Il XXI faceva lo
stesso con le divisioni la Spezia, Pistoia
e Trieste. La Centauro era stata già smembrata coi carri del XIV e
XVII assegnati al Gruppo Cantaluppi (poi Centauro). Ad Agheila il dispositivo italiano poteva già contare su 26 Btg.
di fanteria, 42 carri M, 15 semoventi e 19 blindo. I tedeschi molto meno.
La ritirata proseguiva. Da metà dicembre a metà gennaio l'ultimo balzo
in Tunisia, sempre schermando di fioretto con l'VIII armata di Montgomery. Nelle prime
ore del 23 Gennaio l'11 Ussari occupava Tripoli. Dai resti della fuga nel deserto
(usciti come da un miraggio) e
delle retrovie rinasceva anche il 7° Bersaglieri Bis sui nominali V e XII (ex
dell'8°). Dal deserto si erano
ritirati anche tutti i nuclei sahariani inseguiti dagli uomini del LRDG e da
quelli di France Libre di Leclerc. Alle
ore O del 5 febbraio il comando superiore della Tripolitania non aveva
più ragione d'esistere. la Colonia Libica era sparita, non ci apparteneva
più. |
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