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Sulle tracce del successo.
Una carriera fortunata.
Sangue prussiano.
Un cuore tra musica e film.
Coppia d'assi.
Il Catalogo.

Jasmin Tabatabai è il commissario Mina Amiri.

Nata a Teheran da padre persiano e madre tedesca, si è stabilita con i genitori e la sorella Susann a Stoccarda nel 1979, in seguito alla rivoluzione islamica che ha segnato la fine della monarchia in Iran.

L'attività artistica di questa attrice è davvero intensa ed unisce al cinema e alla televisione, una ricca produzione musicale.

Il suo debutto sulle scene davanti alla macchina da presa è del 1992 con la commedia «KInder der Landstrasse», una vicenda che parte dall'estate del 1939 per approdare agli anni del dopoguerra. In quella pellicola Jasmin Tabatabai era Jana, una ragazzina di origini Sinti che viene tolta alla famiglia insieme al fratello e che, al termine del conflitto, cerca di ritrovare i suoi genitori.

Un paio d'anni dopo Jasmin si butta in una nuova avventura: quella musicale.
L'attrice racconta che da bambina il suo sogno era quello di «passeggiare per le strade di Parigi o di New York ed esibirsi come cantante di strada». A 16 anni fa parte degli "Scratch", la band in cui il suo fidanzato era sassofonista. L'esperienza purtroppo dura poco perché, come lei stessa racconta, fu buttata fuori dal gruppo dopo il primo concerto. I ragazzi del gruppo trovavan che non sapesse cantare.

Così, nel 1988, mentre frequanta la scuola di teatro a Stoccarda, fonda la band "Goodbye Strassberg", chiamata così in onore del suo insegnante, Lee Strassberg. Con questo gruppo, però, Jasmin non inizia ancora ad esibirsi con canzoni composte da lei; questo accade solo nel 1990 con il gruppo jazz "Eskimo's Ecstasy": «Loro erano persone con cui avevo studiato e che preferivano fare jazz piuttosto che recitare. Hanno saputo criticare in modo costruttivo i miei errori come cantante finché ho imparato a correggermi». Con loro Jasmin inizia a scrivere canzoni perché, ricorda, «i ragazzi del gruppo non conoscevano così bene l'inglese da poter scrivere i testi».

Nel 1993 è la volta di un nuovo gruppo, questa volta di sole donne e di musica country: "Even Cowgirls Get The Blues" con cui realizza il primo CD. Un'avventura, questa, che è durata fino al 1997 e che l'ha vista partecipare a più di 150 concerti.

Nel corso della sua carriera di attrice ha affiancato quella di cantante realizzando anche parte delle colonne sonore dei suoi film. Due importanti suoi album protando la data 2007 e 2016. Il primo, "I ran", raccoglie canzoni scritte con Nicolette Krebitz ed altre composte per alcuni film; il secondo, uscito nel maggio 2016 ha per titolo "Was sagt man zu den Menschen, wenn man traurig ist?", cosa si dice alla gente quando è triste?

Del suo personaggio dice: «Portare sullo schermo un commissario di origini iraniane e con un nome iraniano ci permette di far vedere al pubblico che in Germania c'è qualcosa di più oltre ai grandi problemi legati alle migrazioni dei popoli. Ci sono anche persone che sono qui da anni, che lavorano e che sono perfettamente integrate».

 

 

 

 

Jasmin Tabatabai. (Foto ZDF/Denis Makarenko)
La famiglia innanzitutto.

«Lavorare in "Ultima traccia: Berlino" è per me un privilegio: vuol dire lavorare nella città dove vivo con la mia famiglia. Chi fa questo mestiere è spesso costretto ad andare di corsa, ma con un adolescente e due bambini piccoli a casa è bello non dover essere sempre in partenza».

«Trovo che un'altra grande fortuna sia quella di avere un compagno come Andreas (l'attore Andreas Pietschmann) che è un buon esempio per quella generazione di padri che partecipano alla pari con le madri alla vita della famiglia. Non fa parte di quegli uomini che al di là del portare a casa il pane quotodiano, lasciano fare tutto alla donna. Ama passare il tempo con i figli, fare esperienze con loro, vederli crescere ed educarli. E questo mi permette di lavorare un po' di più».

 

Il commissario Amiri sulla scena del crimine. (Foto ZDF/Richard Hübner)