BIR
HAKEIM PORTA DI TOBRUK
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OPERAZIONE VENEDIG
(Venezia) |
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La marcia notturna verso la zona B nella terza notte africana di plenilunio rimane certamente come un ricordo incancellabile in coloro che vi parteciparono. Una Divisione Corazzata e una motorizzata
italiana (Ariete e Trieste), due corazzate e una leggera tedesca con tutti i supporti d’armata etc., migliaia e migliaia di macchine potenti in formazione compatta avanzanti a fari spenti nel chiarore lunare lungo una rotta ideale segnata dall’ago della bussola…L’ampia volta del cielo rintronava del cupo rimbombo dei motori e il terreno irradiava all’infinito la marcia dei
colossi. Rommel. (Chi avesse appoggiato l’orecchio al terreno avrebbe udito il tremito a chilometri di distanza). |
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Il primo intoppo per l’Ariete e l’8° Bersaglieri viene dalla III brigata motorizzata indiana. Fanno parte del dispositivo Ariete due nuovi gruppi semoventi d’artiglieria corazzata da 75/18 (V-VI) che all’occorrenza operano anche da controcarro. Basso e potente, l’obice da 75 come l’88 tedesco funziona anche a tiro teso. Il pomeriggio del 27
maggio i resti della III indiana ripiegano su Bir El Gobi. La seguiranno su questa posizione defilata tutte le brigate non più in grado di sostenere scontri. L’Ariete ha perso 34 carri e le Medaglie oro del Ten. Aldo Scalise
(smv d’artiglieria) e del Ten. Colonnello Prestisimone carrista ferito e caduto prigioniero
lo testimoniano. La Trieste era incappata a cavallo di Bir Hakeim in un reparto di cui non si conosceva l’esistenza, la 150a brigata
(a Gott El Ualeb). Mentre il grosso di Rommel proseguiva verso Nord la Trieste restava per controllare i due capisaldi meridionali e tenere aperto un varco nei campi per un miglior afflusso dei rifornimenti. Il 31 maggio in una pausa dei combattimenti Rommel decide di risolvere il problema 150a. Nell’azione oltre alla Trieste intervengono i tedeschi, ma cade prigioniero Cruwell, feriti i generali Gause e Westphal. Tanto per dire che l’operazione non era una passeggiata. Il giorno dopo, 2 giugno, doveva essere la volta dei francesi
di Bir Hakeim, ma la “discussione” andò avanti parecchio (fino al 10).
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Medaglia d'oro al
valor militare Ten. Col. Carrista
PRESTISIMONE PASQUALE
Comandante di battaglione carri M13/40 vinta l'accanita resistenza di due reggimenti organizzati saldamente a difesa, con slancio e coraggio mirabili proseguiva l'attacco e, sotto intenso fuoco, superando vasti campi minati, alla testa dei suoi carri riusciva a penetrare in altro caposaldo tenacemente difeso da una divisione. Si lanciava quindi, benché più volte ferito, contro l'artiglieria avversaria fino alle minime distanze e malgrado che il suo carro fosse stato seriamente danneggiato. Per non sacrificare l'equipaggio lo faceva discendere dal carro stesso ed ancora non domo, da solo, continuava l'impari lotta finché, ferito per la nona volta, cadeva sul carro frantumato. Eroico comandante che ha saputo vincere e sacrificarsi per tenere alto l'onore delle armi italiane.
Rugbet el Atasc (Bir Hacheim) 27 maggio 1942 |
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IL RACCONTO DEI FRANCESI E DEGLI ITALIANI: IL FATTO
La division Ariete prend la direction de Bir Hakeim où elle arrive vers 8 heures du matin. Une heure plus tard, une vague de 50 chars puis une seconde de 30 chars se portent à l'attaque sur tout le pourtour de la place. L'impétuosité de l'attaque italienne est telle que 6 chars réussissent à pénétrer à l'intérieur du dispositif français malgré le feu des canons antichars, renforcés par les bofors antiaériens. Le colonel Prestissimone, commandant du 132e régiment blindé, est blessé puis capturé après avoir vu trois
chars détruits sous lui. Au total, les Italiens perdent 32 chars dont 12 en raison des mines pour un seul blessé français. L'Ariete n'insiste pas et rejoint l'Afrikakorps. Dans l'après-midi, les légionnaires du capitaine Lamaze, en patrouille au nord de Bir Hakeim, affrontent un fort détachement de la Trieste en provenance du nord et détruisent deux blindés (autoblindo bersaglieri) avec leurs canons de
75 (no purtroppo). Le lendemain, le groupement tente sans succès de prendre contact avec la
CL brigade britannique (150a indiana) dont le réduit se trouve plus au nord. Elle subit de violents tirs d'artillerie et doit se retirer non sans avoir détruit une demi-douzaine d'autoblinde italiennes.
Da “Aggredisci e vincerai” di Salvatore Loi
- Mursia Ed. |
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Le notizie raccolte dal servizio informazioni italiano avevano indicato che il nemico andava ripristinando il suo potenziale combattivo. Già ai primi di aprile aveva raddoppiato le sue unità blindate (12 lancieri, 11 ussari, 4 Sudafricano e 1 dragoni reali). Rommel prevedendo che l’avversario stesse per attaccare diede il via alla seconda fase della battaglia della Marmarica. Il 6 maggio alla divisione Trieste venne assegnato in sostituzione del 9° reggimento bersaglieri, l’VIII battaglione bersaglieri blindato autonomo (de Bernardis) e l’XI battaglione carri M13 (Verri). La Trieste si mosse alle ore 21 del 26 maggio 1942
passando sopra Bir Hakeim Tentò di raggiungere posizioni a Nord-Nord-est alle spalle della linea di fanteria
avversaria ma puntò per errore più verso est, dove era appostata la CL
(150a)
brigata inglese. Il 29 maggio i reparti erano stati fermati anche da campi minati e dalla resistenza nemica.
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” Voi ricevete esattamente la stessa razione di acqua che viene distribuita a me e ai miei soldati. Se questa notte non arriverà acqua voi potrete portare a Ritchie una mia lettera di scuse”
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“In quella giornata (27/5) fu soprattutto la 1° compagnia dell’VIII bersaglieri blindato
di de Bernardis che si distinse e in particolare il 2° plotone Benedeck e il 4° Cutri… L’indomani si
tentò di sopraffare il caposaldo (Gott el Ualeb) mentre la situazione andava degenerando in quella che fu chiamata “battaglia del calderone” . Il 29 combattimenti caotici, munizioni e benzina in esaurimento: nessun collegamento con le retrovie…. Scarseggia anche l’acqua per due giorni.
Un maggiore inglese prigioniero vedendo i suoi contendersi un bicchiere d’acqua si mise a rapporto e per sua fortuna fu mandato direttamente da Rommel,
che negli scontri occupava sempre la prima fila che li ascoltò
pazientemente, compreso la richiesta di rilascio. (risposta a fianco) |
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Serg. Curtarelli ...la lingua ingrossata faceva blocco col palato. Di quando in quando c’era chi dava in escandescenze come preso da follia e si faticava a calmarlo. Rivedo un mio bersagliere lo sguardo fisso nel vuoto, invocare acqua dalla mamma…il refrigerio della notte era salutare. Aspiravamo l’aria umida tenendo a lungo la bocca spalancata….”
Dal superiore comando giunse ai Bersaglieri l’ordine di avanzare senza attendere l’apertura di varchi nei campi minati. Il maggiore radunò i suoi uomini e comunicò loro l’ordine, con parole ferme, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
Ottavo
Avanti, gridò alla testa del battaglione
blindato. In breve lo scoppio delle mine e il fuoco degli artiglieri francesi investirono le nostre autoblinde. Rimase distrutto il plotone Castelnuovo che riuscì comunque a recuperare tutti gli uomini passando a piedi nella zona minata ed ebbe la Medaglia d’oro alla memoria il capitano Albanese Ruffo Giuseppe”.
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Bir Hakeim: la porta di Tobruk maggio-giugno 1942
Rommel si era ritirato dalla Cirenaica in Gennaio alla massima velocità possibile, ma erano bastate due zampate per riportare il fronte sulla linea di Ain el Gazala. Tobruk era di nuovo collegata e rifornita via terra
dagli inglesi, ma una cosa i comandi britannici avevano deciso:
la prossima volta non ripeteremo l’errore. Impegna truppe che non servono militarmente a nulla. Non sono mai abbastanza numerose per creare problemi alle spalle dei tedeschi, e debbono essere continuamente alimentate per non far cadere la città. Che i tedeschi se la prendano se dovesse succedere. |
Medaglia d'oro al
valor militare
SCALISE Aldo Maria
Ten. s.pe., 132° rgt. artiglieria «Ariete ».
Comandante di sezione semovente, durante l’attacco contro munite
posizioni fortificate, di iniziativa, penetrava d’impeto nelle prime
linee avversarie. Con abile ardita manovra e con preciso tiro di in
filata, riduceva al silenzio numerose postazioni di armi anticarro
insidiosamente sistemate nel terreno. Colpito gravemente, persisteva
nella azione, che apriva le vie del successo al proprio gruppo ed ai
reparti corazzati della sua divisione. Mortalmente ferito al petto una
seconda volta, mentre ancora dirigeva il fuoco, rivolgeva in uno sforzo
supremo, parole di incitamento al proprio equipaggio. Chiudeva così la
sua vita da prode soldato, illuminando di gloria la nuova artiglieria
corazzata italiana. Rughet ci Atasc (A.S.), 27/5/42
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I fortini, le casematte i fossati anticarro erano stati abbandonati e spogliati. Che Tobruk serva ai tedeschi (porto) per alimentare il fronte
è plausibile ma da dimostrare, come era da dimostrare che fosse l’unico modo
per tagliare i rifornimenti a Rommel. L’intercettazione dei convogli e la guerra aerea avevano funzionato più che bene e Malta portaerei naturale era ancora lì. Su una cosa certa ormai non si discuteva più, la inferiorità numerica dei tedeschi, anche se i loro carri erano in genere “tecnologicamente” meglio assortiti.
Questo svantaggio stava per finire perché gli Inglesi schierarono i Grant americani che pur col difetto di brandeggio del cannone da 75 mm
(in casamatta a sinistra) era un ammazza cristiani. Lo chiamavano ELH o Egipt Last Hope: l’ultima speranza per l’Egitto. Difettavano semmai in campo inglese i vertici di comando. Risolto il problema dei mezzi (già avevano parcheggi pieni di automezzi di riserva) e dei vertici, che non era poi così semplice si poteva por mano alla sconfitta dell’asse in Africa. Fra le smagliature inglesi l’addestramento degli equipaggi carri che aveva seguito scuole diverse all’interno del variegato mondo militare del Commonwealth. Una linea di difesa tenuta da fanteria era ora “annegata” nei campi minati e andava da Ain El Gazala (dalla costa) fino a Bir Hakeim. Bir Hakeim non era ritenuto dai tedeschi un ostacolo, semmai il vero ostacolo era il XXX corpo corazzato di Norrie alle spalle
dei campi. La sua dislocazione temporanea non era in un dispositivo di difesa
ben definito, ma nei migliori punti di casermaggio. E questo era già un punto a sfavore. Fra le truppe
inglesi circolava la voce che presto sarebbero stati loro e non i tedeschi a muoversi. Grazie all'intensificarsi dei bombardamenti su Malta (che restava una spina nel fianco), i rifornimenti alle truppe dell’asse giungevano con regolarità e Rommel decise che era giunta l’occasione buona per una nuova offensiva:
Obiettivo
"battere le forze mobili avversarie schierate ad occidente di Tobruk e, in caso di esito favorevole, attacco alla piazzaforte di Tobruk". (dall'ordine del Capo di Stato Maggiore Generale Cavallero).
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Da parte nostra erano schierati circa 560 carri armati (240 italiani), mentre gli inglesi disponevano di circa 850 mezzi, compresi i 200 Grant. Il resto
dei carri armati era in genere l’Honey (dolcezza) Stuart che col suo cannone da 37 era inefficace, Matilda, Crusader e minori obsoleti. L’invasione di Malta, come quella dell’Inghilterra fa parte della storia non scritta
del terzo Reich. Gli ammonimenti dei servizi segreti (inglesi) dopo alcune figuracce ( e sappiamo perché) non venivano più presi in considerazione. C’erano interi reparti inglesi in licenza sulla costa a far bagni. Il primo a muoversi è Cruwell, amico personale di Rommel, che dispone
a nord del X e del XXI corpo d’armata italiano (divisioni Sabratha, Trento, Brescia e Pavia) e della 15a brigata di fanteria leggera tedesca, che
accenna al successivo attacco di Rommel sulla direttrice Tobruk (La strada più corta). Nel settore gli inglesi
hanno a nord il XIII corpo (1a divisione sudafricana e 50a inglese affiancate dalla 2a sudafricana, dalla 5a indiana, dalla IX brigata indiana e dalla I brigata carri). Scendendo sempre dietro campi minati, 2 divisioni corazzate (la 1a e la 7a i topi del deserto), affiancate dalla CCI brigata Guardie, III brigata indiana motorizzata, XXIX brigata della 5a div. indiana. L’azione di Cruwell è un diversivo: il vero attacco, quello decisivo, avviene a sud, ed è condotto dalle truppe corazzate comandate da Rommel in persona. Una provvidenziale tempesta di sabbia, ,
kamsin nascose alla ricognizione aerea inglese i movimenti delle nostre truppe corazzate. Nel pomeriggio dello stesso giorno Rommel diede inizio all'offensiva, indirizzando ai suoi uomini il seguente ordine del giorno: |
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Testimonianza di un reduce:
Fra gli scontri più importanti a cui ho preso parte ricordo Bir Hacheim, a sud di Tobruch dove decine di carri furono distrutti da entrambe le parti. Il mio carro fu colpito e l’equipaggio restò ucciso, mentre io riportai solo leggere ferite, una volta al braccio, l’altra ad una gamba. A Bir Hacheim il presidio francese fu completamente annientato e
ricordo di avere scoperto con stupore fra i prigionieri diversi italiani che si erano arruolati tempo prima nella legione straniera. |
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LA LEGIONE STRANIERA FRANCESE
A cavallo tra le due grandi guerre la Legione
Straniera viene impegnata in medio oriente e in Marocco. Nella seconda guerra mondiale la
13a DBLE (Mezza Brigata della Legione Straniera demi brigade legion
exterieur) partecipa agli sbarchi vittoriosi di Narvik e Bjervik. Di ritorno dalla Norvegia la
13a dovrebbe impegnare l’Africa Korps di Rommel all’Halfaya nel
gennaio 1942. Inizialmente, la Brigata Libera Francese del Gen. Koenig ( nella quale la
13a, 2 btg, ora serviva), venne comandata per l' attacco al Passo
Halfaya ma arrivò troppo tardi. Il Comando del'VIII^a Armata Britannica la spedì,
in segno di punizione, a sostegno della costruzione della linea difensiva di Gazala che si spingeva nel deserto fino a Bir hakeim. Bir Hakeim è il "deserto" del deserto, sconfinatamente desolato. Per tre mesi i Legionari ( 5500 uomini) ed i loro camerati,
approntarono le difese, dandoci sotto. Sospettare anche la sola presenza e la disperata resistenza non sarebbe costato all’Africa Korps 10 giorni di ritardo che rischiarono di essere fatali. Quei dieci giorni furono preziosi per
l'VIIIa Armata, che potè in questo modo ritirarsi in relativo buon ordine. Come
a Giarabub, uomini ben postati e con munizioni tenevano testa a forze
superiori. |
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Marie Pierre Koenig was born in Caen, France on 10th October 1898. He joined the French Army and was decorated during the First World War. He remained in the army and during the 1930s served in Morocco. On the outbreak of the Second World War he returned to France and in 1940 was sent to Norway where his troops fought the German Army near Narvik. He also saw action in Normandy before escaping to England from Dunkirk. Koenig joined General Charles De Gaulle in London and after being promoted to colonel, he was appointed chief of staff of the 1st Free French Division and took part in the campaign in Syria and Lebanon in the summer of 1941. Promoted to general he was given command of the 1st Free French Brigade in Egypt. He served under General Neil Richie in the summer of 1942 and managed to hold off the Deutsches Afrika Korps at Bir Hacheim until being forced to withdraw on 10th June, 1942. Koenig returned to London in April 1944 and was given command of the Free French force that took part in the D-Day landings in France. On 21st August 1944, General Charles De Gaulle appointed Koenig military governor of Paris. After the war Koenig headed the French occupation zone in Germany (1945-49). Elected to the chamber of deputies in 1951, Koenig served as minister of defence under Pierre Mendes-France and Edgar Faure. Marie Pierre Koenig died in Paris on 2nd September 1970. |
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SUSAN TRAVERS (Adjudant Chef):sopra
Unica donna ad essere immatricolata nella Legione Straniera. Di origine inglese, ha servito nella
13a DBLE; era infermiera e conduttrice della jeep del Gen. Koenig a Bir-Hakeim
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Bollettino del
26 MAGGIO 1942"Continuando le gesta vittoriose dei mesi di gennaio e febbraio, attaccheremo e sconfiggeremo il nemico ovunque egli si presenti…L'alta qualità e l'ardore bellicoso dei soldati italiani e tedeschi nonché la superiorità delle nostre armi ci garantiscono la vittoria". |
Bollettino di guerra n.728 del 29 maggio 1942:
"Dal pomeriggio del 26 le forze italiane e tedesche hanno attaccato le formazioni nemiche antistanti sul fronte della
Marmarica. Dal mattino del 27 un'aspra battaglia è in corso: essa si svolge favorevolmente per le truppe dell'Asse; numerosi i prigionieri, ragguardevole il bottino".
Bollettino n. 733 del 3 giugno 1942
"Il successo riportato dalle truppe dell'Asse nella zona di Got el Ualeb ha assunto più vaste proporzioni: tra i prigionieri, saliti a più di 3.000, è il generale comandante della I Brigata corazzata inglese; anche il numero dei cannoni catturati è aumentato a 120, quello dei mezzi blindati a oltre 100, quello degli autocarri a circa 200; grandi quantità di armi automatiche e di equipaggiamento sono cadute nelle nostre mani. Nei combattimenti dei giorni scorsi si sono particolarmente distinte le divisioni corazzate tedesche e la divisione motorizzata Trieste."
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Ore 21 del 26 maggio: le divisioni corazzate di Rommel avanzano in direzione sud-est, attraverso il deserto. Il fronte meridionale viene aggirato nonostante reparti blindati comunichino la presenza di una grossa forza che seguono a vista. L’informazione passa dalla 7a brigata motorizzata, alla 7a divisione corazzata e al XXX corpo di Norie. Gli ordini avanzano per via gerarchica fino al comando di Corpo poi si fermano li. A intervalli di mezz’ora le autoblindo continuano a trasmettere. 52 messaggi corrono dalla pattuglia al fronte al comando dalle 15,30 del 26 alle 21,30 dello stesso giorno. Ma nessuna di queste informazioni viene ritrasmessa ad altri reparti dipendenti dal XXX perché nessuno aveva ordinato un ascolto radio. Anche dopo che l’allerta viene lanciato l’8a armata continua ad ignorare il pericolo per diverse ore. Il Gen. Messervy che ha sentito i messaggi chiede di rischierare i suoi in direzione sud sud ovest, ma gli viene negato. Nelle ore piccole fra il 26 e 27 lungo i fili dei telefoni da campo si levarono voci che discutevano affannose e la mattina dopo era troppo tardi. Rommel da Sud saliva verso Nord. Messervy
fu catturato due volte e due volte scappò, la terza si salvò restando
nascosto entro un pozzo asciutto. Caduti i comandi sottoposti cadono anche
gli occhi sul campo di battaglia e si va avanti alla cieca. Kesselring
aviatore (comandante superiore nel mediterraneo) capitato sul teatro di battaglia in visita di “cortesia”
deve sostituire Cruwell catturato. L’azione di aggiramento del fronte meridionale inglese è riuscita in pieno. La 90a leggera viene lanciata su Tobruk senza preoccuparsi dei fianchi, obiettivo disorientare le retrovie nemiche, mentre la Trieste prima, poi l’Ariete “si occuperanno” di Bir Hakeim. Dal canto loro le due divisioni corazzate dell’Afrikakorps (la 15a e la 21a) puntano in direzione nord, nord est per accerchiare il grosso dell’esercito inglese o tagliargli la via di fuga. La mattina del 28 maggio Ritchie, dal comando dell’8a armata, si rende conto della situazione, sono passate 40 ore. Il racconto d’ora in poi si fa confuso e ripetitivo negli errori dell’una e dell’altra parte e porterebbe via giorni. Lo sintetizziamo con alcuni flash back. La III Brigata indiana a Retma viene sorpresa mentre fa colazione. Tutte le colonne italo tedesche o non trovano ostacoli o li annientano. I reparti sfilano a pochi Kilometri l’uno dall’altro e senza un piano strategico gli inglesi si battono a
giornata col primo che incontrano. I pochi carri di Rommel però cominciano a rarefarsi. Il suo servizio recuperi fa miracoli coi suoi, con quelli del nemico e con tutte quello che trova per strada. La fanteria inglese a Nord è in trappola. Ma la benzina scarseggia e l’aggiramento da sud oltre che lungo è ancora pericoloso. Scarseggia anche l’acqua per due giorni. |
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http://xoomer.virgilio.it/bancamemoria/_private/Merletti.htm
diario carrista del IX
http://www.ferreamole.it/contributi/vincenzo_f/ |
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29 MAGGIO -Il grosso dei Panzer di Rommel, è momentaneamente sulla difensiva finché non viene aperta una strada nei giardini del diavolo per i rifornimenti: arretra anche verso sud sotto la spinta dei carri del XXX corpo. Il logorio continua mentre gli inglesi preparano finalmente un contrattacco. Non inizierà prima del 1 giugno. Rommel abbandona l’idea di avanzare verso nord e si pone sulla difensiva spostando tutti i suoi mezzi nel cosiddetto “Calderone”, una zona a sud di Sidi Muftah e a ovest di Bir el-Harmat, girando in questo modo le spalle ai campi minati inglesi che indifferentemente proteggeranno lui. Qui aspetta da un momento all’altro l’attacco in blocco dell’8a armata inglese, che però, incredibilmente, non avviene.
Ritchie, che comanda l'8a armata inglese si spinge ad affermare primo fra tanti che lo seguiranno. “Ormai l’ho in pugno” scrive al gen. Auchinleck, comandante in capo delle forze armate britanniche nel Medio Oriente. “Lo schiaccerò nel suo calderone.” Ma Rommel è tutt’altro che domato e si getta infatti sulla CL brigata inglese, attestata tra la pista Capuzzo e la pista EI Abd, a sud-ovest di Sidi Muftah. Ritchie scrive:"Mi dispiace di aver perduto la CL brigata, ma
la nostra situazione va migliorando di giorno in giorno..." |
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2 GIUGNO Rommel, invia a Bir Hacheim la divisione Trieste e la 90a, confluita qualche giorno prima nel “Calderone”. Le due unità rilevano la divisione italiana Ariete impegnata invano contro la brigata francese dal 26 maggio. Viene poi inviato anche una aliquota della 15° panzer.
Auchinleck a Ritchie il 3 giugno “Sono lieto di apprendere che a Vostro giudizio la situazione è ancora favorevole a noi e va migliorando…” |
khamsin—(Also spelled camsin, chamsin, kamsin, khamasseen, khemsin.) A dry, dusty, and generally hot desert wind in Egypt and over the Red Sea. It is generally southerly or southeasterly, occurring in front of depressions moving eastward across North Africa or the southeastern Mediterranean. The deep khamsins occur in spring with depressions traveling east-northeast across the northern Sahara. They are preceded by a heat wave lasting about three days and are followed by a duststorm. The passage of the depression is marked by a cold front bringing Mediterranean air and a sudden drop in temperature. See ghibli, chili, scirocco
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5 GIUGNO - Il contrattacco britannico (denominato, in codice, “Aberdeen”) è fallito. Vanno all’attacco di Rommel, o solo la fanteria perché i carri sono in ritardo, o solo i carri perche la fanteria è stata distrutta, o l’artiglieria perché è rimasta scoperta. Il “difetto” di Rommel se così si può dire era che li attaccava sempre divisi e non era prevedibile. Il difetto degli inglesi, che invece lo erano e non avevano capito di stare uniti e decisi per controbatterlo
Il saliente italo-tedesco non viene ridotto e gli inglesi perdono 2 brigate di fanteria e 4 reggimenti di artiglieria. E' mancato il coordinamento tra i reparti, ed è stato micidiale il fuoco di sbarramento opposto dai controcarri tedeschi. Una lezione che gli alleati digeriranno nel tempo. Le varie specialità fanno vita di casermaggio separata, solo raramente l’esercitazione avviene per grande unità. I tedeschi “improvvisarono” i Kampfgruppe, (di necessità virtù) mischiando a livello inferiore, battaglione Esploratori, controcarro, fanteria, carri e artiglieria corazzata. Tutti i mezzi viaggiavano alla stessa velocità e la duttilità operativa faceva il resto. Non era così per gli italiani e neanche per gli Inglesi. Un anno dopo In Tunisia sarà l’americano Patton a capirlo, dopo le prime esperienze negative. Nel pomeriggio Rommel sferra un contrattacco lanciando i carri di riserva verso est. Al calar del sole tutte le unità inglesi che hanno tentato di penetrare nel “Calderone” sono volte in fuga. L’8a armata ha perduto 6000 uomini tra morti, feriti e dispersi. Rommel annuncia di aver catturato 150 carri armati nemici. Gli italo-tedeschi si concentrano intanto nella zona detta Knightsbridge (in inglese ponte dei cavalieri), che è un incrocio di piste che minaccia Tobruk. Durante la notte del 10 i francesi superstiti di Bir Hakeim fuggono attraverso le linee tedesche, abbandonando dietro di sé i feriti. Gli inglesi non lesinano gli elogi al generale francese la cui coraggiosa difesa ha costretto Rommel
a ritardare di molti giorni l’assalto finale a Tobruk. Il vincitore però
resta comunque lui, la vecchia “volpe del deserto”. Tutti gli inglesi
iniziano, se possono, un ripiegamento oltre la linea e il perimetro di
Tobruk, nonostante l’ira di Churchill. |
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“Comunque” dice il gen. Auchinleck parafrasando Churchill
“Tobruk deve essere tenuta e non si deve consentire al nemico di investirla.”
Probabilmente il comando supremo del Cairo non conosce la reale situazione dell’8a
armata. “Il gen. Ritchie si prepara a lasciare a Tobruk le forze da lui ritenute sufficienti a difenderla, anche nel caso che la piazzaforte dovesse venire temporaneamente isolata... con scorte adeguate di munizioni, carburante, viveri e
acqua". Fra 11 e il 12 giugno l’8a armata aveva perso 260 carri. Churchill ad Auchinleck l’11 giugno
“ Sebbene naturalmente si speri ancora di vincere con la manovra o con un contrattacco, non abbiamo alcuna ragione per temere una battaglia di usura prolungata. Essa dovrebbe logorare Rommel più di Ritchie, date le nostre migliori comunicazioni”
in risposta “le perdite sono state gravi anzi forse troppo gravi per una sola battaglia ma come voi dite le nostre risorse sono maggiori di quelle del nemico. La sua situazione
(di Rommel) non è pertanto invidiabile”.
Auchinleck (11 giugno) in visita al comando dice
“qui l’atmosfera è buona, non c’è nessun ottimismo eccessivo, si affronta la realtà con calma e risolutezza !!!” |
Rommel e gli Italiani |
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All’inizio le sue deplorazioni nei confronti degli italiani era frequenti
e altezzose, anche se erano suoi superiori. Il 27 maggio aveva inviato un messaggio al XX corpo italiano chiedendo quanto ci avrebbero messo a superare
“un ostacolo ridicolo”. Per
quanto riguarda Gambara e Bastico diceva pubblicamente che erano delle
«merde». Famosa la frase «Wo bleibt Gambara?» ("Dov'è Gambara") a
rimarcare la sua assenza in un momento critico (Sidi Rezegh (4-5 dic.
1941). fonte wikipedia |
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13 GIUGNO 1942 - I carri armati italo-tedeschi infliggono una pesante sconfitta a quelli britannici, costringendo il nemico a ritirarsi dalla zona di El Adem e Knightsbridge. Di conseguenza, la linea dei rifornimenti del XIII corpo viene a trovarsi minacciata. I difensori di Knightsbridge ripiegano su Acroma. Il
giorno dopo Ritchie ordina la ritirata delle divisioni più avanzate del XIII corpo, la 1a sudafricana e la 50a britannica, venute a trovarsi in situazione precaria dopo la perdita di
El Adem. Le due divisioni, l’una passando per il litorale, l’altra all’interno, ripiegano sul confine egiziano.
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TOBRUK
Generale Carter.
Non c’è dubbio che i tedeschi di ogni grado si dimostrarono professionalmente superiori a noi…il loro livello fu raggiunto solo in pochi casi da noi.
Anche se gli italiani erano inferiori ai tedeschi, il fatto di aver sottovalutato l’Ariete ci costò anche caro grazie a un notevole numero di eroiche azioni individuali compiute specialmente dai Bersaglieri
(pag 326). Che l’Ariete fosse stata in grado in più di una occasione di resistere a forze superiori indica che accettare come sola spiegazione della sconfitta la qualità inferiore dei carri è una semplificazione pericolosa e
ingannevole. Gli inglesi schieravano più di 8oo carri contro i 280 tedeschi. Gli italiani 228 M13 inferiori allo Stuart e al Crusader e naturalmente a quelli
maggiori (Matilda, Grant). |
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Con la caduta dell'ultimo caposaldo nemico, le forze italo-tedesche poterono proseguire la loro avanzata verso nord. Il 13 giugno ogni resistenza nemica lungo il Trigh Capuzzo era stata eliminata. Il 14 giugno la divisione Ariete aveva occupato l'importante posizione strategica denominata Knightsbridge. Rommel poteva quindi puntare verso i nuovi obiettivi: l'avanzata verso El Adem, la presa di Sidi Rezegh e l'eliminazione della sacca di Ain el Gazala. La conquista di Tobruk era di nuovo a portata di mano: dopo aver eliminato le ultime sacche di resistenza nemiche, il X° ed il XXI° Corpo d'Armata iniziarono la loro avanzata verso la piazzaforte. Gli avamposti nemici a difesa della città caddero uno dopo l'altro e per il giorno 19 l'assedio era stato completato. All'alba del 20 giugno iniziò l'assalto nel settore sud-orientale del perimetro difensivo. Dopo il massiccio bombardamento delle nostre artiglierie pesanti, entrarono in scena i guastatori del 31° battaglione (poi di Caccia Dominioni) che aprirono la strada ai mezzi della 15a e 21a Panzer Division. I reparti delle divisioni Ariete, Brescia e Trieste penetrarono nella breccia allargandola ulteriormente. I disperati contrattacchi dei mezzi corazzati inglesi vennero tutti respinti dai carri della 21a Panzer Division. Un altro disperato contrattacco inglese a sud di El Adem venne prontamente respinto dai reparti delle divisioni Trieste e Littorio. All'alba del 21 giugno i difensori diedero inizio alle trattative della resa, che venne firmata qualche ora dopo dal generale Klopper, comandante della 2a divisione sudafricana. |
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Churchill “la disfatta è una cosa, la vergogna è un’altra"
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In meno di 24 ore Tobruk era stata espugnata lasciando nelle mani delle forze italo-tedesche, circa 30.000 prigionieri, 2.000 automezzi, 30 carri recuperabili, 5.000 tonnellate di viveri, 2.000 tonnellate di benzina ed un grande quantitativo di altro materiale e munizioni. La caduta di Tobruk provocò un cambio al vertice dell'8a Armata inglese: il generale Ritchie venne sostituito dal parigrado ma suo superiore Auchilenck. Dal Medio Oriente vennero fatti affluire nuovi rinforzi in uomini e mezzi.
Churchill ricevette la notizia della caduta di Tobruk il mattino del 21 giugno mentre si trovava a Washington da Roosevelt. Churchill si accasciò sulla sedia e al presidente americano non restò altro da dire vedendolo così affranto “Cosa possiamo fare per Voi ?” Churchil
“darci tutti gli Sherman che avete e anche velocemente” Due mesi e mezzo dopo 300 carri e obici da 105 su scafo Sherman,
di cui gli americani si erano privati, raggiungevano alla massima velocità l’Egitto
circumnavigando l'Africa. |
http://www.birhakeim-association.org/Textes/retrospectiveBatBH.htm
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Da Fraser "Ambiguità di un soldato". |
Bollettino n. 742 del 12 giugno 1942
"La posizione di Bir Hacheim, potentemente organizzata e tenacemente difesa, è stata ieri mattina presa d'assalto ed espugnata dalle fanterie motorizzate italiane e tedesche. Il numero dei prigionieri supera i 2.000; ingentissimo il bottino che comprende gran numero di cannoni e di mezzi in massima parte intatti; sul terreno sono stati contati, in breve spazio, oltre mille cadaveri nemici. Una puntata di forze blindate inglesi a nord di Bir Hacheim veniva infranta dalla divisione Ariete le cui artiglierie, con fuoco di eccezionale efficacia e precisione aperto alle minime distanze, annullavano l'intervento dei carri nemici che in gran parte rimanevano distrutti." |
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Rommel si scagliava contro quella che a suo parere era la dimostrazione di una mancanza di impegno italiano nel mediterraneo
(vedi approvvigionamenti). Pensava, e non era il solo, che a Roma la guerra non venisse presa con la dovuta serietà. Era anche vero che gli occasionali eccessi degli italiani nei confronti delle arabe lo mandavano su tutte le
furie. I tedeschi avevano metodi diversi!!!, e non volevano comunque inimicarsi gli arabi che odiavano gli ebrei alla loro stessa maniera. Gli inglesi credevano di avere la stessa reciproca considerazione, ma prescindevano dalla capacità straordinaria degli arabi di dare l’impressione di simpatizzare con tutti, ad esclusione degli italiani. Rommel provava della compassione per i soldati semplici
“ci sono altre virtù oltre a quelle militari". Quando riteneva che gli italiani avessero svolto un buon lavoro, era generoso nel diffondere encomi, elogi e ricompense. Quanto era brusco coi capi altrettanto affabile era coi soldati, che naturalmente lo amavano. Non poteva soffrire il fatto che , sovente gli ufficiali italiani godevano di privilegi, vedi acqua, diversi dal soldato. Non così nell’Afrika Korp. Rommel disprezzava le comodità, l’italiano anche a livello inferiore della sua buca faceva una reggia. Rommel austero per natura diffidava dei tratti “sibaritici” degli
italiani (Gli venne anche l’ulcera). Eppure gli italiani avevano svolto un ruolo attivo e spesso di rilievo nella battaglia di Gazala,
sia statici che in movimento. La Trento era stata la prima ad attraversare
i campi minati per collegarsi al Calderone. L’Ariete si era battuta come
nessuno pur avendo mezzi a differente velocità, e non parliamo della
fanteria che spesso andava a piedi.
“..entro la fine del mese saremo al Cairo”
Gli italiani del resto erano scettici e
accoglievano le esternazioni di Rommel del 26 giugno col dovuto peso
!!!. |
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