IL MEDAGLIERE DI GRECIA e JUGOSLAVIA

I  REGGIMENTI

MEDAGLIA D'ORO

4° REGGMENTO: Erseke, Korcia, Kalase 1940- Radoliste, Barova, Ponte Perati 7-22 aprile 1941 ...nell'ultimo periodo della campagna, tolto dalle linee che aveva tenute conro ogni assalto per oltre 4 mesi, fu pronto strumento per una difficile manovra prima contro la minaccia Jugoslava sul nostro tergo in asprissima zona montana e sotto una violenta tormenta di neve e successivamente di nuovo sul fronte greco, ove lanciato all'inseguimento, incalzava il nemico in ritirata con decisione. Mentre nell'ultimo combattimento cadeva il suo Colonnello, una compagnia riusciva a raggiungere per prima l'obiettivo nell'atto in cui l'avversario alzava la bandiera della resa.

 

MEDAGLIA D'ARGENTO

1° REGGMENTO: Monte Kalase 29 novembre 1940, 28 febbraio 1941 In asperrimi combattimenti i petti dei suoi gagliardi Bersaglieri  contrastarono il passo al nemico nella zona del Lago d'Ocrida. Il 9 dicembre malgrado i sacrifici sopportati si avventava con disperato ardimento contro preponderanti forze nemiche affermatesi sul Monte Kalase. Con furiosi combattimenti all'arma bianca pianta la bandiera sulle posizioni insanguinate tenendole contro ogni ritorno offensivo

 

MEDAGLIA D'ARGENTO

1° REGGMENTO: Alto Scutarino 6-17 aprile 1941 Il reggimento pur provato dalla lunga campagna Greca veniva chiamato a concorrere alla difesa sulla frontiera jugoslava dalle preponderanti forze nemiche e impedendo il proposito di raggiungere alle spalle le nostre truppe. Nella susseguente fase superava gli sbarramenti difensivi, portando primi fra tutti il Tricolore a Ragusa (Dubrovnik Jugoslavia).

 

 

MEDAGLIA D'ARGENTO

2° REGGMENTO: 1940/1941 Stremato di forze per le gravi perdite subite, sostenne l'urto di soverchianti forze, scagliando la sua anima ardente contro le masse irrompenti e contendendo palmo a palmo il terreno nemico in epica lotta. Continuava ad imporsi al rispetto e alla ammirazione dell'avversario per la tenace resistenza, facendo rifulgere le più pure virtù della stirpe e rinnovando gli eroismi dei bersaglieri.

 

GLI UOMINI

 

Annibaldi Loris Medaglia d'oro alla memoria:

motivo del conferimento
Ufficiale medico di battaglione, si offriva di far parte di un reparto incaricato di attuare un colpo di mano nelle linee nemiche. In nove successivi giorni di continui aspri combattimenti, si prodigava in maniera ammirevole nella sua missione, distinguendosi per coraggio ed altruismo. Ferito ad una gamba rifiutava di essere sgombrato e ordinava ai porta feriti di portargli vicino i colpiti per prestar loro le prime cure. Rimasto sul terreno della lotta, dopo che i superstiti del battaglione, rotto il cerchio nemico che li rinserrava, si erano aperti un varco, al nemico sopraggiunto, che gli intimava la resa, rispondeva con le ultime bombe a mano provocandone la reazione che lo colpiva mortalmente. Immolava così la sua fiorente giovinezza per aver voluto generosamente oltrepassare i limiti dei più alti doveri di soldato e di medico. Erseke q. 1431 -1464 (Fronte greco), 12. 21 novembre 1940.

 

   

 

Biagini Bernardino  Capitano in s.p.e. 5° reggimento bersaglieri
Medaglia d'oro alla memoria


motivo del conferimento
Comandante di una compagnia fucilieri in 27 giorni di epica lotta, dava continue prove di ardente entusiasmo, di eroico valore, sempre animatore, sempre primo tra i suoi bersaglieri. Nella difesa di importanti posizioni attaccate da forze soverchianti, contendeva per intere giornate, con tenace resistenza e con travolgenti contrassalti, l’impeto nemico. Ferito gravemente da raffiche di mitragliatrice, rifiutava ogni soccorso e continuava a dirigere l’azione, finché, caduto nel generoso sforzo ed esausto, veniva portato all’ospedale. Decedeva serenamente il giorno successivo, dopo aver espresso la sua soddisfazione per il dovere compiuto. Ponticatis (Fronte greco), 24 novembre 1940.

 

Fiorini Aldo - Medaglia d'oro alla memoria: Ex insegnante di educazione fisica, comandava un plotone di Motociclisti del 5° che guidava per più giorni nel ripiegamento.

Vizakulit 16 novembre 1940

 

 

 

 

 

Fascetti Mario Medaglia d'oro alla memoria:Già combattente della Grande Guerra (3°), di Fiume (VIII Ciclisti), d'Africa (2 bronzi) e di Spagna (med. Argento) raggiunse l'Albania al comando del IV Battaglione del 2°.

 

 

Magnifica figura di soldato, valoroso combattente di tre guerre, in aspre azioni durate tre giorni, dava mirabile prova di eccezionale ardimento e superbo sprezzo del pericolo. In alcune critiche fasi della lotta, guidava a ripetuti contrattacchi i suoi bersaglieri, riuscendo a ristabilire situazioni gravi e a disimpegnare reparti accerchiati. In un contrassalto notturno sferrato per la riconquista di un importante caposaldo, alla testa di pochi uomini, sbaragliava con indomito slancio un nemico di gran lunga superiore per numero e mezzi, attaccandolo a bombe a mano ed alla baionetta ed inseguendolo fin nelle sue trincee ove, con sovrumano valore, impegnava una mischia furibonda, con epico corpo a corpo, costringendo l’avversario alla fuga con gravi perdite. Mentre attaccava l’ultimo nucleo nemico che ancora resisteva accanitamente, cadeva colpito a morte con la pistola in pugno, chiudendo eroicamente una vita tutta dedita al servizio della Patria.Sitaria - Krioneri (Fronte greco), 16 - 18 novembre 1940.

 

   

BIOGRAFIA

Massa Sergio Medaglia d'oro alla memoria: già volontario nel 29, raggiunge il grado di Ufficiale in S.P.E passando per concorso dai subalterni ai corsi della Accademia di Modena.

Comandante di plotone bersaglieri (4°), in una vittoriosa azione offensiva arditamente si lanciava alla testa del reparto all’assalto di un munito caposaldo, e a colpi di bombe a mano costringeva il nemico alla fuga, consentendo alla propria compagnia di raggiungere e consolidare il possesso della posizione. Proseguendo nell’azione, con ardita manovra, riusciva ad aggirare e ad attaccare da tergo una quota, saldamente tenuta dall’avversario, catturando numerosi prigionieri e diverse armi automatiche. Non pago di aver raggiunto gli obiettivi assegnatigli e di aver respinti contrattacchi nemici, con slancio irresistibile ed indomito valore, guidava i dipendenti all’inseguimento dell’avversario, sotto intensa reazione di fuoco. Ferito mortalmente al petto, mentre per primo balzava su una postazione nemica, rimaneva al suo posto di combattimento prodigandosi ancora ad impartire ordini per assicurare la difesa da ulteriori contrattacchi, finché non veniva sostituito da altro ufficiale. Al colonnello che lo incoraggiava, si dichiarava soddisfatto di aver occupata la posizione, ed all’ospedale da campo, dove serenamente spirava, confermava la propria esultanza, dicendo: « Abbiamo vinto! Viva l’italia! ». Fulgido esempio di eroiche virtù militari e di ardente amore di Patria. Monte Kraster (Fronte iugoslavo), 7 aprile 1941.

   

Sergio Massa nasce a Faenza 15 agosto 1909 da Abramo (ambulante di Ferramenta) e De Francisco Argia quarto di 5 fra fratelli e Sorelle nati in località diverse probabilmente legate al mestiere del Padre. Alla morte del padre (1927) i fratelli Remigio, Fiordelmondo e Neris emigrano in Francia e Sergio resta con la madre e la sorella Margherita (1902 Carpineti). Nel 1929 all'atto della leva si arruola volontario, con l'intenzione di raffermarsi, nel 6° Bersaglieri di Bologna. Nel giro di 2 anni raggiunge il grado di sottufficiale poi quello di Sergente maggiore (30 aprile 1932).  Nel 1937 ottiene di essere preselezionato per il passaggio alla classe ufficiali SPE frequentando un primo corso presso l'Accademia di Modena Sezione distaccata di Scandiano-Sassuolo. L'anno dopo un ulteriore corso, il 6° "per accertamento e completamento della cultura professionale per la nomina a sottotenente in SPE circ. 645/1936" come detto testualmente nel foglio matricolare. A promozione ottenuta (settembre 1939) è in forza al XIII settore di copertura (alpina) a Merano (Gaf), poi dal 15 dicembre 1940 a sua richiesta al 4° Bersaglieri già in zona di guerra in Albania. Il XIII Settore di Copertura Venosta è uno dei settori in cui venne diviso il Vallo Alpino in Alto Adige, questo settore si estende dal confine est con l'Austria, dal passo Resia, percorrendo verso sud-est l'intera val Venosta, fino a Bolzano. Seguivano il XIV e XV fino in Val Pusteria e Comelico. Comprendevano battaglioni mitraglieri e artiglieria da posizione http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/guardia_alla_frontiera_1940.html   . Il 24 gennaio 1941 ritornava in Italia per la morte della madre. Al suo ritorno il reggimento viene spostato dal fronte sud a quello Nord Jugoslavo. Dalla fine di Febbraio il reggimento fronteggia, il confine Jugoslavo in attesa di un pronunciamento del governo che si spera favorevole all'asse. Per le note vicende ai primi di aprile da Nord italiani e tedeschi invadano con unità meccanizzate il territorio jugoslavo mentre a Sud i bersaglieri contendono il terreno al nemico a q. 1234  Monte Kraster. Durante l'azione del 6/7 aprile Massa fu gravemente ferito e trasportato all'ospedale da campo di Kukes dove vi muore il 15.

   
Minucci Sabatino Medaglia d'oro alla memoria: Già insegnante di educazione Fisica raggiunse l'Albania col grado di comandante di Plotone nel 1°.

motivo del conferimento
Comandante di un plotone bersaglieri, ricevuto l’ordine di arginare le infiltrazioni nemiche verificatesi in un settore dello schieramento, attaccava con indomita decisione ed insuperabile spirito aggressivo le forze avversarie soverchianti e le costringeva ad arretrare. Colpito a morte, impavido ed incurante di ogni dolore, incalzava con maggiore veemenza l’avversario, lanciandosi all’assalto, alla testa de! proprio reparto, al grido di « Savoia » e riuscendo a sventare ogni tentativo insidioso. In un successivo contrattacco effettuato dal nemico, veniva colpito da una raffica di mitragliatrice che lo feriva mortalmente all’addome e gli spezzava un arto. Cadeva stringendo ancora nei pugni la bomba e la pistola e conscio della fine imminente, rivolgeva ancora parole di incitamento ai suoi uomini. Il nemico, in omaggio a tanto eroismo, rendeva poco dopo gli onori militari alla salma. Vuk Palay (Fronte iugoslavo), 10 aprile 1941.

   

Monaco Antonio Medaglia d'oro alla memoria:  Comandante della 3a cp. del 2°

motivo del conferimento
Comandante di una compagnia bersaglieri dislocata a difesa di una importantissima posizione, teneva testa per due giorni a forze molto superiori, respingendole più volte con contrassalti condotti personalmente. Ai superiori che lo incitavano a resistere ad oltranza, rispondeva fieramente che egli e i suoi uomini avrebbero dimostrato di saper difendere le posizioni fino all’ultimo sacrificio. Mentre in piedi sotto l’infuriare del fuoco, incitava i suoi alla resistenza, suggellava con morte gloriosa la sua eroica azione di comandante e di soldato. Quota 1129 di Kani Delvinachi (Fronte greco), 18- 19 novembre 1940.

   

Musco Mario Medaglia d'oro alla memoria: Congedato nel 1933 dal 2° reggimento col grado di sottotenente, conseguì la laurea in giurisprudenza e con questa per concorso entrò nei quadri del Ministero dell'Interno. Richiamato nel 1940 parti col 5° per l'Albania. Assegnato alla 6 cp. si distinse (proposto l'argento) il 5 novembre al ponte di Kalamas e il 19 sulla rotabile di Argirocastro.

motivo del conferimento
Animato da esemplare spirito volontaristico e da elevato senso del dovere, si affermava, nel tempo, in successivi aspri combattimenti contro forze preponderanti, per capacità e consapevole ardire. Comandante di plotone bersaglieri da lui forgiato a duri cimenti bellici, con singolare slancio strappava all’avversario un ponte tenacemente difeso e quindi si addentrava nel dispositivo avversario, conseguendo risultati concreti in virtù di intelligenti iniziative e fredda determinazione. Assegnato in seguito a presidio di un caposaldo, si opponeva all’aggressività nemica con stoica fermezza e ne smorzava l’impeto, a malgrado delle sanguinose perdite, ponendosi alla testa dei gloriosi superstiti che guidava, primo fra i primi, a violenti riusciti contrassalti. Affidatogli infine, per le prove date, il comando di una compagnia, durante cruenta impari lotta, riusciva dopo superba resistenza sostanziata da vigorosi contrassalti a ristabilire una situazione decisamente compromessa, ma nell’atto in cui l’avversario ripiegava, cadeva colpito mortalmente sull’arma da lui stesso azionata. Esempio costante di assennato eroismo. Fronte greco, novembre 1940.

 

Colonnello Guglielmo Scognamiglio Medaglia d'oro alla memoria, nasce a Napoli il 4 ottobre 1891. Appena ventenne si arruola volontario per la guerra di Libia da semplice soldato. Al ritorno accede ai corsi della Accademia Militare di Modena classificandosi fra i migliori. Allo scoppio della Guerra è sottotenente ed al termine del conflitto capitano. E' lui che comanda una compagnia del II reparto arditi a Bligny nel corpo italiano in Francia allo Chemin des Dames. Viene decorato con medaglia d'argento, di bronzo e croce francese. Rimpatria per ferita e viene poi destinato nuovamente alla Libia. Maggiore al 7° bersaglieri ritorna in Etiopia al comando di un battaglione del 3°. Il suo palmares si arricchisce di altre tre medaglie. Allo scoppio della guerra è al comando del 4°. Dopo il fronte francese una breve pausa e dal 9 novembre il reggimento è in Albania a fronteggiare la grave crisi di metà mese. Lasciato temporaneamente il fronte per malattia, viene richiamato a fine marzo 1941 contro il parere dei medici. Il 19 aprile all'inseguimento dei greci viene ferito gravemente una prima volta e barellato. Pur grave non abbandona la prima linea e a sera, a poche ore dallo scoccare del cessate il fuoco, una granata colpisce il posto di medicazione. Muore il giorno dopo all'ospedale di Koritza dove era stato ricoverato. 

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